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Belibu
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Era il caso? Cosa è stata la Brigata Ebraica  Brigat10

Giorni fa, per la festa del 25 aprile, sono successe delle cose che mi hanno lasciato assai perplessa e triste.
Giovani universitari (e questo mi stupisce) hanno contestato la Brigata ebraica riempiendola di insulti e peggio. Ma lo sanno chi sono stati questi uomini? E, soprattutto, lo sanno che con la questione degli scontri in medioriente c'entrano come i cavoli a merenda?
Così riporto qua sotto l'intervista all'ultimo sopravvissuto della brigata. Tanto per fare chiarezza. 

Quando sente che la parola d’ordine nelle piazze antagoniste sarà “25 aprile antifascista e antiosionista” sussulta. “E’ un manifesto di ingratitudine nei confronti del contributo che abbiamo dato alla Liberazione dell’Italia”. Ultimo superstite italiano della Brigata ebraica, Piero Cividalli ha 98 anni e vive oggi poco lontano da Tel Aviv. “Mai come quest’anno l’ostilità arriva forte fin qui”. Gli studenti sono quelli che gli procurano più dolore, perché il suo bisnonno, Alessandro D’Ancona, è stato rettore della Normale di Pisa, una delle università che hanno interrotto la cooperazione accademica con Israele.“Il boicottaggio è un’infamia che non mi sarei mai aspettato di vedere”, dice accennando anche ai finanziamenti che la sua famiglia ha versato all’ateneo. “Ci hanno già cacciato dall’Europa. Ora gli studenti vorrebbero cacciarci anche da questo posto in cui abbiamo trovato rifugio?”.Aveva dodici anni quando scappò dall’Italia con il padre, un importante architetto fiorentino, per scampare alla persecuzione fascista. “Mio padre era stato medaglia d’oro nella Prima guerra mondiale. Visse le leggi razziali come un tradimento personale”. Prima ripararono per nove mesi a Losanna, poi trovarono rifugio in Palestina. La madre, invece, era stata compagna di classe di Nello Rosselli ed entrambi i fratelli Rosselli erano amici di famiglia. “Quando li uccisero, capimmo subito che sarebbe cambiato tutto. Ero piccolo. Ma diventai immediatamente antifascista”. Compiuti i diciott’anni in Palestina, Cividalli si arruola volontario. Entra nella Brigata ebraica, inquadrata nell’esercito britannico. Si addestra in Egitto. Poi viene spedito nell’Europa in guerra. Sbarca a Taranto e risale la Penisola. “Trovai l’Italia in macerie. Piena di profughi. Irriconoscibile. Molti di noi si dedicarono a soccorrere clandestinamente i sopravvissuti dei campi di concentramento. Un’esperienza atroce”.Storie come la sua sono una costante nelle biografie dei ragazzi della Brigata ebraica, in maggioranza composta da gente cacciata dall’Europa e in Europa tornata per liberarla. Quello che era poco noto, invece, lo racconta oggi un libro che non sarebbe mai potuto essere scritto senza la cooperazione universitaria tra l’Italia e Israele, ciò che gli studenti pro palestinesi chiedono furiosamente di cancellare ai propri atenei, e in alcuni casi sono riusciti a ottenere, con la complicità dei professori. Si chiama "La brigata ebraica tra guerra e salvataggio dei sopravvissuti alla Shoah" (Silvio Zamorani Editore). L’ha scritto un giovane ricercatore, Stefano Scaletta, studiando gli archivi israeliani, italiani e britannici. In essi ha scoperto che, oltre a dare un contributo militare alla liberazione, la Brigata ebraica ha soccorso, clandestinamente, gli scampati dai lager.“A partire dall’estate del 1944”, racconta Scaletta, “dal centro dell’Europa, dove era pericoloso rimanere, i sopravvissuti dei campi si spostarono in massa verso l’Austria e di lì al confine con l’Italia. Qui i soldati della Brigata ebraica, contro le regole dell’esercito britannico, che osteggiava il trasferimento degli ebrei in Palestina, aiutarono i profughi a passare il confine illegalmente, organizzando staffette sul Tarvisio, trasportandoli con le jeep militari, fornendo cibo, vestiti, protezione”. Una volta in Italia, gli ebrei raggiungevano le grandi città o le città dai grandi porti, dai quali partivano i trasferimenti per la Palestina. La nonna di Scaletta era una bambina sfollata durante la guerra. Quando tornò a Milano, finalmente fuori pericolo, frequentò una scuola riaperta dalla Brigata ebraica, a via Eupili 8. I soldati facevano da maestri, insegnando in svariate lingue. Lo stesso Piero Cividalli ha passato il resto della vita a insegnare Storia dell’arte. Sicché è difficile stabilire se sia oggi più ripugnante osteggiare la Brigata ebraica per il ruolo che ebbe nella Liberazione. Oppure per il soccorso che prestò, a rischio della pelle, ai sopravvissuti di Auschwitz. “Ma non si vergognano neanche un po’?”, domanda Cividalli.

Ecco, mi auguro che serva qualcosa, ma temo che chi è convinto di avere la verità in tasca non legga neppure (i libri di storia, figurarsi un post!) 

Scusate, ma questa cosa mi gravava sullo stomaco. 

A Nanni e Dalila piace tantissimo ♥♥♥♥

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Commenti

Nanni
Ciao  @Belibu comprendo benissimo il tuo stato d'animo per quanto successo e hai descritto e, per quanto succede al mondo , dove studenti universitari di democrazie creano disordine mettendosi dalla parte sbagliata della storia . 

Oppure c'è una regia che li strumentalizza , sennò non si spiega perché stanno dalla parte dei terroristi che hanno massacrato della gente innocente solo perché in territorio Israeliano.

Se non ci fosse il precedente delle torri del 11 settembre con oltre 3 mila morti in un giorno solo, questo fatto terribile che hanno fatto questi di Hamas uccidendo indiscriminatamente bambini , anziani, giovani , con violenze di ogni tipo , sarebbe il fatto più criminale della storia .

Ma siccome ce ne stato uno più terribile in precedenza , quasi sembra non interessare.
Tanto più che ce la retorica poi che gli israeliani  si meritano di morire male , perché sono cattivi...

C'è da chiedersi : ma perché sarebbero oppressi i palestinesi ? 

Non accettano che vivano accanto ad uno stato Israeliano che si difende dalla natura religiosa estremista di terroristi dalla nascita che desiderano morire per una causa persa immolandosi al "sacrificio" estremo.

Ecco, mi domando ; che facoltà universitaria hanno fatto  o stanno facendo chi va a manifestare pro palestina ?

Proprio per religione i palestinesi hanno la cultura della morte , non ci appartiene quella cultura , hanno la cultura di opprimere, soprattutto le donne e, i loro famigliari guerriglieri si fanno pure scudo con loro , ma ...la cosa ancora più terribile è che, chi è in quelle condizioni in palestina è pure contento , perché secondo loro è giusto morire e far morire bambini della loro stessa etnia diventando martiri ...( ignoranza)

Bambini innocenti , certo, morti per le bombe degli israeliani che bombardano siti da cui partono attacchi missilistici , ovviamente con famiglie tutte intorno ....cosi se li uccidono la colpa è sempre di chi si difende e che ora ha perso la pazienza e vuole estirpare i terroristi dalla terra dei palestinesi ...e siccome sono tutti terroristi è chiaro che un numero enorme come 35 mila morti tra loro fa notizia.

 In definitiva gli studenti universitari, vadano dai palestinesi a dire a loro che avere un terrorista in famiglia armato sino ai denti per ammazzare senza pietà gli altri, è una cosa sbagliata .

Che devono pregare per la pace , devono restituire gli ostaggi alla quale hanno massacrato le famiglie al popolo Israeliano. 

I studenti italiani e dell Europa e del mondo ancor più benestanti di noi , invece di favorire i terroristi, con le loro "battaglie" di resistenza , chiedano ad Hamas ( governo dei palestinesi)  di essere scambiati con gli ostaggi rapiti il 7 ottobre e chiedano di fare loro gli scudi umani .

E per favore , basta con il negazionismo della storia.

A Dalila e Belibu piace tantissimo ♥♥♥♥

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