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Fantasink & company - Pagina 13 Empty Re: Fantasink & company

Lun Dic 13, 2021 11:19 pm
Mammolo.>>
<<Ma è pazzesco!>> esclamò Neveu.
<<Come fai ad essere certa che si tratta di Mammolo?>> domandò Masson.
<<Controllate l’altro oggetto e capirete.>>
Il commissario estrasse il secondo reperto che si trattava di un tubetto a cilindro, simile a quello dei medicinali, e levò il tappo in plastica che lo chiudeva.
Una piccola carta pergamena era arrotolata all’interno. Masson l’aprì e lesse quelle sette righe scritte con inchiostro nero:
“LA TIMIDEZZA E’ UN DIFETTO
E MAMMOLO NE E’ AFFETTO
E’ UN NANO CODARDO
CHE NON MERITA LA VITA
IL SUO CARATTERE INFINGARDO
FA SI CHE PER LUI SIA FINITA
REGINA GRIMILDE
<<Ca..o!!>> sproloquiò Masson, <<qui entriamo nella demenza all’ultimo stadio!!>>
Dopo averla letta, anche Neveu restò a fissare i presenti con occhi increduli.
<<Come potete notare>> spiegò Isabelle <<la scrittura è in qualche modo stilizzata per poter mistificare la perizia di un eventuale esperto calligrafo.>>
<<Pare una carta antica, tipo una vecchia pergamena>> asserì Masson.
<<E’ una carta antica>> replicò la dottoressa, <<probabilmente ricavata da un foglio non scritto di qualche vecchio libro.>>
<<Avete rinvenuto impronte?>> domandò Masson.
<<Non è nel nostro lavoro, Jacques, noi esaminiamo cadaveri, non scritti o quant’altro.>>
<<Giusto….giusto….allora porteremo il tutto alla Scientifica.>>
<<Proseguiamo nell’esame del cadavere?>> chiese Isabelle.
Masson annuì.
<<Le braccia non presentano tracce di violenza, solo i polsi serrati da un cordino mostrano un alone rosso dovuto allo sfregamento dello spago sulla pelle. Nella mano sinistra chiusa abbiamo rinvenuto un piccolo crocifisso in legno bianco con un Cristo in Croce nero.>>
<<Crocifisso?!>>
<<Mi rendo conto che è pazzesco>> disse Isabelle, <<ma crediamo che il nano, prima di morire, sia riuscito in qualche modo a rubare e occultare il simbolo religioso nella mano per agevolare le indagini relative al suo decesso.>>
<<Ma perché proprio un crocifisso?>> chiese Masson.
Isabelle si accarezzò il caschetto di capelli lisci biondi quasi a riflettere sulla risposta.
<<L’omicidio potrebbe avere qualche relazione con sette religiose, oppure ambienti ecclesiastici, riti satanici non credo proprio, non avremmo di certo trovato il crocifisso>> disse poco dopo, <<del resto, non so proprio che altra risposta darvi.>>
Neveu diede un’occhiata all’orologio e si accorse che era quasi l’una, <<non che voglia essere d’impaccio>> dichiarò, <<ma ho lo stomaco che inizia a chiudersi nei crampi della fame.>>
<<Procedi, Isabelle>> replicò Masson, guardando di traverso il suo vice.
<<Per il resto, non v’è molto da aggiungere se non il solito cerchio rosso alle caviglie dovuto allo sfregamento dei cordini di trattenuta. Ha, dimenticavo, sotto gli scarponcini che portava il nano, è stata rinvenuta della terra scura incastrata nei solchi della suola.>>
<<L’avete analizzata?>> s’informò Masson.
<<Jacques, sei ripetitivo! Noi esaminiamo cadaveri, non vestiti, scarpe o terra sotto le suole!>>
<<Scusami>> bisbigliò lui con aria auto commiserante, <<comunque avremo bisogno di analizzare gli abiti, le scarpe e, soprattutto, la terra sotto le suole.>>
Isabelle si strinse nelle spalle, <<abbiamo consegnato il tutto stamattina alla Scientifica.>>
<<E per ordine di chi?>> s’inviperì Masson.
<<Del tuo capo Serge Lucas.>>


Bene vi ho messo il primo capitolo tra un po' quando lo finisco vi metto il secondo.....non perdetelo perché ho già in mente tutta la storia ed è terrificante.


:bya bya:

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Lun Dic 13, 2021 11:16 pm
<<Qual buon vento vi porta nel mio ufficio?>> chiese lui, con un sorriso sforzato.
Serge Lucas si grattò i capelli folti, ispidi e rossi, e lo fissò con determinazione, <<il cadavere del nano è sotto autopsia>> disse, estraendo una sigaretta e accendendola, <<mi ha telefonato la dottoressa Isabelle Brunet del Centro Medico Legale, per avvisarmi che intorno alle undici di stamattina saranno terminati gli esami di laboratorio.>>
<<Bene>> replicò Masson, <<a quell’ora saremo lì.>>
Perennemente con la sigaretta tra le labbra, Lucas si esprimeva in un uomo energico, autoritario, una specie di dittatore dalle buone maniere. Comunque era molto apprezzato dagli alti ranghi della Gendarmerie per il suo modo, a dir poco stravagante, ma conclusivo, di condurre le indagini. Intorno alla sessantina, era sempre rimasto uguale nel tempo: basso, magro, capelli rosso vivo, sguardo penetrante supplito da due occhi pungenti nero profondo, sempre vestito sportivo e mai elegante. La prerogativa fisica che saltava prontamente agli occhi di chi lo guardava era un prominente naso a becco d’aquila e due labbra strette e serrate che parevano non esserci. Ad ogni modo, a parte il lato fisico, i subalterni come Masson e Neveu gli riservavano una grande considerazione.
<<Cosa ne pensate del nano?>> chiese il grande capo.
Masson fece una smorfia, <<a parte il comprendere se trattasi di omicidio o altro, credo che dobbiamo attendere il responso dell’autopsia.>>
<<Questo è sicuro, ma, sì dico, voi personalmente come giudicate il caso?>>
<<Il fatto che abbia le mani e i polsi legati fa presupporre un omicidio>> intervenne Neveu, <<non credo che qualsiasi essere umano possa legarsi i polsi da solo, sarebbe innaturale.>>
<<D’accordo>> proseguì Lucas, <<ma se fosse un assassinio, quale potrebbe essere il movente?>>
<<Tutto da studiare>> replicò Masson, <<denaro, sgarro alla malavita, vendetta….passionale non credo proprio.>>
<<Seriale?>>
<<Potrebbe>> s’intromise Neveu, <<un serial killer di nani, sì, certo, ma perché? Perché prendersela con un nano?>>

Arrivarono in ritardo, al Centro Medico Legale, un incidente automobilistico sul percorso aveva bloccato il traffico per quasi un’ora. Masson diede un’occhiata all’orologio da polso che gli aveva da poco regalato Arielle in occasione del suo ultimo compleanno: le dodici e cinque.
<<Speriamo non se ne sia andata>> disse guardando Neveu che correva al suo fianco nei corridoi dell’ospedale.
Giunti davanti alla porta con la targhetta dorata “Centro Medico Legale”, bussarono con delicatezza.
Ad aprire fu una ragazza sulla ventina, carina, sorridente e probabilmente appena assunta.
<<Masson e Neveu>> si presentò il commissario entrando nel grande locale, <<se ci vuole annunciare alla dottoressa Brunet, le saremmo grati.>>
<<Accomodatevi, un attimo che la chiamo.>>
Di lì a poco si fece vedere la dottoressa Isabelle Brunet, capo dell’equipe medica legale congiunta alla Gendarmerie di Parigi. Ogni omicidio, suicidio, stupro e altre indagini medico legali, passavano da quel compartimento per i rilievi clinici.
<<Oh, Masson, Neveu, quando vedo voi due è perché c’è qualcosa che non va!>> ironizzò la dottoressa Isabelle sfoggiando un sorriso bianco e disponibile. Una bella donna, di quelle che non passano inosservate. Masson aveva pensato più volte che se fosse stato scapolo l’avrebbe sposata. Bionda, alta, longilinea, la dottoressa Isabelle si presentava come una donna dall’aspetto giovanile; ben truccata e molto messa, risultava il classico “tipo” che fa girare gli uomini; il caschetto biondo, probabilmente tinto, si posava su un viso lungo e ben ovalizzato; gli intelligenti e verdi occhi sovrastavano un nasino deliziosamente rivoltato all’insù, classico “alla francese”; a consolidare la già notevole avvenenza, il sorriso, disponibile a tutti, che risaltava sulla liscia carnagione scura e abbronzata artificialmente.
<<Siamo venuti per il cadavere del nano, Isabelle>> disse Masson, che da sempre le dava del “tu”.
<<Il nano, sì, da stamattina è il terzo cadavere che esaminiamo, venite pure.>>
Isabelle fece strada entrando da una porta bianca con la scritta “Autopsie”.
La grande stanza con svariati apparecchi elettromedicali e strumenti chirurgici, si estendeva in una superficie ampia, di almeno cento metri quadrati. Due dottori in camice bianco stavano esaminando il cadavere di una donna grassa e corpulenta e, troppo intenti nel loro lavoro, non si scomposero all’entrata dei due poliziotti.
Isabelle aprì il portello della cella frigorifera e tirò fuori la tavola scorrevole ove era supino il cadavere nudo del nano coperto da un lenzuolo bianco.
<<Un’ora fa>> spiegò la donna <<ho finito la stesura del rapporto necroscopico, quando ve ne andrete ricordatemi di consegnarvelo.>>
Masson e Neveu si accostarono a lei attendendo il responso dell’autopsia.
<<Partiamo dall’ora del decesso>> iniziò Isabelle, scostando il lenzuolo, <<dai primi rilievi pare che la morte sia avvenuta circa trentasei ore fa, quindi nella notte precedente a quella che avete trovato il cadavere….>>
Masson e Neveu si scambiarono sguardi, <<l’avevo detto che era morto da un bel po’>> disse il primo a bassa voce.
<<Partiamo dal cranio>> proseguì Isabelle <<in molti punti, sul cuoio capelluto vi sono contusioni larghe ed estese, segno che la testa ha subito dei traumi probabilmente causati da un corpo duro come un legno o una spranga. Il viso è intatto e non ha patito percosse di alcun genere. Sul collo vi sono i segni rosso scuro di un laccio che ha stretto sino allo strangolamento totale dell’individuo…>>
<<Allora è un omicidio!>> esclamò Neveu, interrompendo Isabelle.
<<Su questo non ci sono dubbi, questo signore sulla quarantina è deceduto per morte cerebrale causata da una strozzatura delle carotidi e delle giugulari, quindi, non v’è incertezza che sia stato strangolato.>>
<<Passando al tronco>> proseguì la dottoressa, girando il cadavere di schiena, <<notiamo parecchie ferite da scudiscio a livello delle scapole e delle reni….>>
<<Scudiscio?>> allibì Masson.
<<Sì, prima di morire hanno martoriato quest’uomo con una frusta, un nerbo, insomma, l’hanno fustigato a sangue.>>
Il commissario e il suo vice si ricambiarono sguardi stupefatti.
<<Ma l’assurdo lo osserviamo nella parte anteriore del tronco>> continuò Isabelle, girando nuovamente il cadavere. <<Notate questa ferita a livello del torace?>>
<<Sì, l’avevamo constatata già quando l’abbiamo trovato>> asserì Neveu.
<<Ecco, l’assassino ha inserito due oggetti e successivamente li ha cuciti all’interno del corpo tra stomaco e fegato….>>
<<Oggetti?>> bisbigliò Masson.
<<Sì, li abbiamo introdotti in un’apposita bustina di plastica, ora li prendo e ve li mostro.>>
Isabelle si accostò ad un armadietto e aprì uno dei cassetti estraendo la bustina con il suo contenuto. <<li abbiamo estratti dal corpo usando guanti chirurgici per non vanificare eventuali tracce.>>
Masson si fece consegnare il sacchetto e lo aprì togliendo i due oggetti con un fazzoletto.
<<Ma questa è la terracotta di uno dei nani di Biancaneve!>> affermò girandola e rigirandola.
<<Sì>> spiegò Isabelle, <<ed esattamente la riproduzione in gesso di uno dei sette nani:

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Lun Dic 13, 2021 11:14 pm
Neveu gli andò incontro con il fascio di luce puntato su di lui.
<<Se non abbassi quella torcia mi accechi e mi fai finire nel fiume>> borbottò Masson con cenni di irritazione.
<<Scusa, capo>> si giustificò Neveu, <<ma con questa pioggia non si vede nulla.>>
Adrien Neveu, cinquantacinque anni, era il suo vice e subordinato a tutti gli effetti. Da più tempo di Masson lavorava nella polizia francese, ma aveva fatto meno carriera anche per una sua intensa forma di impulsività non gradita dagli alti ranghi della Gendarmerie. Aveva già ucciso una decina di delinquenti e questo, al grande capo del loro ufficio Serge Lucas, non era andato giù per le grane che aveva causato nelle sfere dei dirigenti. Comunque era molto apprezzato per la sua perspicacia e capacità nel seguire le indagini su vari omicidi accaduti in passato. Si presentava un uomo tarchiato, quasi taurino, tanto da aggiudicarsi l’appellativo di “Mastino”. Basso, massiccio, con una folta capigliatura nera arricciata in boccoli duri e fittissimi, si esprimeva in un viso granitico, di pelle scura, pareva quasi di nazionalità nordafricana.
<<L’avete messo voi in questa sacca?>> chiese Masson piegandosi sull’involucro.
<<No, capo>> rispose Neveu, <<l’abbiamo trovato così come lo vedi.>>
<<Ma dentro avete guardato?>>
<<Sì, capo, e abbiamo rinvenuto una cosa inaspettata!>>
<<Dalla lunghezza del sacco mi sembra un fanciullo>> asserì Masson.
<<Aprilo e guardaci dentro>> consigliò Neveu.
Il commissario prese il ferretto della cerniera e lo fece scorrere verso il basso.
<<Non è possibile!>>
<<Te lo detto, capo, siamo rimasti tutti allibiti!>>
<<Avete esaminato se vi sono segni di violenza, sangue, tracce di maltrattamenti?>>
<<No, capo, quando ti ho telefonato mi hai detto di non toccare nulla e noi ci siamo limitati a guardare all’interno del sacco.>>
<<Ha le caviglie e i polsi legati>> notò Masson, aprendo totalmente la sacca, <<quindi potrebbe essere un omicidio.>>
<<Potrebbe, capo.>>
Il commissario si esternò in un cipiglio scettico, <<ma chi può aver l’interesse ad uccidere un nano?>>
Neveu lanciò lì uno sguardo incredulo <<non lo so, capo.>>
<<Insomma>> tuonò Masson, <<la vuoi smettere di chiamarmi capo, il mio nome è Jacques!>>
<<Sì, scusa capo….Jacques, ma sai, è la forza dell’abitudine.>>
<<Ah….lasciamo perdere. Piuttosto chi ha trovato il cadavere?>>
<<Nessuno capo….Jacques, abbiamo ricevuto una telefonata in centrale un’oretta fa che ci avvisava della presenza di un corpo sotto il Pont d’lèna….>>
<<Come sapeva che era un corpo se era chiuso in questa sacca di plastica?>>
<<E’ quello che mi sono domandato anch’io.>>
<<Avete cercato di rintracciare la telefonata?>>
<<Non abbiamo fatto in tempo, è stata una cosa fulminea.>>
<<Ma che voce aveva?>>
<<Rocca, stridula, insomma, pareva quasi sfalsata.>>
Masson esaminò bene il cadavere del piccolo nano e si accorse che era già freddo, <<questo corpo ha già superato da un bel po’ il “rigor mortis”, anzi, credo proprio che questa persona sia morta più di ventiquattr‘ore fa, la durezza degli arti lo dimostra.>>
Neveu prese tra le dita la felpa addosso al nano e la sollevò sino alla gola <<guarda qui>> disse mostrando una ferita ricucita all’altezza dello stomaco, <<vedi che sotto il taglio vi è un rilievo…come….come se all’interno del corpo vi sia un qualcosa di duro.>>
Masson passò la mano, <<sì, una sorta di grosso callo sottocutaneo.>>
<<E guarda sotto il collo>> bisbigliò Neveu, sollevando di poco il mento del cadavere, <<ha come un cerchio rosso di sangue. Potrebbe essere stato strangolato.>>
<<Insomma, più che sputare congetture, sarebbe meglio trasportare questo povero Cristo alla Medicina Legale per la relativa autopsia!>>
Passata una decina di minuti giunse sul posto l’autoambulanza che caricò il cadavere per la consegna all’Istituto di Medicina Legale. L’arrivo della Scientifica sloggiò tutti per i dovuti rilievi del caso.
<<Mi accompagni a casa?>> chiese Neveu, salendo sulla vettura di Masson.
<<Prima facciamoci una birra.>>
La pioggia insisteva nelle strade semi allagate di Parigi ed il traffico stentava ad attenuarsi nonostante suonassero le dieci di sera.
Masson e Neveu si fermarono nel primo bar che trovarono e ordinarono due birre, sedendosi al tavolino.
<<Cosa ne pensi?>> chiese Neveu, vedendo il collega assorto nei suoi pensieri.
<<Che sarebbe il solito omicidio se non fosse che il cadavere è quello di un nano.>>
<<Non vedo la differenza tra un nano e una persona normale.>>
Masson fece una smorfia <<che io ricordi, nella mia carriera di poliziotto non ho mai visto uccidere un povero nano! A proposito, avete trovato documenti o quant’altro?>>
<<No, Jacques, niente di niente, praticamente una persona sconosciuta.>>
<<Bè, credo che domani qualcuno si farà vivo per la sua scomparsa, avrà pure qualche parente.>>
<<Ne riparliamo domattina in ufficio, Jacques>> sussurrò Neveu sbadigliando, <<stasera ho il sonno che mi pressa. La notte scorsa l’ho fatta insonne per un tremendo mal di testa.>>
Il commissario pagò il conto, tirò su il cappuccio dell’incerato e si avviò verso la vettura seguito dal collega.

Si svegliò di buon ora, Masson, mancavano pochi minuti alle sette. Arielle, come tutte le mattine, si alzò con lui e gli fece la colazione.
<<Ti vedo pensieroso>> disse lei, versandogli il caffèlatte.
<<No, sono solo un po’ incavolato.>>
<<E’ successo qualcosa?>>
<<Mi mancano pochi mesi alla pensione e, ieri sera, al Port de la Bourdonnais abbiamo trovato il cadavere di un nano.>>
<<Un nano?>>
<<Un nano, sì, un nano, sai cos’è un nano?>>
<<So cos’è un nano, ma non ho mai visto il cadavere di un nano.>>
<<Bha, lasciamo perdere!>> borbottò Masson, alzandosi e indossando l’impermeabile grigio scuro.
Pioveva ancora, quando lui salì sulla sua Citroen per recarsi in ufficio, ma era un’acquerugiola leggera, quasi una bruma lanciata orizzontalmente dalla fredda brezza autunnale.
Dopo sproloqui, anatemi e maledizioni sul caotico traffico di Parigi, giunse nel parcheggio privato della Gendarmerie Nationale trovando a mala pena un buco lasciato da chi stava uscendo in quel momento. Le vettura di Neveu e del grande capo Serge Lucas, erano già posteggiate qualche auto più in là. Salito al terzo piano, dei sette del grande immobile, Masson entrò nel suo ufficio, non senza aver salutato una decina di colleghi che gli lanciavano sorrisi di buongiorno.
Seduti ad attenderlo, vi erano Neveu e Lucas che conversavano animatamente.
<<Buongiorno, signori>> salutò Masson, accomodandosi alla sua scrivania.
<<Masson>> diede il buongiorno il grande capo.
<<Ciao, Jacques>> si aggiunse Neveu.

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Lun Dic 13, 2021 11:12 pm
Bene, ragazzi, come avevo promesso sono aprtito con il mio romanzo che metterò su questo forum...non ho potuto mettere i vostri nomi per statuto del forum...mi dispiace per Red Tony che avrebbe fatto la parte del cattivo e, penso, che ci teneva...allora ho cambiato tutto e l'ho faccio svolgere in Francia, che io conosco come le mie tasche in tutto e per tutto, non perché ci sono andato, ma perché l'ho studiata da autodidatta sia come geografia che come usi e costumi...mi piace la Francia che ci volete fare.

Ora parto con il romanzo e vi consiglio di leggerlo perché verrà fuori un giallo mozzafiato: 

CAPITOLO N° 1


“Il presidente Nicolas Sarkozy ha dichiarato che saranno messi in atto tutti i provvedimenti necessari per risollevare l’economia francese: <<la crisi globale impone una riorganizzazione del sistema economico>> ha detto il premier, <<il tracollo delle borse, di alcuni istituti bancari e dei consumi, sollecitano da parte di tutti riforme urgenti al nostro complesso apparato di intrecci economici e politici e….>>”
Il grosso pollice premette il tasto di standby sul telecomando, oscurando lo schermo del piccolo televisore posto sulla mensola davanti al tavolo della cucina.
<<Tutte stro..ate!>> esclamò l’uomo, tagliando una piccola fetta di tacchino al forno davanti a sé e inghiottendola, <<invece di ciarlare, sarebbe meglio fare i fatti!>>
La signora di fronte a lui generò un cenno di assenso e, masticando un boccone dello squisito arrosto, si versò un bicchiere di vino rosso.
<<Certo che non siamo messi un gran che, insomma, potremmo disporre di qualche soldo in più per vivere>> bisbigliò lei mentre masticava.
<<Ah, sì, certo, con il mio misero stipendio di commissario della Gendarmerie non resta che comprarsi una villa a Cannes e andarci a vivere in pianta stabile>> borbottò lui versandosi il vino.
<<Potresti chiedere un aumento>> consigliò la signora, alzando lo sguardo dal piatto quasi vuoto, <<dopotutto sono trent’anni che fai il poliziotto, credo che ti spetti di diritto un riconoscimento economico alla carriera e, del resto, tra qualche mese andrai in pensione.>>
Lui non aprì bocca e la fissò di traverso grugnendo strani suoni.
<<Non ho capito.>>
<<Infatti non ho detto nulla.>>
<<Io ho sentito un brontolio!>>
<<Forse te lo sei immaginato.>>
Il trillo del telefono fisso riempì l’appartamento di tre locali rimbalzando da una parete all’altra.
<<Masson!>> sibilò lui portando la cornetta all’orecchio, <<sì….sì….capisco…ma dove siete?….>>
<<Capisco….capisco….non toccate nulla, vengo subito!>>
<<Chi era?>>
<<Neveu.>>
<<E’ successo qualcosa?>>
<<Il solito cadavere.>>
Non era consuetudine parlare con la moglie, Arielle Leroux, del suo compito di commissario, no, Jacques Masson si asteneva dal confidarle ogni indagine o evento accaduto che fosse attinente al lavoro di funzionario alla Gendarmerie Nationale di Parigi, anzi, quando lei insisteva per conoscere i fatti del giorno, lui si murava in una sorta di omertà deviando il dialogo in altri di diversa fatta.
<<Devi proprio andare fuori?>> chiese la donna, versando il caffè.
<<Devo raggiungere Neveu al Port de la Bourdonnais, hanno trovato un cadavere proprio sotto il Pont d’lèna.>>
<<Ma sono le otto di sera!>>
<<Otto e cinque, per essere esatti>> ironizzò lui, centellinando il caffè.
Arielle si alzò da tavola e gli mise in ordine la cravatta che penzolava dal colletto della camicia azzurra, <<non puoi farne a meno?>>
Lui l’abbracciò e le diede un bacio sulla fronte <<prova a chiederlo a quel corpo disteso sotto il ponte.>>
Jacques Masson era un uomo ligio al dovere, lo era sempre stato sin da quando aveva intrapreso la carriera alla Gendarmerie Nationale di Parigi una ventina di anni addietro. Ora, a sessant’anni, lo era ancora di più. I suoi folti capelli bianchi pettinati all’indietro incappellavano un viso duro, massiccio, v’era chi gli affibbiava lo pseudonimo di Jean Gabin, tanto era la somiglianza con lo scomparso attore francese. Raggrinzita, scura e rugosa, la pelle facciale si modellava su un naso abbastanza grande, ma dritto; su un mento leggermente prominente e su una fronte larga e obliqua; gli occhi erano perennemente semichiusi, tanto da non riuscire a catalogarne il colore; le strette labbra si piegavano all’ingiù proseguendo in due rughe profonde e marcate, insomma, una faccia da “duro”. La facciata palesava questo, ma il cuore esprimeva ben altro: era un uomo buono, paziente, anche molto introverso e, a volte, timido. Amava molto, e da sempre, sua moglie Arielle Leroux. Quando l’aveva sposata, trentacinque anni addietro, era una splendida morettina timorosa e riservata con due grandi ed espressivi occhi azzurri. Si era innamorato subito e le aveva chiesto la mano nonostante il parere contrario dei genitori di lei. Cinquantotto anni, due in meno di lui, si proponeva come una donna dall’aspetto attempato, reso ancor più tale dai capelli bianchi, lunghi e non tinti. Aveva un viso dolce, bello, aperto e pulito, ma abbastanza trasandato. Ma a lui piaceva così com’era, anche perché alla loro età l’avvenenza la si poteva considerare un sogno del passato.
<<Quando torni?>> gli chiese Arielle, accompagnandolo alla porta.
<<Appena possibile.>>
Jacques Masson tirò su il cappuccio dell’incerato che aveva indosso, prima di uscire. Era novembre inoltrato e, come sempre all’inizio autunno, pioveva a dirotto. Salì sulla sua vettura, una Citroen vecchia di una ventina di anni, e partì addentrandosi nel caotico traffico di Parigi.
Quando giunse nei paraggi del Port de la Bourdonnais, si fermò in uno dei tanti parcheggi che rasentavano la Senna. Chiuse la vettura e s’incamminò verso il Pont d’lèna.
Appena dopo il ponte, uno sciame di luci intermittenti delle auto della polizia roteava riverberandosi nel grande fiume parigino. Parte della zona era stata transennata con nastri fosforescenti in dotazione alla Gendarmerie. Una massa di curiosi si era addensata intorno al luogo del misfatto, tanto che Masson dovette sgomitare per farsi largo in quella calca umana.
Dalla strada, una piccola scala scendeva sino alla banchina sottostante in cemento lambita dalle scure acque notturne della Senna, e Masson la scese.
<<Venga commissario>> disse un agente, facendogli strada.
Proprio sotto il ponte, un nugolo di poliziotti illuminava con le loro torce un sacco di plastica grigia adagiato al suolo.

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Dom Dic 05, 2021 11:41 am
Ciao Dalila, io non sapevo di questo regolamento, credevo di farvi cosa gradita a mettere i vostri nick...comunque chiedo scusa ma proprio non ne ero al corrente. Buona domenica

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Dom Dic 05, 2021 11:34 am
Buongiorno Ale


Tranquillo ... intanto voglio farti i miei complimenti per la stesura del pezzo di ieri che ho trovato molto interessante e di una notevole levatura stilistica, davvero complimenti.

Dunque devi sapere che per un nostro regolamento interno non si possono utilizzare nomi di utenti presenti nel forum per una motivazione che esuli dall'interazione tra noi, tutto qui.

Per tanto siamo felici e fiduciosi che tu possa continuare a divulgare il tuo talento letterario continuando a scrivere il tuo giallo e proseguirne la stesura, abbiamo creato uno spazio tutto per te proprio per questo motivo.


Fiduciosa attendo che tu prosegua il tuo capolavoro...  Very Happy

Buona domenica

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Dom Dic 05, 2021 8:11 am
Ma scusate vorrei sapere chi ha cambiato il testo e i nomi e perché, tanto per capirne il motivo. Questo è un fatto che non mi aspettavo. Non capisco cosa ho fatto di male.

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Sab Dic 04, 2021 11:04 pm
Questa e una prova per vedere se mi accetta il copia incolla scusate.



CAPITOLO N° 1



Non si comprende il perché, ma in quel distretto di polizia di Roma ognuno aveva un soprannome che sostituiva il nome e cognome e lì, appunto, ciascuno si chiamava con l’appellativo che gli o le era stato affibbiato…ma non perdiamoci in chiacchiere e iniziamo con la storia……


“Il presidente Berlusconi ha dichiarato che saranno messi in atto tutti i provvedimenti necessari per risollevare l’economia italiana: <<la crisi globale impone una riorganizzazione del sistema economico>> ha detto il premier, <<il tracollo delle borse, di alcuni istituti bancari e dei consumi, sollecitano da parte di tutti riforme urgenti al nostro complesso apparato di intrecci economici e politici e….>>” . Velocemente, Jean cambiò canale , stufo delle notizie, ed ecco comparve la diretta live del Grande Fratello Vip 2021 .


Il grosso pollice premette il tasto di standby sul telecomando, oscurando lo schermo del piccolo televisore posto sulla mensola davanti al tavolo della cucina.
<<Tutte stro..ate!>> esclamò Jean, tagliando una piccola fetta di tacchino al forno davanti a sé e inghiottendola, <<invece di ciarlare, sarebbe meglio fare i fatti!>>
La signora Baron di fronte a lui generò un cenno di assenso e, masticando un boccone dello squisito arrosto, si versò un bicchiere di vino rosso.
<<Certo che non siamo messi un gran che, insomma, potremmo disporre di qualche soldo in più per vivere>> bisbigliò lei mentre masticava.
<<Ah, sì, certo, con il mio misero stipendio di ispettore non resta che comprarsi una villa in Costa Smeralda e andarci a vivere in pianta stabile>> borbottò lui versandosi il vino.
<<Potresti chiedere un aumento>> consigliò la signora Baron, alzando lo sguardo dal piatto quasi vuoto, <<dopotutto sono dieci anni che fai l‘ispettore capo, credo che ti spetti di diritto un riconoscimento economico alla carriera e, del resto, tra qualche mese avrai una promozione.>>
Lui non aprì bocca e la fissò di traverso grugnendo strani suoni.
<<Non ho capito.>>
<<Infatti non ho detto nulla.>>
<<Io ho sentito un brontolio!>>
<<Forse te lo sei immaginato.>>
Il trillo del telefono fisso riempì l’appartamento di tre locali rimbalzando da una parete all’altra.
<<Jean Kull!>> sibilò lui portando la cornetta all’orecchio, <<sì….sì….capisco…ma dove siete?….>>
<<Capisco….capisco….non toccate nulla, vengo subito!>>
<<Chi era?>> domandò la Baron Fracchia dirimpetto .
<<La tenente Madrèee>>
<<E’ successo qualcosa?>>
Scusate ma ho fatto una prova.

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A Nanni e Dalila piace tantissimo ♥♥♥♥

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