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Mar Gen 04, 2022 10:56 pm
CAPITOLO N° 22

Con un fatiscente furgone preso nel parcheggio della Gendarmerie, Masson e Neveu giunsero a Chambéry intorno alle sei di pomeriggio. Maurice li aveva istruiti ben bene sulla strada da percorrere ma, ovviamente, non sui venti centimetri di neve che trovarono quando imboccarono la via di comunicazione tra la città e il Convento del Sole. Cassandre aveva illustrato a grandi linee quello che avevano visto all’interno dell’abbazia, pertanto i due poliziotti sapevano già in parte come districarsi. Il reparto della Gendarmerie addetto ai travestimenti, aveva consegnato due abiti da monaco con cappuccio e i sandali che quasi ogni frate calzava. Si erano trovati impacciati nel saio, per via del suo tessuto grezzo che grattava la pelle come una raspa ma, su consiglio di Lucas, avevano messo sotto altri abiti per isolare il tremendo fastidio. Prima di partire avevano preparato una borsa con ricambi di vestiario e prodotti per la pulizia del corpo. Non si erano dimenticati di inserire, nel sottofondo, le loro pistole Beretta 92FS , il telefono cellulare utile per i contatti esterni e una macchina fotografica digitale.
Usciti da Chambéry, il furgone iniziò a salire per una strada abbastanza pulita, probabilmente ad opera di uno spazzaneve. Il ghiaccio, comunque, metteva alla prova Neveu che era alla guida. Masson, seduto sul sedile del passeggero, guardava fuori dal finestrino quella sorta di putiferio invernale che si stava abbattendo a quelle altitudini. Nel buio della sera, si notava un cielo rossastro carico di neve. I fiocchi, fini e secchi, svolazzavano quasi orizzontali spinti da sostenuti venti rigidi. Se non avessero saputo di trovarsi in Francia, avrebbero pensato di essere in Siberia nel glaciale periodo invernale. La strada in salita si snodava in abbondanti curve a gomito e il furgone, slittando sovente con il posteriore, arrancava nella babilonia bianca. Masson fissava l’esterno con mille pensieri su come affrontare la loro nuova situazione di monaci fasulli. Avevano parlato molto nel viaggio, lui e il collega, decidendo di usare i loro nomi di battesimo: Masson si sarebbe qualificato con l’appellativo di fra’ Jacques e Neveu fra’ Adrien. Avevano, inoltre, architettato una menzogna per ingannare i monaci del monastero: sarebbero stati dei frati Francescani in forza nell’enorme convento del “Cristo Risorto” sito nella periferia di Parigi, che si riposavano lì per un paio di giorni per poi proseguire alla volta dell’Italia con meta finale Roma, la basilica di San Pietro. Una telefonata a Lucas sancì i loro pseudonimi e la loro appartenenza ai Frati Francescani, questo per avvisare il cardinale che avrebbe telefonato al Convento del Sole dando notizia del loro arrivo.
Dopo una curva, videro finalmente il cartello che indicava sulla destra “Convento del Sole”. Voltati in quella direzione si ritrovarono in un sentiero con almeno venti centimetri di neve fresca. Non vi erano solchi lasciati da altre auto e neanche impronte umane o animali. Tutto era candido e silenzioso. A seguito di qualche minuto trascorso ad evitare di arrestarsi nel manto bianco, raggiunsero il piazzale antistante l’enorme abbazia.
<<Fa paura solo a guardarla>> mormorò Masson.
In effetti, il monastero pareva un castello medioevale con tante guglie ficcate nel cielo nero, leggermente rosato dalla neve che veniva giù.
I due poliziotti parcheggiarono proprio davanti all’enorme portone d’entrata. Tutt’intorno, per ciò che si poteva intravedere, vi erano boschi di abeti con le fronde sature di neve che si piegavano verso il terreno bianco e castagni e querce spogliati dall’autunno con i loro rami rivolti verso il cielo.
<<Quasi un ambiente natalizio>> ironizzò Neveu.
Nel bel mezzo di quella sorta di bufera di neve, uscirono, presero le due borse e, stando attenti al ghiaccio dei gradini, andarono sino alla porta d’entrata. Ricordando le indicazioni di Cassandre, presero la catenella che giungeva dall’alto e la tirarono.
Di lì a poco, si presentò un frate con il viso seminascosto dal cappuccio del saio.
<<Fra’ Jacques e fra’ Adrien?>> si informò il monaco.
<<Siamo noi>> rispose Masson.
<<Ben arrivati, accomodatevi.>>
Introdottisi nell’enorme androne, si trovarono di fronte una decina di frati con un sorriso aperto e cordiale.
<<Arriviamo da Parigi, facciamo parte….>>
<<Siamo già al corrente della vostra visita>> lo fermò un monaco di grande corporatura, con una lunga barba bianca e il sorriso dai denti giallognoli, <<siete fra’ Jacques e fra’ Adrien, Francescani del convento “Cristo Risorto”. Abbiamo ricevuto notizia dal cardinale Serge Giraud di Parigi. Io sono l’abate priore del Convento del Sole, mi chiamo fra’ Vincent, felice di conoscervi.>>

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Mar Gen 04, 2022 10:55 pm
Quel nome risuonò nelle orecchie dei due poliziotti come un batacchio in una campana. Era il monaco segnalato da Cassandre come uno dei possibili quattro assassini implicati negli omicidi.
Masson ebbe un brivido, <<il piacere è tutto nostro>> disse porgendo la mano, <<risiederemo da voi un paio di giorni, poi partiremo per l’Italia, sa, vorremmo vedere la basilica di San Pietro.>>
<<Splendida, l’ho già visitata qualche anno fa, del resto è la sede di sua santità, non potrebbe essere altrimenti.>>
Neveu stette sulle sue, lanciando qualche sorriso qua e là, tanto per etichetta.
<<Avete già cenato?>> chiese l’abate priore.
<<Un panino lungo la strada>> rispose Masson con un risolino sforzato.
<<Bene, allora fra’ Briac vi accompagnerà nelle vostre celle e tra un’oretta ci vedremo nel refettorio per la cena.>>
Come il vento s’infila negli anfratti, i monaci scomparvero nei vari corridoi che avevano inizio dall’ androne principale. Masson e Neveu seguirono il frate che s’infilò in una scala discendente stretta e a forma di chiocciola. Successivamente imboccarono un corridoio con il soffitto a volta e poi un’altra scala ascendente. Una sorta di budello con tante porte su entrambi i lati fu percorsa velocemente. Verso la fine del cunicolo, il frate si fermò e fece cenno in direzione di due porte in legno vecchio, <<quelle sono le vostre camere>> spiegò.
A seguito fervidi ringraziamenti, Masson entrò in quella di destra e Neveu nell’altra. Le stanze di clausura erano né più e né meno che una specie di piccola cantina con i servizi essenziali. Il commissario si sedette sulla branda e levò dal sottofondo il telefono cellulare digitando il numero del collega. La forte vibrazione richiamò l’attenzione di Neveu che agguantò il piccolo telefono dalla borsa, già privato dalla suoneria in precedenza, e si mise in collegamento.
<<Sì. Jacques?>>
<<Hai visto che accoglienza?>> sottolineò il commissario.
<<Degna del papa.>>
A quell’affermazione Masson si mise a riflettere, ma poi aggiunse, <<dopo cena ritorneremo nelle celle. Poi, alle dieci, ci sarà la messa serale, tu te ne intendi di preghiere?>>
<<Quanto il pontefice di donzelle vogliose.>>
Nella sua camera, il commissario fece una smorfia, <<comunque penso che basterà muovere la bocca per non insospettire nessuno.>>
<<Ok, capo, ma dopo la messa cosa hai intenzione di mettere in atto?>>
<<Innanzitutto a cena voglio conoscere questo fra’ André, tanto per vedere che faccia abbia. Verso mezzanotte usciremo dalle celle e inizieremo a ispezionare l’abbazia.>>
<<Va bene, Jacques, ci vediamo dopo a cena.>>

Avevano riascoltato decine di volte la voce della confessione nel registratore, Cassandre e Maurice. Si erano lanciati in mille congetture ma con nessun risultato. Il confessore era sicuramente il segretario del vescovo, ma al confessato non riuscivano a consacrare un volto, soprattutto lei che quel timbro non le era assolutamente nuovo. Intorno alle undici della mattina, nel momento in cui Masson e Neveu partivano per Chambéry, i due giovani avevano deciso di parlare nuovamente con il segretario del vescovo ed eventualmente, per avere dei chiarimenti, con il vescovo in persona. Ormai Cassandre si sentiva un futuro commissario e, con il distintivo della Gendarmerie, una sbirra a tutti gli effetti.
La vecchia vettura della Gendarmerie che Lucas donò a Maurice, non era altro che una di quelle sequestrate ad uno spacciatore di droga arrestato qualche mese prima. Si trattava di una Citroen DS 19, un cult della casa francese in auge qualche decennio passato, tenuta bene ma con decine di migliaia di chilometri al suo attivo. La vettura bruciata di Maurice era stata portata dallo sfasciacarrozze per essere demolita. Sproloqui ed anatemi accompagnarono la ricerca del posto dove parcheggiare davanti al palazzo del vescovo. Finalmente, dopo una ventina di minuti, trovarono un posteggio proprio dinanzi alla casa dentro la quale avevano scavalcato il muro di cinta per entrare nel vescovado. Giunti di fronte al portone d’entrata dell’immobile religioso, suonarono il campanello con un po’ di apprensione. Ad aprirgli si presentò un anziano prete sconosciuto, che fece un sorriso e chiese il motivo della loro visita.
<<Vorremmo parlare con il segretario del vescovo>> spiegò Cassandre.
<<Avete preso un appuntamento?>>
La giovane levò dalla tasca il distintivo della Gendarmerie e lo porse, <<non credo che ce ne sia bisogno!>> asserì con orgoglio.
<<Venite pure.>>
Furono fatti accomodare nella saletta d’attesa, dove vi erano altri due prelati che stavano parlottando tra di loro.
Poco dopo, il viso del segretario del vescovo si sporse dallo stipite della porta, <<venite>> bisbigliò con fare prudente. Un lungo corridoio, saturo di quadri sulle pareti, li condusse sino ad una stanza che non avevano mai visto e che non era certo quella del vescovo.
<<Vi avevo detto di non venire più qui! Cosa volete?!>>
Cassandre corrugò la fronte, <<dobbiamo parlare, abbiamo molte cose da dirci!>>
<<Anch’io ho una cosa da chiedervi: ne sapete qualcosa di una cimice inserita nel confessionale? Perché proprio questa mattina, la donna delle pulizie l’ha trovata appiccicata nell’interno.>>
<<Insomma, padre>> s’intromise Maurice, <<qui abbiamo già tre omicidi, non vorrà mica vedere anche il quarto, vero?>>
Il prete si grattò gli scarsi capelli, <<vi ho già detto come la penso, non insistete, non posso dirvi nulla!>>
<<Chi è quella persona che lei ha confessato, padre?!>> s’inalberò Cassandre, <<peccato che la cimice non aveva una micro telecamera, se no non l’avremmo più disturbata!>>
<<No comment.>>
<<Allora mettiamola in questo senso, conosce una donna di nome Alexiane Roux?>>
Il prelato sbiancò in viso, denotando una certa apprensione, <<mai sentita.>>
<<Abbiamo letto il nome su un articolo di giornale: si tratta di un incidente stradale accaduto nella scorsa primavera. La giovane guidava un’autovettura che, proprio alla fine del ponte, ha travolto un nano uccidendolo. Dal trafiletto giornalistico si ricava che la ragazza possa essere rimasta in qualche modo disabile. Sicuro di non saperne nulla?>>
<<Ve l’ho già detto, non la conosco!>>
<<Allora, visto che lei non vuole collaborare,>> intervenne Maurice, <<ci faccia parlare con il vescovo.>>
<<Impossibile! Monsignore ha già tutto il giorno impegnato con dei colloqui su appuntamento!>>

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Mar Gen 04, 2022 10:54 pm
Cassandre stette un attimo a pensare, chiedendosi il motivo per il quale il religioso si fermava sulle sue idee bislacche e codarde, ma poi, visto il risultato, si rivolse a Maurice, <<ok, qui non c’è nulla da fare, andiamo a cercare questa Alexiane Roux.>>
Mentre percorrevano il corridoio che portava all’uscita, intravidero per un attimo il vescovo che, dopo averli riconosciuti, si rintanò velocemente nel suo studio.
<<Hai visto?>> rimarcò Maurice, <<non ci ha degnato di uno sguardo. Non capisco….>>
Quando giunsero alla vettura, Cassandre prese il cellulare e chiamò la gendarmerie all’ “Ufficio Anagrafe”, <<avete trovato l’indirizzo? Sì, Alexiane Roux>>….<<Rue de Rivoli….ok, ma a che numero?>>….<<Duecentoventinove….va bene, grazie.>>
<<Non comprendo perché il vescovo non ci abbia salutato>> ripeté lui, mentre percorrevano il lungo viale che portava all’indirizzo trasmesso dalla Gendarmerie.
<<Insomma, Maurice, magari avrà avuto qualche diavolo per capello.>>
<<Diavolo?! Un vescovo?>>
<<E’ un modo di dire come un altro.>>
Una forte risata intercorse tra i due giovani, anche per sfumare l’ansia che si sentivano addosso.
Sopra Parigi, il cinereo cielo fissava la grande metropoli con le sue magagne e fragilità.
Il palazzo dove abitava Alexiane Roux, era di quelli vetusti ma tenuti perfettamente in ordine. Il numero 229 della Rue de Rivoli, si trovava sotto dei portici sorretti da vecchie colonne in marmo. Quasi tutta la lunghissima via era caratterizzata da immobili aderenti uno all’altro con quelle caratteristiche.
Cassandre e Maurice pigiarono il tasto del citofono al cognome Roux, il nome non era Alexiane ma bensì Elvire.
Una voce femminile rispose al citofono. <<Siamo della Gendarmerie>> si annunciò Cassandre, <<ci può fare entrare, signora?>>….<<sì, va bene, quarto piano.>>
Era un palazzo estremamente signorile, di quelli tutto marmo, palladiana e tappeti rossi ovunque.
Quando suonarono alla porta con la targhetta “Elvire Roux“, i due giovani videro presentarsi una donnina anziana ma ben tenuta.
<<La signora Roux?>>
<<Elvire Roux.>>
Cassandre le fece un sorriso, <<avremmo bisogno di parlarle, si tratta di un’indagine in corso da parte della Gendarmerie Nationale.>>
<<Volete qualcosa da bere>> offrì la donna, dopo averli fatti accomodare in un soggiorno spazioso e ben arredato.
Maurice fece un cenno negativo con la testa, <<vorremmo solo farle qualche domanda.>>
<<A vostra disposizione.>>
<<Abbiamo avuto comunicazione dall’ “Ufficio Anagrafe” della Gendarmerie, che Alexiane Roux abita in questo palazzo.>>
<<Sì>> rispose la signora, <<è mia nipote.>>
<<Non c’è?>> domandò Maurice.
La donna anziana abbassò il capo e si passò i capelli canuti con la mano, <<venite con me>> balbettò alzandosi e andando verso il fondo del corridoio.
Poco dopo aprì una porta, <<è qui, mia nipote, o ciò che resta di lei.>>
Quando Maurice e Cassandre entrarono rimasero senza parole: la giovane era distesa sul letto con delle cannette che entravano nella gola e, affianco, un apparecchio che diffondeva un leggerissimo ronzio. Non si muoveva, aveva gli occhi spalancati nel vuoto, e una cascata di capelli biondi sudati e increspati che si schiacciavano sotto quel corpo inerte.
<<E’ un respiratore artificiale>> spiegò la signora, <<mia nipote, da quell’incidente accaduto la primavera scorsa, è rimasta inchiodata a questo letto senza potersi muovere e mangiare.>>
Cassandre le appoggiò la mano sulla spalla, <<mi dispiace, signora, ma come….>>
<<Come è accaduto?>> la bloccò la donna.
<<Sappiamo cosa è successo, ma non eravamo consapevoli che fosse in queste condizioni.>>
<<Da quell’incidente non è stata più lei>> alla signora si inumidirono gli occhi, <<la nutriamo con le flebo, respira con il respiratore artificiale, non può più muoversi e neanche intendere e volere, praticamente è rimasta un vegetale. Tre volte al giorno viene un‘infermiera che le pratica l’assistenza necessaria, ma i dottori dicono che le sue condizioni non le permetteranno di vivere a lungo. >>
<<Mi scusi, signora>> interloquì Cassandre, <<non volevamo essere così invadenti, anche perché non eravamo al corrente delle menomazioni di sua nipote. I giornali hanno riportato solo che avrebbe potuto avere dei problemi motori….>>
<<I giornali….certo…ma i fatti sono che Alexiane è una ragazza finita e che avrà ancora poco da campare.>>
<<Scusi la nostra insistenza, signora Roux, ma vorremmo farle alcune domande che riguardano sua nipote.>>
<<Dite pure, tanto non mi costa nulla.>>
<<Come ci ha accennato, lei è la zia di Alexiane?>> iniziò Cassandre.
<<Certamente, sono la sorella di sua mamma.>>
<<Appunto, vorremmo parlare con sua sorella.>>
<<Credo che sia impossibile, Ginette è deceduta cinque anni fa di un brutto male.>>
<<Oh, ci scusi.>>
<<Sarà meglio che vi spieghi come sono andate le cose>> chiarì la donna, con gli occhi lucidi, <<Alexiane viveva con sua mamma in questa casa. Quando Ginette è deceduta, io mi sono trasferita insieme a lei. Mia nipote ebbe un crollo alla morte di mia sorella. Andò anche in depressione. Io mi sentii vincolata ad aiutarla e, anche se mi costò un divorzio da mio marito, venni a vivere qui con lei. Dopo due anni, Alexiane si riprese e iniziò a lavorare provando a dimenticare sua madre. Fu difficile, ma con il mio aiuto riuscì a uscire dalla depressione. E’ una ragazza sfortunata! Questa primavera, infatti, ebbe l’incidente e rimase nelle condizioni in cui la vedete.>>
Cassandre prese le mani della donna attempata, <<mi dispiace molto, signora, cerchi di farsi coraggio.>>
<<Il papà non si è fatto vivo?>> chiese Maurice, deviando il discorso.
<<Alexiane non ha mai avuto un padre. E neanche mia sorella ne ha mai parlato. Avrebbe avuto uno zio, mio fratello, ma se n‘è andato molti anni fa, quando era giovane.>>
<<Allora non si sa chi sia il papà di sua nipote.>>
<<Nessuno l’ha mai saputo. Senza dubbio Ginette lo conosceva, ma non ne volle mai parlare.>>
Cassandre e Maurice si fermarono a riflettere. Il fatto che il padre di Alexiane Roux fosse sconosciuto, portava ad una assoluta ponderazione. Senza dubbio l’uomo era al corrente dell’esistenza della figlia, ma, verosimilmente, restava nell’anonimato per un motivo grave, segreto, o riferito ad un totale rigetto a riconoscerlo da parte della madre di Alexiane.
<<Perché un padre non dovrebbe riconoscere la propria figlia?>> si domandò Cassandre a voce alta.
Maurice la guardò, <<non so….potrebbe essere una persona importante, che non voglia avere beghe, oppure un uomo sposato, oppure….>>
<<Un prete!>> esclamò la compagna.
La zia di Alexiane li guardava non comprendendo i loro discorsi.
<<Già>> rifletté Maurice, <<un prete….>>
Cassandre si rivolse alla signora, <<lei sarebbe in grado di farci avere un po’ del sangue di sua nipote?>>
<<Non capisco….>>
<<Signora>> spiegò Maurice, <<abbiamo il dubbio che il papà di Alexiane sia implicato in
alcuni casi di omicidio….>>

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Mar Gen 04, 2022 10:53 pm
<<Omicidio?!>>
<<Non posso dirle di più>> proseguì lui, <<tenga presente che il sangue di sua nipote potrebbe salvare delle vite umane.>>
<<Continuo a non capire!>> disse con enfasi la donna, <<che ruolo avrebbe mia nipote in questi….omicidi?>>
<<Nell’incidente accaduto in primavera>> chiarì Cassandre, <<è rimasto ucciso un nano…>>
<<Lo so, ma che relazione ci sarebbe tra Alexiane e quel nano?>>
Maurice s’indispettì, <<capisco che lei voglia dei chiarimenti, ma l’indagine è sotto segreto di polizia! Le chiediamo solo se lei potesse farci avere quel poco di sangue che servirebbe per il DNA. Se lei rifiutasse, saremmo costretti a procedere d’ufficio, e la cosa, le garantisco, non sarebbe piacevole.>>
La signora anziana rifletté, poi rispose, <<tra poco dovrebbe arrivare l’infermiera per la flebo e il controllo di mia nipote, le chiederemo se può farvi avere quello che vi serve.>>
<<Grazie signora Roux, le dispiace se aspettiamo.>>
<<Assolutamente no! Anzi, avete mangiato, visto che è quasi mezzogiorno?>>
Maurice e Cassandre accettarono un panino e si sedettero al tavolo della cucina nell’attesa dell’infermiera.

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Lun Gen 03, 2022 11:14 pm
Capitolo 21...co ho impiegato un bel po' a farlo, ma sta venendo alla grande

CAPITOLO N° 21

Il forte suono del cellulare squillò sul comodino affianco al letto sul quale Cassandre e Maurice stavano dormendo: <<sì….ah, zia, come va?>> rispose la ragazza con la voce ancora legata dal sonno, <<stasera?….Va bene, zia, ci vediamo stasera.>>
<<Era Arielle>> rispose alla richiesta di Maurice, <<mi ha chiesto se stasera andiamo a cena da loro.>>
La notte precedente, dopo essere fuggiti con la vettura dal palazzo del vescovo, erano tornati a casa, avevano installato il registratore al dispositivo ricevente e si erano addormentati ancora con i vestiti addosso.
Cassandre diede un’occhiata all’orologio, notando dalle finestre che la notte aveva sconfitto il giorno. Le cinque passate, pensò tra sé e sé, abbiamo dormito quasi dodici ore.
Si alzò e si stiracchiò per poi girarsi verso il compagno che non riusciva a svegliarsi.
<<Devo prendere dell’acqua fredda o ti svegli da solo?>>
Maurice aprì un occhio e fece uno sbadiglio, <<arrivo….arrivo.>>
Dopo una benefica doccia, centellinarono un tè preparato velocemente. Il leggerissimo sibilo palesava il funzionamento del registratore e Maurice controllò tutto l’apparato elettronico ricevente, <<tutto ok>> affermò sedendosi nuovamente sul divano. Cassandre, invece, aveva procurato un foglio e una biro e stava elaborando gli elementi in loro possesso.
<<Proviamo a trarre delle conclusioni>> disse la giovane, scrivendo sul fondo del foglio la parola “cadaveri”.
Maurice si accomodò al suo fianco.
<<Per ora sappiamo che gli implicati negli omicidi dovrebbero essere quattro: fra’ André, per il capello bianco, l’uomo che ci ha aggredito l’altra notte, la persona che si confessa dal segretario del vescovo, e fra’ Vincent, l’abate priore dell’abbazia….>>
<<Perché fra’ Vincent?>> allibì Maurice.
<<Ne abbiamo già parlato: fra’ Vincent ha visto il crocifisso con il Cristo nero e non ha fatto una piega….>>
<<Ah, sì, mi ero dimenticato.>>
Cassandre scrisse in alto alla pagina i due nomi dei frati e, affianco, due punti interrogativi. <<se le registrazioni delle confessioni ci svelassero un terzo personaggio, noi potremmo trarre delle conclusioni.>>
<<In che senso?>>
<<Nel senso che abbiamo i due frati sicuramente implicati>> disse la giovane, sottolineando i nomi attinenti, <<poi vi è l’aggressore che è sicuramente colui che procura i nani….>>
<<Come fai ad affermarlo?>>
<<Intuito.>>
<<Dettato da cosa?>>
Cassandre si girò verso di lui, <<non credo che quel pazzo che ci ha fatto visita l’altra notte sia uno degli assassini. Sarebbe più probabile una sua implicazione nell’aggressione e nel trasporto dei nani da Parigi al luogo dell’omicidio, che non negli omicidi stessi.>>
Maurice non aggiunse nulla e fece cenno di proseguire.
<<Quello che non comprendo è il fattore confessione e DNA stretto>> continuò lei, <<perché un assassino si dovrebbe confessare? Perché, poi, DNA stretto? Ci potrebbe essere di mezzo un figlio o una figlia, oppure, un padre e una madre.>>
Lui sottolineò sul foglio i due punti interrogativi, <<se i due monaci non si sono mossi dal convento, come hanno spiegato, uno dei punti interrogativi sarebbe il procacciatore di nani, l’altro il terzo assassino.>>
<<Questo è chiaro>> annuì la giovane, <<ma perché dei nani? Quale potrebbe essere la ragione?>>
<<Una vendetta, ad esempio>> aggiunse Maurice.
Vi fu un attimo di pausa.
<<Una vendetta?! Ma per quale motivo?>> chiese Cassandre sottolineando la scritta “cadavere” sul foglio.
Maurice pose i gomiti sul tavolo e si prese il viso tra le mani, <<non so>> mormorò sconfortato.
Cassandre lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia, <<ti ho messo in un bel pasticcio.>>
<<Ma figurati>> reagì lui, <<ti voglio troppo bene per non seguirti nelle tue stravaganze.>>
<<Hai parlato di vendetta>> proseguì lei, <<quindi, una sorta di ritorsione per uno sgarro subito da qualcuno.>>
Maurice aprì di botto gli occhi, <<ci sono!! Almeno credo.>>
Cassandre lo fissò attendendo riscontri.
<<DNA….vendetta….ritorsione….danno subito, potrebbe essere!>> asserì lui animatamente.
<<Se posso essere messa al corrente di ciò che stai pensando, ne sarei lieta.>>
<<Ma sì, dai, Cassandre, è molto semplice. Voglio dire, il DNA stretto menzionato dal segretario del vescovo, non può essere che un sopruso ad un figlio o figlia di uno degli assassini!>>
Cassandre esibì un viso scettico, <<non credo che fra’ André o fra’ Vincent abbiano dei figli, almeno, non lo vedo tra le cose plausibili. Piuttosto il pazzo dell’altra sera o colui che si serve della confessione potrebbero avere una discendenza .>>
Maurice prese il foglio e con la biro tracciò due linee rette tra i due punti interrogativi e la parola “cadaveri”, <<credo che siamo a buon punto>> dichiarò, <<il movente per questi omicidi è senza dubbio un qualcosa che è accaduto in passato al figlio o figlia di uno di questi due ignoti.>>
La giovane si mise a riflettere. I concetti del compagno avevano un fondamento logico.
<<C’è un altro fattore che mi lascia perplesso>> aggiunse Maurice, <<il fatto che il capello bianco di fra’ André sia stato trovato sul cadavere del primo nano, presuppone che l’omicidio sia avvenuto all’abbazia, del resto le analisi della terra lo confermano. Se no non si spiega come abbia fatto il monaco a partecipare se non si è mosso da lì.>>
<<Un’altra cosa sarebbe da mettere in conto>> affermò Cassandre, <<se gli omicidi avvengono, sicuramente, all’abbazia, perché rapire dei nani nella città di Parigi e trasportarli per centinaia di chilometri? E aggiungo, perché rilasciarne il cadavere proprio in quel tragitto della Senna sotto dei ponti vicini?>>
Maurice fece saltare in aria la biro e poi la riprese, <<deve essere qualcosa che è accaduto in quelle zone…..>>
I due giovani parevano un fiume in piena, le idee e i punti di vista uscivano spontaneamente come l’acqua viene fuori da una diga che viene aperta.
<<Propongo di iniziare a consultare internet>> consigliò Cassandre, <<potrebbe saltar fuori qualche notizia di vicende avvenute negli anni passati.>>
Alcuni minuti dopo, si ritrovavano davanti al computer con la dicitura “Google” al centro.
<<E ora cosa cerchiamo?>> domandò Maurice.
<<Prova a digitare “nani e ponti sulla Senna”.>>
Lui ubbidì. Sullo schermo piatto venne fuori di tutto, ma nulla che potesse risolvere il loro problema.
<<Digita “nani, persone, vendette. So che è stupido, ma proviamo.>>
Anche lì nulla di fatto.
<<Prova con “nani, incidenti”.>>
Consultando, trovarono alla terza pagina un trafiletto giornalistico che menzionava un incidente stradale procurato da un nano.

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Lun Gen 03, 2022 11:12 pm
L’articolo redatto dai giornali riportava la seguente dicitura:
“27 MARZO 2O11: grave incidente automobilistico all’altezza del Pont d’lèna, Parigi.
Ore 12,30: la vettura condotta da una giovane studentessa di 23 anni residente a Parigi, Alexiane Roux, è uscita di strada nella parte finale del Pont d’léna cercando di evitare, senza riuscirci, un uomo affetto da nanismo, Brice Dupont, che attraversava la strada camminando senza la minima prudenza. L’impatto è stato brutale, l’uomo e stato scaraventato contro il muro a lato della strada e ha perso la vita poco dopo il ricovero in ospedale. La vettura della ragazza ha sbandato e, nella sua folle corsa, ha scavalcato il muretto che divide la parte superiore del ponte da quella inferiore. La macchina si è sfracellata nei pressi delle barche attraccate nella banchina a lato della Senna. Alexiane Roux, in stato di coma, è stata trasportata all’ospedale con urgenza. Dopo alcune ore, l’equipe medica ha dichiarato che lo stato della giovane risulta preoccupante e in prognosi riservata. Dalle prime indiscrezioni, sembra che alcune vertebre si siano rotte e che la ragazza possa restare menomata a vita. Le testimonianze raccolte dalla Gendarmerie, non lasciano dubbi: Brice Dupont, il nano, ha attraversato il ponte in un punto ove vige il divieto di transito per i pedoni. Le prime attestazioni della polizia e del magistrato, scagionerebbero Alexiane Roux dall’imputazione di omicidio colposo.”
Cassandre e Maurice restarono qualche secondo a passarsi sguardi sconcertati.
<<Potrebbe trattarsi di una vendetta del padre di Alexiane afflitto dall‘invalidità della figlia>> affermò la giovane.
<<DNA stretto>> si aggiunse Maurice, <<vi potrebbe essere qualche nesso.>>
Cassandre fece una smorfia, <<ma se questa Alexiane Roux fosse la figlia di uno degli assassini, non giustifico la complicità degli altri. Voglio dire, se la ragazza dell’incidente avesse come padre uno dei due punti interrogativi, gli altri che collegamento avrebbero negli omicidi?>>
<<Non so, potrebbe essere un appoggio.>>
<<In un omicidio? Non credo proprio. Tu aiuteresti ad uccidere una persona che ha massacrato la figlia di un tuo amico?>>
<<No….no….certo che no, ma non siamo tutti uguali.>>
Il discorso si protrasse per un po’ e, nella mente dei due giovani si fece ampio spazio l’idea che il trafiletto giornalistico avesse qualche collegamento con gli omicidi dei nani.
Pressappoco alle sette del tardo pomeriggio, uscirono di casa per adempiere all’impegno preso con Arielle di presentarsi la sera a cena. Si erano chiesti il motivo di quell’invito. Avevano anche pensato ad una convocazione da parte di Masson relativamente alla loro inchiesta segreta.
<<Pensi che abbia saputo qualcosa?>> aveva chiesto Maurice.
<<Tu lascia parlare me>> aveva risposto Cassandre, <<mio zio lo abbindolo come voglio.>>
Non essendoci altro da dire, erano usciti avviandosi verso l’appuntamento con qualche incognita in più.

Mentre rientrava nella sua casa, Masson non poteva non pensare alle parole della poesia e a ciò che aveva illustrato la dottoressa Brunet, del Centro Medico Legale. Soliti concetti, nenia monotona sui rilievi fatti dalla donna di medicina. Il commissario era estremamente preoccupato in relazione allo svolgersi delle indagini. La stampa, i superiori, l’opinione pubblica, tutto concorreva a creargli problemi che, nella sua lunga vita da poliziotto, quasi non aveva mai avuto. Ora mancavano anche le rivelazioni di Lemoine su presunte investigazioni da parte di sua nipote e di quel poliziotto da sottoscala, così lui lo appellava.
Arielle lo salutò come faceva sempre, con quell’affetto che sentiva provenirle da cuore.
<<Cassandre?>>
<<Sarà qui a momenti>> rispose lei, aiutandolo a togliersi l’impermeabile cerato.
Masson si fece una doccia e indossò la solita tuta da casa marrone in tessuto di cotone pesante.
<<E’ andato tutto bene?>> chiese la moglie.
<<Meglio lasciar perdere, non ricordo nella mia vita un caso così complicato.>>
Poco dopo, alla porta d’entrata si presentarono Cassandre e Maurice con un pacchetto finemente confezionato con un nastro rosso.
<<So che sei goloso, zio, ti ho portato un po’ di pasticcini.>>
Saluti, baci, strette di mano, dopodichè tutti si sedettero a tavola con un pollo arrosto guarnito di patate che chiedeva solo di essere assaporato.
<<L’altra notte c’è stato un altro ritrovamento>> rispose Masson alla richiesta della nipote su come andassero i fatti.
<<Un nano?>>
<<Sì’, il terzo, Pisolo per l’esattezza.>>
Cassandre stralunò gli occhi, << scommetto che la trafila è sempre la stessa.>>
<<Questa volta abbiamo trovato la station wagon.>>
La giovane si fece raccontare tutto e, alla fine della spiegazione, chiese sbalordita <<come ha fatto a salvarsi buttandosi nella Senna? Voglio dire, per il freddo.>>
<<Probabilmente si è servito di una barca, rubandola.>>
<<Ma perché tutti questi omicidi?>> subentrò Arielle.
Il commissario allargò le braccia, <<non lo sappiamo, Cristo santo, non siamo venuti a capo di nulla! Anche la station wagon, che avrebbe dovuto presentarci delle prove biologiche, si è dimostrata un buco nell’acqua!>>
<<Sono astuti questi assassini>> dichiarò Cassandre, guardando Maurice con la coda dell’occhio.
<<Assassini?!>> si stupì lo zio, <<perché parli al plurale?>>
Lei arrossì leggermente, <<così, zio, mi è venuta fuori spontaneamente.>>
<<Cassandre, tu mi nascondi qualcosa.>>
La nipote fece un viso da santa appena beatificata.
<<Lemoine….ti dice niente questo nome?>> incalzò il commissario.
<<No, non l’ho mai sentito.>>
<<E tu, Maurice, hai mai sentito questo nome?>>
Il giovane si colorò rosso sangue, <<mi sembra che sia il direttore del reparto archiviazione prove.>>
<<Non mi prendete in giro!!>> sbottò Masson, <<lo conoscete tutti e due, eccome!!>>
Il commissario spiegò chiaramente ciò che Lemoine aveva fatto intendere, <<non ha fatto la spia, ma mi ha fatto capire che voi due state combinando qualcosa.>>
Cassandre e Maurice si passarono sguardi allibiti, <<noi?!>> disse la prima.
<<Badate bene>> proseguì Masson, <<se avete in corso qualche indagine “fai da te”, me lo dovete dire . Investigazioni non autorizzate dalla Gendarmerie, potrebbero risultare un reato penale. Ragazzi, c’è la galera di mezzo! Non scherzateci sopra!>>
I due giovani si guardarono nuovamente, senza sapere esattamente il da farsi. Se avessero rivelato ciò che stavano mettendo in atto, avrebbero perso l’occasione di mettersi in evidenza negli alti gradi della Gendarmerie, se avessero mentito, avrebbero avuto la possibilità di procedere nelle indagini che avevano in corso.
<<Cassandre>> continuò lo zio, <<io tra qualche mese andrò in pensione e, chiaramente, qualcuno dovrà sostituirmi. Questa potresti essere tu. E tu, Maurice, da poliziotto sai bene cosa andresti in contro se venissi accusato di fare indagini per conto tuo. Insomma, ragazzi, ditemi quello che sapete e vi giuro, lo ripeto, vi giuro, che il merito della conclusione del caso, se una conclusione dovrà esserci, sarà vostro. Maurice riceverà un avanzamento di grado con conseguente aumento di stipendio. Tu, Cassandre, sarai proposta dal sottoscritto alla direzione generale della Gendarmerie quale sostituto quando me ne andrò in pensione. Meditate, ragazzi, meditate.>>
Erano davanti ad un difficile bivio. Le parole di Masson avevano colpito nel segno. Le sue
rassicurazioni iniziavano a fare effetto.

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Lun Gen 03, 2022 11:10 pm
<<Bé….in fin dei conti….non hai tutti i torti, zio.>>
Maurice le toccò le gambe con la mano, cercando di spingerla a rivelare ciò che sapevano.
Cassandre cedette e, nel giro di un’oretta, spiattellò tutto ciò che avevano fatto e scoperto. Masson rimase a bocca aperta, quando lei finì l’illustrazione dei fatti.
<<Ma….allora….le indagini che abbiamo eseguito io Neveu e Lucas erano su una pista sbagliata?>>
<<A mio avviso, sì>> rispose la giovane.
Il commissario si versò un goccio di amaro e si mise a riflettere. Le confessioni della nipote avevano senza dubbio un valido fondamento.
<<Avete già controllato le registrazioni incise sul ricettore della cimice?>>
<<Quando torneremo a casa.>>
Masson si passò le mani sul mento, <<se vi facevate dare una cimice con la telecamera, avevamo anche le immagini.>>
Maurice apri le braccia, <<non c’è venuto in mente.>>
<<Domani, comunque, alle nove di mattina vi voglio alla Gendarmerie, dobbiamo parlare di tante cose.>>

Discussero sino a mezzanotte inoltrata. Quando Cassandre se ne stava andando insieme al compagno, lo zio aveva espresso i suoi apprezzamenti alla loro perspicacia su come avevano affrontato il caso, <<sarai un ottimo commissario>> dichiarò alla nipote, <<e tu>> disse rivolgendosi a Maurice, <<sarai tenuto in conto e raccomandato dal sottoscritto per un avanzamento di grado, se non, addirittura, un trasferimento alla “Omicidi“.>>
Quando si allontanarono dallo stabile di Masson, piovigginava leggermente e faceva anche un po’ freddo. Cassandre non era contenta di aver rivelato i fatti allo zio. Tra sé e sé pensava che tutto il lavoro messo in atto era andato a pallino. I componenti della Gendarmerie si sarebbero impossessati delle loro scoperte e avrebbero fatto di testa loro.
<<Io non ci sto!!>> sbottò durante il viaggio, <<se vorranno andare avanti loro, dovranno dipendere dalle nostre decisioni!>>
La pioggia stava aumentando e Maurice era intento a guardare la strada attraverso il parabrezza a stento deterso dai tergicristalli.
<<Ti comprendo>> asserì il giovane, <<ma la facoltà di arrestare le persone spetta alla legge, non a noi.>>
Quando giunsero nell’appartamento, notarono la piccola luce rossa del ricettore accesa ed in opera. Dopo essersi asciugati e svestiti, iniziarono a controllare le registrazioni riavvolgendo il nastro sino all’inizio.
Premuto play, la riproduzione iniziò con la voce di un uomo che si confessava. Maurice pigiò il tasto avvolgimento rapido e si fermò su un’altra confessione. Anche lì, nulla, si trattava solo di un uomo anziano che esponeva le sue blande violazioni alle regole di nostro Signore. Per circa un’ora, i due giovani proseguirono velocizzando le parti silenziose e ascoltando i tratti importanti. Stavano per fermare le riproduzioni e riapplicare il registratore al ricettore, quando la voce di una confessione attirò l’attenzione di Cassandre, <<ascolta questa voce!>> disse animatamente, <<l’ho già sentita! Torna all’inizio!>>
Maurice ubbidì e il registratore iniziò a riprodurre le voci della confessione: <<ho peccato, padre, e vorrei renderne conto a nostro Signore>>….<<Quali peccati hai fatto?>>….<<Gravi, padre gravi!>>….<<Per Dio il perdono si offre anche al grande peccatore.>>….<<Ho ucciso, padre, ho ucciso un uomo.>>….<<Vai avanti, figliolo.>>….<<L’ho ucciso barbaramente, come solo un animale sa fare.>>….<<Prosegui.>>….<< Un nano, padre, ho trucidato un nano.>>
Cassandre fermò lì la registrazione, <<hai sentito le voci?>>
Maurice le porse lo sguardo, <<sì, ho riconosciuto quella del confessore, mi pare sia il segretario del vescovo, ma non conosco l‘altra.>>
<<Anch’io ho riconosciuto il segretario del vescovo e anche quella del confessato, ma non ricordo…, vai avanti, comunque.>>
Maurice pigiò il tasto play e la riproduzione riprese: <<vai avanti, figliolo>>….<<Non riesco a dimenticare, a perdonare, a graziare colui che ha fatto del male a mia figlia.>>….<<Come tu cerchi il perdono da Dio, devi saperlo anche dare a chi ti ha causato dispiaceri.>>….<<Lo so, padre, lo so….ma quei piccoli uomini sono malvagi, perversi, non hanno il diritto di vivere in questo mondo.>>….<<Non bestemmiare, figliolo, chiunque ha il diritto di esistere, è nostro signore che l’ha creato.>>….<<Domando umilmente che lei mi assolva da questo terzo peccato, so che chiedo molto, ma glielo invoco con pentimento.>>….<<Come servo di Dio nella confessione, posso darti l’assoluzione, ma come uomo non sono d’accordo. Comunque ti impongo una sanzione di dieci “Atto di Dolore”, dieci “Atto di Carità” e dieci “Atto di Fede”. In quanto servo di Dio e rappresentante della sua misericordia: ego te absolvo a peccatis tuis in nomine Patris et Filii et Spiritus Sancti.>> Proseguì un attimo di silenzio, poi il colloquio ricominciò, <<non voglio più confessarla, sono stufo dei suoi delitti….>>
Cassandre bloccò la registrazione, <<hai sentito?>> disse al compagno, <<il confessore è passato dal “tu” al “lei” dopo l’assoluzione.>>
Lui annuì e pigiò nuovamente il tasto play.
<<Sono stanco di confessare un assassino e costretto a tacere le sue barbarie. Perché non si rivolge ad un altro prete?>>
Nonostante stettero svariati minuti ad ascoltare il seguito della registrazione, il discorso tra confessore e peccatore fini lì.
Riascoltarono la stessa riproduzione molte volte, per poi fermarsi a riflettere.
<<Che mi lascia allibita>> asserì Cassandre, <<è la voce del confessato che io conosco ma alla quale non so dare un volto. E quel “lei”, poi, usato dopo l’assoluzione. Voglio dire, solitamente il parroco da sempre del “tu” anche fuori dalla confessione, per quale motivo sarebbe passato al “lei”? Il fatto, poi, che l‘assassino si sia confessato in una chiesa non aperta al pubblico, mi pone dei dubbi>>
<<Questo è vero>> replicò il compagno, <<non è una parrocchia, la chiesa nel palazzo del vescovo resta una peculiarità esclusiva di personaggi del mondo ecclesiastico, quindi, ministri del culto.>>
<<Con questo punto di vista, secondo te l’assassino potrebbe essere un prete che vive nel palazzo del vescovo?>>
<<Non necessariamente, potrebbe provenire da qualsiasi altro ambiente ecclesiale. Anche essere una persona importante, non so, un cardinale, insomma, qualcuno al quale bisogna dare del “lei”.>>
<<Ricapitolando>> proseguì Cassandre, <<e sempre secondo una nostra logica personale, gli assassini dovrebbero essere tre: fra’ André, fra’ Vincent, e un altro ecclesiastico di un certo rango elevato.>>
<<Poi vi sarebbe colui che cattura e trasporta i nani. Comunque, Cassandre, sono solo ipotesi….Devi tenere anche presente che i registratori sfalsano le voci e quella che tu hai riconosciuto potrebbe non avere riscontri.>>
<<Ipotesi un paio di scatole!! Il capello grigio di fra’ André è una prova, non un’eventualità! La terra trovata sotto le scarpe del primo nano è proprio quella che abbiamo raccolto intorno all’abbazia! Gli assassini, per me, sono tutti preti o monaci e ammazzano in quel monastero!>>
Maurice rimase un attimo pensieroso, <<e della figlia menzionata nella confessione, come la mettiamo? Gli ecclesiastici, generalmente, non hanno figli.>>
<<Generalmente. Ma potrebbe anche essere che la ragazza menzionata nel servizio giornalistico,
Alexiane Roux, sia la figlia di uno dei tre.>>

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Lun Gen 03, 2022 11:09 pm
<<Cassandre>> s’infuriò lui, <<ora ti stai infilando nelle ipotesi fantascientifiche! Del resto il personaggio della confessione potrebbe essere un amico stretto del segretario del vescovo, potenzialmente anche non un ecclesiastico, infatti altri due uomini si sono confessati.!>>
<<Potrebbe!>>
Dopo la una, al termine di un lungo scambio di idee, si sdraiarono nel letto. Maurice si addormentò subito, fiaccato dalla difficile giornata. Cassandre, invece, restò con gli occhi inchiodati nella semiluce della camera a riflettere. Le scorrevano nella mente gli ultimi avvenimenti: le rivelazioni allo zio, il fatto di poter essere un futuro membro importante della Gendarmerie, la confessione, la ragazza dell’incidente, la voce del peccatore, in sostanza, la trottola dei pensieri si fermò intorno alle tre, ora nella quale serrò gli occhi in un sonno profondo.
Nel momento in cui entrava nel suo ufficio, Masson diede un’occhiata al calendario notando la data del 21 novembre 2011. Erano le sette di mattina e, fissando fuori dalle finestre di legno pitturato di bianco, notò che l’autunno palesava un futuro accordo con l’inverno, in realtà, la pioggia caduta tutta la notte si stava combinando con fiocchi nivei che si squagliavano lambendo il suolo.
Sapeva che Cassandre e Maurice dovevano recarsi a rapporto alle nove della mattina e, essendo presto, decise di recarsi nell’ufficio di Lucas per anticipare le rivelazioni che avrebbero dovuto fare i due giovani.
Prima passò da Neveu che, come lui, giungeva alla Gendarmerie sempre molto presto.
<<Oilà, capo, dormito bene?>>
Masson annuì.
<<Sto cercando il riferimento ad un indirizzo di una setta di Satana, da quanto….>>
<<Lascia stare, non cercare nulla>> lo arrestò il commissario, <<ci sono importantissime novità, dobbiamo scartare l’indagine sulle sette del diavolo e tutte quelle che abbiamo svolto sino ad ora.>>
<<Ah!>>
<<Appena arriverà Lucas>> spiegò Masson, <<andremo nella sala conferenze ad aspettare mia nipote e Maurice, il poliziotto della narcotici.>>
<<Certo….certo, capo, ma, non per essere curioso, cosa c’entrerebbero tua nipote e quel poliziotto?>>
<<Hanno tra le mani il bandolo della matassa.>>
<<Matassa?!>>
<<Insomma, Neveu, dai tempo al tempo, alle nove, quando arriveranno, comprenderai quello che sto dicendo.>>
<<Ok, Jacques, ok, ma un piccolo acconto me lo puoi anche anticipare!>>
<<Pare che siano sulle tracce di quattro persone implicate con gli omicidi dei nani.>>
<<Quattro?….Ma loro come fanno a sapere?….>>
<<Probabilmente sarebbe più consono dire “come abbiamo fatto noi a non pensarci”!>>
Intorno alle nove Masson e Neveu si recarono nell’ufficio di Lucas, che era arrivato da poco. Quando giunsero anche Cassandre e Maurice, tutti si recarono nella sala conferenze accomodandosi nelle sedie in finta pelle color tabacco.
<<Abbiamo dovuto prendere un taxi>> spiegò la giovane, <<questa mattina, quando siamo usciti, la macchina di Maurice era praticamente distrutta.>>
<<Diciamo bruciata>> aggiunse il compagno.
<<Bruciata?!>> allibì Masson.
<<Molto probabilmente dal tizio che ci ha fatto visita due notti fa.>>
<<Bruciata?….Tizio?…Gradirei una spiegazione dettagliata!>> intervenne Lucas.
Masson arrossì leggermente e pregò la nipote di dettagliare al grande capo il frutto delle loro indagini. Nel giro di mezz’oretta, non tralasciando alcunché, la giovane mise al corrente i poliziotti del loro operato partendo proprio dall’inizio: il crocifisso con il Cristo nero, per poi giungere alla fine: la cimice nel confessionale. Quando ebbe finito, Cassandre pregò Lucas di non fare rapporto a Lemoine perché artefice e ottimo cooperatore nelle loro investigazioni.
<<Prendermela con Lemoine?!>> abbaiò il grande capo, <<lo proporrò per un avanzamento di carriera!>>
<<Insomma>> aggiunse Maurice, <<so che abbiamo contravvenuto alle regole della Gendarmerie e della legge, ma l’abbiamo fatto solo per un buon fine.>>
Lucas si soffermò a riflettere, poi aggiunse, <<un commissario e un vice battuti da due pivelli, c’è da riderci sopra.>>
Masson e Neveu arrossarono come un bel tramonto estivo.
Lucas si alzò e si recò nel suo ufficio, <<aspettatemi qui, dobbiamo parlare>> ingiunse prima di uscire. Quando ritornò, aveva tra le mani un distintivo della Gendarmerie nuovo di pacca, <<questo è per lei>> disse consegnandolo a Cassandre, <<per ora in forma ufficiosa, ma in futuro le giuro che diventerà una componente importante della sezione “Omicidi”.
La giovane lo prese tra le mani restando con la bocca aperta, <<ma io….>>
<<Nessun ma>> la bloccò il grande capo, <<per me, ora, fa parte del nostro gruppo.>>
Due lacrime scesero dal volto della ragazza che, senza riuscire ad esprimere sentimenti, fece cenno di ringraziamento con un lieve movimento della splendida testolina bionda e nera. Lo zio la accarezzò con orgoglio, ma anche con un po’ di sana invidia che ti travolge nei momenti che ti senti di poco conto.
<<Allora>> iniziò Lucas, <<la signorina Masson….>>
<<Cassandre, il mio nome è Cassandre, e mi dia del tu, grazie.>>
<<Sì, appunto, stavo dicendo, tu Cassandre, insieme a Maurice, effettuerete indagini sulla ragazza dell’incidente stradale, come si chiama?>> dopo un’occhiata agli appunti, Lucas proseguì, <<Alexiane Roux. Cercherete di capire che attinenza ci sia tra l’incidente mortale, gli omicidi e il famoso DNA stretto. Masson e Neveu farete arrestare questo fra’ André e fra’ Vincent….>>
<<Non sono d’accordo>> lo interruppe Cassandre, <<se lei facesse catturare i due monaci, gli altri implicati si dileguerebbero prima di conoscere la loro identità!>>
Lucas rimase un attimo risentito: non era avvezzo a prendere ordini o opposizioni. Ma sapeva anche che la giovane era una criminologa laureata, non una sprovveduta. I risultati lo confermavano.
<<Certamente>> assentì <<ma il capello bianco è una prova schiacciante e l’interrogatorio dei due frati potrebbe portare ad una risoluzione del caso.>>
<<Non credo>> subentrò Maurice, <<se sottoposti a interrogatorio, si avvarrebbero della facoltà di non rispondere e, per noi, sarebbe un disastro.>>
Lucas si trattenne a riflettere, poi decretò <<sta bene, Cassandre sarà a capo del gruppo e prenderà decisioni autonomamente. Il caso è tuo, giovane poliziotta, in bocca al lupo.>>
La confusione le bloccò le corde vocali e la naturale risposta “crepi“ rimase incollata nella sua gola tappata dallo sbigottimento.
Ma poi si riprese, <<ok>> disse balbettando, <<tu, zio, insieme a Neveu, andrete al “Convento del Sole” vestiti da frati. Vi infiltrerete cercando di scoprire una qualche traccia utile all’inchiesta. Da grandi poliziotti quali siete non sta a me dirvi come dovrete comportarvi. Io e Maurice rintracceremo Alexiane Roux cercando di capire che attinenza ci possa essere tra lei e uno degli assassini.>>
Masson e Neveu fecero un sorriso malizioso condito con un po’ di invidia e orgoglio ferito.
<<Avete detto che conoscete le voci incise nel registratore della cimice>> domandò Lucas, rivolgendosi ai due giovani, <<come intendete comportarvi?>>
Maurice tirò un sospiro e allargò le braccia, <<una l’abbiamo riconosciuta perfettamente in quella del segretario del vescovo, l’altra l’abbiamo ascoltata per un’ora ma, pur premettendo che risulta nota a Cassandre, non riusciamo a captarne il possessore.>>

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Lun Gen 03, 2022 11:07 pm
Il grande capo si rivolse poi a Masson e Neveu, <<telefonerò immediatamente al cardinale Serge Giraud, che voi già conoscete, e gli spiegherò che sono in corso operazioni di polizia. Gli imporrò di telefonare al Convento del Sole per avvisare che stasera giungeranno due frati nuovi che dovranno essere ospitati per qualche giorno.>>
Masson si fece serio, <<qualche giorno?!>>
Il viso di Lucas s’indurì, tanto da far soprassedere commissario e vice da qualsiasi rimostranza potessero tirare in ballo. <<Del resto>> li richiamò, << dopo abbondanti cappellate, penso che sia il minimo che possiate fare!>>
In quel momento giunse nella sala conferenze un messo della Scientifica e consegnò a Lucas il dossier dell’omicidio dell’ultimo nano. Era molto breve e il grande capo lo lesse velocemente: <<nulla di che>> dichiarò, <<niente documenti, solito crocifisso con il Cristo nero, nessuna impronta, nessuna prova biologica e neanche qualche denuncia di persona scomparsa, insomma, lo zero assoluto….Cristo santo!>>
Lucas entrò in riflessione, poi aggiunse <<sappiamo dalle analisi della terra raccolta fuori dal monastero che gli omicidi si sono svolti lì. Quindi, voi due>> disse rivolto a Masson e Neveu, <<andate nel magazzino a ritirare due abiti da monaco e partite subito per Chambéry. Maurice vi spiegherà la strada per raggiungere il “Convento del Sole”.>>

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Lun Gen 03, 2022 10:53 pm
ALE 51 ha scritto:Ok ora il capitolo 18....grazie Nanni per  tuoi elogi, ma sono io che ringrazio te di avermi messi a disposizione un forum così variegato e bello. Bé sed quella gentil signorina si mettesse in contatto potremmo collaborare alla ricerca del romanzo "impossibile".

Ah , sapessi quanto è simpatica  @Katyanefertari oltre che brava in questa sua professione.
La saluto da qui ,se ci sta leggendo e, sono sicuro che sarebbe bello vedervi scambiare dei pareri e delle recensioni sulle vostre opere  .  


Ciao ciao
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Intanto seguo le vicende del tuo romanzo...sono leggermente indietro per via delle feste , ma tu pubblica lo stesso che poi ti raggiungo.
 Fantasink & company - Pagina 4 1f609 

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