Maggie Smith
Sab Ott 05, 2024 4:01 pm
L'attrice, un punto di riferimento di Hollywood, si è spenta a 89 anni, lasciando dietro di sé ruoli memorabili. Maggie Smith, nata il 28 dicembre 1934 a Ilford, nell'Essex, ha lasciato un segno profondo nel cinema, nel teatro e nella televisione grazie a una carriera straordinaria durata oltre sette decenni. La sua versatilità, che le ha permesso di interpretare ruoli sia drammatici che comici, ha conquistato il pubblico mondiale. Maggie ha vinto i più importanti riconoscimenti del settore, tra cui Oscar, BAFTA, Tony Award e Golden Globe, dimostrando un talento eccezionale che continua a ispirare attori di ogni età.
Fin da giovane, Maggie ha mostrato una forte passione per il teatro. Dopo aver frequentato la Oxford High School e la Oxford Playhouse, la sua carriera teatrale è decollata negli anni ’50. Uno dei suoi primi successi fu il ruolo di Desdemona in Otello accanto a Laurence Olivier. La lunga collaborazione con la National Theatre Company le ha poi permesso di interpretare numerosi classici, confermandola come una delle attrici più brillanti del teatro britannico.
La fama internazionale è arrivata nel 1969 con il suo primo Oscar come Migliore Attrice per La strana voglia di Jean. Questo ruolo anticonformista l'ha resa una figura di rilievo nel panorama cinematografico mondiale. Nel 1978 ha poi vinto il secondo Oscar come Migliore Attrice Non Protagonista per California Suite, dimostrando ancora una volta la sua incredibile versatilità.
Nonostante il successo già consolidato, Maggie Smith è diventata nota a una nuova generazione grazie ai film Sister Act del 1992 e Sister Act 2 del 1993, in cui interpretava la Madre Superiora accanto a Whoopi Goldberg, e successivamente nei panni della Professoressa Minerva McGranitt nella saga di Harry Potter. Con questo ruolo, la rigida ma compassionevole insegnante di Hogwarts, Maggie è diventata una vera e propria icona pop, guadagnandosi l’affetto di milioni di spettatori di ogni età e lasciando un’impronta indelebile nella cultura cinematografica globale.
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Alain Delon 18 Agosto 2024
Dom Ago 18, 2024 10:44 am
“Sono un attore. Un attore recita, passa anni a imparare, mentre l'attore vive. Ho sempre vissuto i miei ruoli. Non ho mai giocato. Un attore è un incidente. Sono un incidente. La mia vita è un incidente. La mia carriera è un incidente»
Alain Delon, 1935-2024,18 Agosto aveva 88 anni
Alain Delon, 1935-2024,18 Agosto aveva 88 anni
...scompare un attore leggendario, irripetibile, che ha lavorato con alcuni dei migliori registi della storia del cinema. Performer iconico, bellissimo, dallo sguardo penetrante. Un'energia vitale e una presenza fisica ipnotica. Semplicemente un gigante.
Lo ricordo cosi tra le migliori sue interpretazioni con Claudia Cardinale nel film IL Gattorpardo
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Jessica e Ivano: "o famo strano"
Dom Lug 07, 2024 9:37 pm
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Re: Indimenticabili
Mar Mag 14, 2024 1:13 pm
Attenti a quei due introduce il modello della fashion fiction che sarà poi esaltato da Miami Vice
Già dalla sigla – realizzata da John Barry (1933-2011), autore delle musiche dei film di James Bond – si comprendeva che Attenti a quei due introduceva elementi di estrema originalità nel panorama televisivo.
The Persuaders
The Persuaders Theme è infatti contraddistinto da elementi iconici di cupa tensione (enfatizzati dall’utilizzo di uno strumento di origine araba, il qanun).
Suoni
Suoni che sembrano preannunciare un contenuto diametralmente opposto a quello che in realtà è di norma lo stile di Attenti a quei due. Cioè ironico, dissacrante e a tratti umoristico.
La storia dei personaggi nella sigla introduttiva
La famosa introduzione, dividendo lo schermo in due sezioni (rossa e blu) ripercorre le storie personali dei due protagonisti.
Danny e Brett
Danny Wilde (Tony Curtis, pseudonimo di Bernard Schwartz, 1925-2010) e Brett Sinclair (Roger Moore, 1927-2017), dalla nascita al successo nei rispettivi ambiti sociali.
Pari livello per contratto
I titoli furono realizzati affinché nessuno dei due attori potesse avere una importanza maggiore all’interno della serie. Una clausola che sia Moore sia Curtis avevano stipulato quando avevano accettato di essere co-protagonisti.
Il vero Tony da bambino ed il figlio di Roger
Curiosità: la foto del bambino Danny Wilde è una reale foto d’infanzia di Tony Curtis, mentre quella di Brett Sinclair è il figlio di Roger Moore, Geoffrey (1966).
Innovazione
Attenti a quei due (The Persuaders), prodotto tra il 1970 ed il 1971 in Gran Bretagna e trasmesso in Italia a più riprese tra il 1974 ed il 1981 fu una serie decisamente destabilizzante rispetto alle precedenti del genere.
Il contrasto
Basata sul contrasto tra due protagonisti completamente diversi, la serie vedeva da una parte Daniel (Danny) Wilde, un miliardario statunitense che, cresciuto in un ambiente povero, aveva fatto fortuna con il petrolio e le speculazioni in borsa.
L’arricchito ed il ricco
E, dall’altra, Lord Brett Sinclair, che era, invece, un ricco nobile inglese dedito alla carriera sportiva ed alla bella vita. In altri termini: il sogno americano vs la vita di rendita inglese.
Prologo
I due vengono in contatto in Costa Azzurra a seguito di un misterioso invito che poi comprenderanno provenire dal giudice (in pensione) Fulton (Lawrence Johnson, 1908-1992).
Persuasori
Il quale, anche per aiutarli ad uscire dall’oziosa ed improduttiva vita che conducono, li coopta per combattere il crimine come persuasori privati.
Il problema della traduzione
Da cui il titolo The Persuaders,che nella versione italiana perde completamente il suo originario significato.
Amici per forza
Wilde e Sinclair, sebbene all’inizio non si sopportino, divengono presto amici.
Complementari
E soprattutto elementi complementari nello svolgimento del proprio ruolo di giustizieri in conto terzi.
100.000 sterline a puntata
Come dicevamo in apertura, Attenti a quei due fu una serie realizzata con criteri inusuali, non solo per l’altissimo budget a puntata (100.000 sterline del tempo).
Gli stadi della carriera
Ma anche perché metteva due star ad uno stadio di carriera esattamente opposto: Tony Curtis, in declino dopo i fasti degli anni Cinquanta e Roger Moore in estasi artistica dopo il successo de Il Santo.
Curtis senza controfigura
La presenza di Curtis, notoriamente spericolato, consentì di condurre scene di alta azione senza l’aiuto di stuntman, esaltando altresì un’altra caratteristica della serie (ripresa poi da Miami Vice).
Le auto
Quella dell’impiego di vetture di alta prestazione che caratterizzavano la personalità dei protagonisti.
I modelli
Danny Wilde guidava infatti una Ferrari Dino 246 GT rossa con guida a sinistra, targata MO 221400 (MO è la sigla di Modena, la provincia in cui si trova la Ferrari, quando le targhe italiane avevano questa caratteristica). Brett Sinclair aveva invece una Aston Martin DBS gialla con guida a destra.
Le targhe
Come nella serie Il Santo il personaggio di Roger Moore ha targhe personalizzate delle sue iniziali: per Simon Templar erano “ST 1”, quelle di Brett Sinclair sono “BS 1”.
Due versioni
Molte scene di Attenti a quei due vennero girate in due versioni: la prima volta si seguiva fedelmente il copione, poi si lasciavano Curtis e Moore liberi di improvvisare.
Europa
La cornice europea della serie fu una delle chiavi del successo. Va però rimarcato che non tutte le puntate furono improntate alla leggerezza e all’ironia, essendo presenti diverse sceneggiature drammatiche e/o di spessore socio-culturale.
Il passato che ritorna
Una chiave della narrazione della fiction fu il classico schema del “passato che ritorna”; quasi sempre per ferire.
Gli abiti
L’altra peculiarità che sarebbe stata ripresa da Miami Vice era l’attenzione per gli abiti, che numerose volte in ogni puntata cambiavano, lanciando vere e proprie mode.
Giubbotti, stivali e foulard
E il caso, per esempio, dei giubbotti con cerniera obliqua e degli stivali alti da uomo (di Danny Wilde), del foulard (Brett Sinclair, i cui abiti erano disegnati dallo stesso Moore) e di alcuni vezzi.
I guanti
Come i guanti che Danny Wilde portava sempre senza apparente ragione (abitudine di Tony Curtis trasportata nel suo personaggio).
Il fumetto (italiano)
Cavalcando il successo enorme della serie tv, in Italia, tra l’agosto 1975 e il maggio 1977, fu pubblicato un fumetto dedicato alle avventure di Danny Wilde e Brett Sinclair, intitolato sempre Attenti a quei due.
300 lire
La pubblicazione, con cadenza trimestrale al prezzo di 300 lire a numero, era della Editrice Cenisio, che aveva sede in via Jacopo della Quercia 14 a Milano.
I film
Come accaduto per la serie S.H.A.D.O UFO, uscirono al cinema anche 5 film che in realtà erano una sorta di collazione di episodi della serie, secondo una deleteria moda in uso al periodo.
Il remake
Dagli anni ’80 si è parlato più volte di un remake della serie o della realizzazione di un film. Arrivando anche ad ipotizzare anche i protagonisti: Hugh Grant (1960) nella parte di Lord Brett Sinclair, George Clooney (1961) in quella di Danny Wilde e Michael Caine (1933) per quella del giudice Fulton.
Niente da fare
Tuttavia non se ne fece nulla, così anche come cadde nel nulla il progetto di riedizione di Attenti a quei due con Ben Stiller (1965, Danny Wilde) e Steve Coogan (1965, Brett Sinclair).
Ma nessuno sarebbe stato all’altezza
La spiegazione data per le rinunce è che l’associazione assoluta dei due personaggi con gli attori originari non avrebbe permesso ad un remake di ripetere il successo della fiction degli anni ’70.
Già dalla sigla – realizzata da John Barry (1933-2011), autore delle musiche dei film di James Bond – si comprendeva che Attenti a quei due introduceva elementi di estrema originalità nel panorama televisivo.
The Persuaders
The Persuaders Theme è infatti contraddistinto da elementi iconici di cupa tensione (enfatizzati dall’utilizzo di uno strumento di origine araba, il qanun).
Suoni
Suoni che sembrano preannunciare un contenuto diametralmente opposto a quello che in realtà è di norma lo stile di Attenti a quei due. Cioè ironico, dissacrante e a tratti umoristico.
La storia dei personaggi nella sigla introduttiva
La famosa introduzione, dividendo lo schermo in due sezioni (rossa e blu) ripercorre le storie personali dei due protagonisti.
Danny e Brett
Danny Wilde (Tony Curtis, pseudonimo di Bernard Schwartz, 1925-2010) e Brett Sinclair (Roger Moore, 1927-2017), dalla nascita al successo nei rispettivi ambiti sociali.
Pari livello per contratto
I titoli furono realizzati affinché nessuno dei due attori potesse avere una importanza maggiore all’interno della serie. Una clausola che sia Moore sia Curtis avevano stipulato quando avevano accettato di essere co-protagonisti.
Il vero Tony da bambino ed il figlio di Roger
Curiosità: la foto del bambino Danny Wilde è una reale foto d’infanzia di Tony Curtis, mentre quella di Brett Sinclair è il figlio di Roger Moore, Geoffrey (1966).
Innovazione
Attenti a quei due (The Persuaders), prodotto tra il 1970 ed il 1971 in Gran Bretagna e trasmesso in Italia a più riprese tra il 1974 ed il 1981 fu una serie decisamente destabilizzante rispetto alle precedenti del genere.
Il contrasto
Basata sul contrasto tra due protagonisti completamente diversi, la serie vedeva da una parte Daniel (Danny) Wilde, un miliardario statunitense che, cresciuto in un ambiente povero, aveva fatto fortuna con il petrolio e le speculazioni in borsa.
L’arricchito ed il ricco
E, dall’altra, Lord Brett Sinclair, che era, invece, un ricco nobile inglese dedito alla carriera sportiva ed alla bella vita. In altri termini: il sogno americano vs la vita di rendita inglese.
Prologo
I due vengono in contatto in Costa Azzurra a seguito di un misterioso invito che poi comprenderanno provenire dal giudice (in pensione) Fulton (Lawrence Johnson, 1908-1992).
Persuasori
Il quale, anche per aiutarli ad uscire dall’oziosa ed improduttiva vita che conducono, li coopta per combattere il crimine come persuasori privati.
Il problema della traduzione
Da cui il titolo The Persuaders,che nella versione italiana perde completamente il suo originario significato.
Amici per forza
Wilde e Sinclair, sebbene all’inizio non si sopportino, divengono presto amici.
Complementari
E soprattutto elementi complementari nello svolgimento del proprio ruolo di giustizieri in conto terzi.
100.000 sterline a puntata
Come dicevamo in apertura, Attenti a quei due fu una serie realizzata con criteri inusuali, non solo per l’altissimo budget a puntata (100.000 sterline del tempo).
Gli stadi della carriera
Ma anche perché metteva due star ad uno stadio di carriera esattamente opposto: Tony Curtis, in declino dopo i fasti degli anni Cinquanta e Roger Moore in estasi artistica dopo il successo de Il Santo.
Curtis senza controfigura
La presenza di Curtis, notoriamente spericolato, consentì di condurre scene di alta azione senza l’aiuto di stuntman, esaltando altresì un’altra caratteristica della serie (ripresa poi da Miami Vice).
Le auto
Quella dell’impiego di vetture di alta prestazione che caratterizzavano la personalità dei protagonisti.
I modelli
Danny Wilde guidava infatti una Ferrari Dino 246 GT rossa con guida a sinistra, targata MO 221400 (MO è la sigla di Modena, la provincia in cui si trova la Ferrari, quando le targhe italiane avevano questa caratteristica). Brett Sinclair aveva invece una Aston Martin DBS gialla con guida a destra.
Le targhe
Come nella serie Il Santo il personaggio di Roger Moore ha targhe personalizzate delle sue iniziali: per Simon Templar erano “ST 1”, quelle di Brett Sinclair sono “BS 1”.
Due versioni
Molte scene di Attenti a quei due vennero girate in due versioni: la prima volta si seguiva fedelmente il copione, poi si lasciavano Curtis e Moore liberi di improvvisare.
Europa
La cornice europea della serie fu una delle chiavi del successo. Va però rimarcato che non tutte le puntate furono improntate alla leggerezza e all’ironia, essendo presenti diverse sceneggiature drammatiche e/o di spessore socio-culturale.
Il passato che ritorna
Una chiave della narrazione della fiction fu il classico schema del “passato che ritorna”; quasi sempre per ferire.
Gli abiti
L’altra peculiarità che sarebbe stata ripresa da Miami Vice era l’attenzione per gli abiti, che numerose volte in ogni puntata cambiavano, lanciando vere e proprie mode.
Giubbotti, stivali e foulard
E il caso, per esempio, dei giubbotti con cerniera obliqua e degli stivali alti da uomo (di Danny Wilde), del foulard (Brett Sinclair, i cui abiti erano disegnati dallo stesso Moore) e di alcuni vezzi.
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Come i guanti che Danny Wilde portava sempre senza apparente ragione (abitudine di Tony Curtis trasportata nel suo personaggio).
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Re: Indimenticabili
Dom Mag 05, 2024 9:12 am
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Ven Apr 19, 2024 9:26 pm
Quando a Londra rubarono tutti i suoi gioielli, Sophia Loren, affranta e disperata, si sedette sul suo letto guardando il comò.
Vittorio De Sica, che le era seduto accanto, le disse: «Donna Sofi’, non sprecare le tue lacrime. Siamo due napoletani nati nella povertà. I soldi vanno e vengono. Pensa quanti ne perdo io al casinò…». Lei gli rispose: «che dici, Vitto’, nun aje capito. Quei gioielli erano parte di me…».
«Sofi’, stamm a sentì» le disse, «non piangere mai per qualcosa che non possa piangere per te»
(Dal web)
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Gio Feb 01, 2024 9:08 pm
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Lun Gen 29, 2024 9:18 pm
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