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Re: Donne coraggiose
Mer Dic 01, 2021 3:55 pm
"La principessa dagli occhi tristi", la seconda delle tre mogli di Mohammad Reza Pahlavi, Scià di Persia
Nata in Iran nel 1932, Soraya Esfandiary si è sempre definita una bakhtiara, una donna guerriera. Al desiderio di studiare a Hollywood per diventare un’attrice famosa si sostituì a soli 16 anni il fidanzamento combinato e subito dopo le nozze con l’allora trentenne Scià di Persia Mohammed Reza. Tra i due nacque un amore profondo, nonostante le divergenze caratteriali, ma come in tutte le favole anche l’esistenza di questa coppia, che faceva sognare il mondo intero, fu costellata da drammi.
Una violentissima febbre tifoide colpì la giovane poco prima delle nozze. Debole, consunta, Soraya nel giorno delle nozze – era il 12 febbraio 1951 – riuscì a malapena a tenersi in piedi. Nascondeva sotto l’opulento abito un cardiotonico e dei sali. Si trascinò tra la folla festosa, sorrise ai fotografi finché poté, ma svenne, una due, tre volte. La colpa fu anche dell’immenso abito firmato Christian Dior pesante circa 20 kg (?), uno spreco di trine, tessuti adoperati in grandissima quantità e adornati da circa 6000 – finti – diamanti. Impietosito lo Scià intervenne in suo aiuto facendo tagliare con le forbici dalla principessa Ashraf, sua sorella gemella, parte dello strascico per rendere l’abito più leggero.
I gioielli indossati quel giorno da Soraya un tempo erano della prima moglie di Reza, la bellissima Fawzia, gioielli che in seguito sarebbero stati indossati da Farah Diba, sposa che sostituì la ripudiata Soraya. Nozze di fiaba, nozze da “mille e una notte”, titolarono i rotocalchi. Una tonnellata e mezzo di fiori, mandati a prendere in Olanda su un aereo speciale, adornarono la reggia fino a rendere l'aria irrespirabile.
La bellissima imperatrice non riuscì, però, in nessun modo a dare un erede allo sposo. La famiglia imperiale asfissiò la coppia pretendendo un successore. Soraya si sottopose a cure lunghe e inconcludenti, mentre annotava sul suo diario: "Lo scià non è mai stato così appassionato e i suoi abbracci più focosi". Nel palazzo imperiale di Etchessassi - da lei, che lo definirà "trappola per topi", riarredato all' occidentale - l'imperatrice riceveva dai sudditi centinaia di talismani per il suo grembo inadempiente: amuleti, miniature con versetti del Corano, flaconi di unguento magico.
Tutto inutile. Secondo quanto detto e scritto da Soraya, lei non aveva alcuna imperfezione fisica, semplicemente i figli non arrivavano, e consiglieri, parenti e ministri diventavano impazienti. Per non ripudiarla lo scià tentò due strade. La prima era quella di designare erede al trono il fratello minore, Alì, ma questi morì in un incidente aereo. L' altra strada era quello che il diritto sciita chiama "sighè": un matrimonio a tempo con una donna che lo scià avrebbe ripudiato nell'istante stesso in cui lo avesse reso padre di un figlio maschio.
Soraya, nata persiana ma cresciuta europea, rifiutò questo compromesso umiliante. Fu lei che prese l'iniziativa e nel febbraio del '58, a sette anni esatti dalle nozze, tornò in Europa dai genitori, lasciando lo scià libero di prendere la sua decisione.
Il ripudio dello Scià fu proclamato in radio, erano trascorsi solo 7 anni dal giorno delle nozze. Lo Scià pianse mentre pronunciava il suo discorso, ascoltato da milioni di commossi cittadini. I rotocalchi iraniani raccolsero la disperazione del popolo e coniarono per la povera imperatrice ripudiata l’etichetta “la principessa dagli occhi tristi”.
Soraya voleva fare del cinema? Ecco che il produttore Dino De Laurentiis le fece cucire su misura una pellicola e nel 1964 uscì I Tre Volti, film in tre episodi interpretati tutti da lei.
Fu un fiasco colossale, Soraya ha l’espressività di un ghiacciolo: i tre volti sono uno solo, immobile, non c’è comunicativa nella sua recitazione.
Un giallo accompagna questo film: tutte le copie stampate del film spariscono in breve dalla circolazione e, secondo Soraya, fu lo Scià a commissionare il furto, poiché non gradiva che l’ex moglie seguisse la carriera d’attrice.
Era il 1965, uno dei tre registi in quell' impresa sbagliata, Franco Indovina, per un capriccio del destino, rappresentò per Soraya la rinascita dell'amore.
Ma durò fino a quando, nel '72, nel disastro aereo di Punta Raisi, il destino le portò via anche quel compagno: al momento dell'incidente lei si trovava in Germania.
Più sola che mai la “principessa dagli occhi tristi” si ritirò a vita privata nel lussuoso appartamento parigino di Avenue Montaigne, finché una mattina venne trovata morta dall’amica e dama di compagnia. Aveva 69 anni. Nonostante il referto parlasse di morte naturale, fu evidente per tutti che si trattò di farmaci e alcool assunti volontariamente. Venne seppellita a Monaco. I suoi beni furono venduti ad un'asta a Parigi. Tra questi anche il suo abito da sposa, creato da Christian Dior, valutato 1,2 milioni di dollari.
Tratto da:
https://theluxon.com/soraya-a-life-between-glitz-and.../ http://ilblogdichiaraoscura.blogspot.com/.../cronaca-le..."
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Re: Donne coraggiose
Dom Nov 28, 2021 2:38 pm
Lina Cavalieri : la donna più bella del mondo...
Fu la donna che D’Annunzio definì
“La massima testimonianza di Venere in Terra” e la sua fu una favola che durante la propria epoca incantò il mondo...
Lina Cavalieri nacque il giorno di Natale del 1874 a Roma, Rione Trastevere, da una modesta famiglia e per questo fu chiamata Natalina ma, da tutti, sarà conosciuta come Lina. Ancora giovanissima dimostrò di avere una notevole voce e la mamma le fece prendere lezioni di canto da un maestro di musica, vicino di casa, che si offrì di farlo a titolo gratuito. Quel maestro però ne approfittò anche per sedurla per cui Lina rimase incinta del suo unico figlio Alessandro che allevo' da sola e che reputo' sempre solo suo.
A soli 15 anni debuttò a teatro, a Roma, diventando popolare sia per la bella voce sia per la grazia delle sue fattezze, che incanteranno, negli anni, gli uomini di tutto il mondo.
La sua carriera all'inizio si svolse fra Roma e Napoli giunse, poi, a Parigi dove si esibì alle Folies Bérgères, diventando subito uno dei simboli della Belle époque francese.
Raggiunta una popolarità di livello mondiale dal 1900 in poi si dedicò alla lirica e affiancò leggende dell'epoca come Enrico Caruso e Francesco Tamagno.
La Cavalieri arrivò fino al Metropolitan di New York e lì divenne la diva internazionale di maggior fama del suo periodo, un sogno per gli uomini e un mito per le donne dell'epoca.
Nel 1914 abbandonò il teatro per dedicarsi al cinema divenendo una diva molto acclamata ma, nel1921, abbandonò definitivamente le scene affermando " mi ritiro dall'arte senza chiasso dopo una carriera, forse, troppo rumorosa".
Ma non femo' le sue dinamiche attività : si recò, infatti, a Parigi per aprire un salone di bellezza e diventare la testimonial della Palmolive e di altri prodotti.
La leggenda di Lina Cavalieri deve molto anche alla sua vita sentimentale, che fu tutto tranne che monotona.
Venne definita "La donna più bella del mondo” e ricevette un numero incalcolabile di offerte di matrimonio che la portarono alle nozze svariate volte.
La prima volta, a 25 anni, Lina sposò un principe russo che lasciò perché geloso del suo apparire sulle scene, il quale per il dispiacere si diede al bere e morì alcolizzato ancora giovane.
Dopo sette anni accettò un’altra proposta, da un americano dalle ricchezze incalcolabili , con cui il matrimonio durò pochissimo ma che andò ad aumentare il già cospicuo patrimonio della Cavalieri grazie alle diverse proprietà immobiliari che ricevette dopo il divorzio .
Dopo aver affascinato Re e principi, Lina si sposò nel 1914 con il collega francese Lucien Muratore da cui divorziò, nel 1927, per sposare Giovanni Campari ereditiere dell’omonima azienda di bevande.
Lina Cavalieri, alla fine, si ritirò definitivamente a vita privata e, il 9 Marzo del 1944, morì a Firenze sotto i bombardamenti degli alleati americani.
Solo un anonimo trafiletto parlò della sua tragica morte mentre per la sua vita si erano spesi oceani di inchiostro per osannarla e decantarla...
Nel suo testamento, memore della povertà della sua giovinezza, volle lasciare un segno della sua generosità che la facesse ricordare non solo per la sua bellezza esteriore.
Provvide, infatti, a devolvere la somma di 100.000 lire, che era una cifra considerevole per quei tempi, all'accademia di S. Cecilia per una borsa di studio a favore di ragazze senza mezzi che desideravano dedicarsi alla musica.
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Re: Donne coraggiose
Gio Nov 18, 2021 11:28 pm
La donna più bella del mondo ė quella grazie alla quale abbiamo il Wi-Fi.
Si chiamava Hedi, Hedi Lamarr. Era una ebrea viennese con una passione per la tecnologia e una vocazione per il teatro e il cinema. A Hollywood, e prima in Germania dove aveva iniziato la sua carriera fuggendo poi per evitare i Nazisti, l’avevano definita la donna più bella del mondo, e in effetti le sue foto e i suoi film confermano che fosse di una bellezza fenomenale.
Quello che pochi però sospettavano ad Hollywood è che quella bruna che recitava al fianco di Spencer Tracy o Clark Gable fosse anche una straordinaria ingegnera delle comunicazioni, in grado di inventare e brevettare un sistema di teleguida per i missili. Il governo americano durante la seconda guerra mondiale snobbò l’invenzione, salvo poi ripescarla ai tempi della crisi di Cuba. L’invenzione di Hedi Lamarr è diventata poi fondamentale per sviluppare la tecnologia Wi-Fi.
Insomma se oggi possiamo collegarci senza fili con cellulari, PC e tablet alle reti, lo dobbiamo a lei, la donna più bella del mondo, che in Austria e Germania viene festeggiata il 9 novembre, perché il suo compleanno è diventato la Giornata dell’inventore.
Ah, a tutti quelli che dicono che le donne non sono portate per la scienza o che le donne belle sono oche, dite solo questo nome: Hedi Lamarr.
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Re: Donne coraggiose
Sab Ott 30, 2021 10:20 pm
Camille Claudel fu la musa e l’amante di Rodin, ma anche una scultrice straordinaria, rinchiusa in manicomio in quanto donna libera.
Fin da bambina manifesta un precoce talento per la scultura. All’epoca le donne non erano ammesse all'accademia di belle arti, ma per Camille viene fatta un’eccezione. Fu così che conobbe Auguste Rodin, celebre scultore affermato nei circoli artistici Parigini, divenendone prima l’allieva e infine l’amante. Quella con Rodin sarà una relazione travolgente ma anche tormentata dai pregiudizi della società e dal rifiuto della famiglia di Camille che disapprovava la sua relazione con Rodin.
Molti lavori di Rodin furono realizzati a quattro mani con Camille, ma mentre Rodin riceveva gli onori, Camille viveva all'ombra, accettando di condividerlo con un’altra donna, dalla quale aveva avuto un figlio. Alla fine Camille interrompe la sua relazione con lo scultore, fu allora che la madre di Camille, che aveva vergogna del comportamento della figlia, decise di farla rinchiudere in manicomio.
Non ne uscirà mai più: inutili i tentativi di far capire che non è pazza, questa donna brillante e geniale resterà segregate per oltre trent’anni in una misera stanzetta. “Mi si rimprovera di aver vissuto da sola, di avere dei gatti in casa, di soffrire di manie di persecuzione! È sulla base di queste accuse che sono incarcerata come una criminale, privata della libertà, del cibo, del fuoco. Da cosa deriva tanta ferocia umana?”
Alla fine, dimenticata da tutti, si spegne nel 1943, dopo trent’anni di prigionia. Il suo corpo viene seppellito in una fossa comune, senza che nessun membro della sua famiglia presenzi al suo funerale. Oggi finalmente le è stata resa giustizia e le sue opere vengono esposte accanto a quelle di Rodin.
Fin da bambina manifesta un precoce talento per la scultura. All’epoca le donne non erano ammesse all'accademia di belle arti, ma per Camille viene fatta un’eccezione. Fu così che conobbe Auguste Rodin, celebre scultore affermato nei circoli artistici Parigini, divenendone prima l’allieva e infine l’amante. Quella con Rodin sarà una relazione travolgente ma anche tormentata dai pregiudizi della società e dal rifiuto della famiglia di Camille che disapprovava la sua relazione con Rodin.
Molti lavori di Rodin furono realizzati a quattro mani con Camille, ma mentre Rodin riceveva gli onori, Camille viveva all'ombra, accettando di condividerlo con un’altra donna, dalla quale aveva avuto un figlio. Alla fine Camille interrompe la sua relazione con lo scultore, fu allora che la madre di Camille, che aveva vergogna del comportamento della figlia, decise di farla rinchiudere in manicomio.
Non ne uscirà mai più: inutili i tentativi di far capire che non è pazza, questa donna brillante e geniale resterà segregate per oltre trent’anni in una misera stanzetta. “Mi si rimprovera di aver vissuto da sola, di avere dei gatti in casa, di soffrire di manie di persecuzione! È sulla base di queste accuse che sono incarcerata come una criminale, privata della libertà, del cibo, del fuoco. Da cosa deriva tanta ferocia umana?”
Alla fine, dimenticata da tutti, si spegne nel 1943, dopo trent’anni di prigionia. Il suo corpo viene seppellito in una fossa comune, senza che nessun membro della sua famiglia presenzi al suo funerale. Oggi finalmente le è stata resa giustizia e le sue opere vengono esposte accanto a quelle di Rodin.
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Re: Donne coraggiose
Mer Ott 27, 2021 3:26 pm
Si chiama Phillips, perché questo era il nome della nave che l'ha portata dell'Africa a l'Occidente strappata di notte ai suoi familiari. Wheatley invece era il nome del mercante che l'ha comprata,nata in Senegal, a Boston invece i mercanti di schiavi l'hanno messa in vendita.
A sette anni sentiva dire sarà una buona cavalla,a tredici anni scriveva poesie con una lingua che non era la sua,nessuno credeva che fosse lei l'autrice.
All'età di venti anni, Phillis fu interrogata da una corte di diciotto uomini illuminati in vestiti sontuosi e parrucche.
Ha dovuto recitare SMS di Virgil e Milton e anche alcuni passaggi della bibbia.
Ha anche dovuto giurare sulla bibbia che le poesie scritte da lei non erano plagiate da qualche cattedra.
Ha dato un lungo esame,ore e ore di interrogatorio e recitazione fino a quando il tribunale gli ha dato ragione e ha accettato le sue poesie.
Era donna.
Era nera.
Era schiava.
Era africana
Ma per Dio era anche una grande poetessa.
Phillis Wheatley è stata la prima scrittrice afroamericana a pubblicare un libro negli Stati Uniti d'America .
Karim Nasir Ambasciatore della Pace.
@MamafricaO Liana
A sette anni sentiva dire sarà una buona cavalla,a tredici anni scriveva poesie con una lingua che non era la sua,nessuno credeva che fosse lei l'autrice.
All'età di venti anni, Phillis fu interrogata da una corte di diciotto uomini illuminati in vestiti sontuosi e parrucche.
Ha dovuto recitare SMS di Virgil e Milton e anche alcuni passaggi della bibbia.
Ha anche dovuto giurare sulla bibbia che le poesie scritte da lei non erano plagiate da qualche cattedra.
Ha dato un lungo esame,ore e ore di interrogatorio e recitazione fino a quando il tribunale gli ha dato ragione e ha accettato le sue poesie.
Era donna.
Era nera.
Era schiava.
Era africana
Ma per Dio era anche una grande poetessa.
Phillis Wheatley è stata la prima scrittrice afroamericana a pubblicare un libro negli Stati Uniti d'America .
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Re: Donne coraggiose
Gio Set 23, 2021 8:20 pm
Un’allevatrice di bestiame dell’Alabama ,Mary Anderson nel 1903 vide a New York un autista del tram sporgersi dal finestrino per rimuovere la neve e le venne in mente di disegnare uno strumento per tenere pulito il parabrezza che consisteva in una leva interna all’auto, che muoveva una stecca all’esterno. Riuscì ad ottenere un brevetto per quella invenzione, rinnovandolo per 17 anni.
Mary Anderson non riuscì a vendere la sua idea e non investì oltre in questa invenzione.
E così quando la Cadillac nel 1922 installò il primo tergicristallo, che fu la prima fabbrica automobilistica a installare il tergicristallo come accessorio standard. Ovviamente, alla Anderson non venne riconosciuto alcun merito sull’invenzione.
Anche i primi tergicristalli automatici furono inventati da una donna, Charlotte Bridgwood, di cui depositò il brevetto nel 1917. La sua innovazione, come quella di Mary Anderson, non ebbe nessun successo commerciale. Ma, come è capitato tante volte nella storia, qualcuno ha copiato quell’idea e l’ha resa commerciabile e addirittura indispensabile.
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Re: Donne coraggiose
Gio Set 02, 2021 11:15 pm
"Io vedo tutto. Questo è il mio problema".
Anna Stepanovna Politkovskaja
Anna Politkovskaja è stata una giornalista russa famosa per le sue inchieste scomode e reportage sulla Cecenia e soprattutto per aver criticato senza mezzi termini il Presidente della Russia, Putin.
Fu uccisa nell' ascensore del palazzo di Mosca dove abitava, con quattro colpi di pistola, Il 7 ottobre 2006 a 48 anni.
Anna Stepanovna Politkovskaja
Anna Politkovskaja è stata una giornalista russa famosa per le sue inchieste scomode e reportage sulla Cecenia e soprattutto per aver criticato senza mezzi termini il Presidente della Russia, Putin.
Fu uccisa nell' ascensore del palazzo di Mosca dove abitava, con quattro colpi di pistola, Il 7 ottobre 2006 a 48 anni.
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Re: Donne coraggiose
Dom Ago 29, 2021 8:47 pm
Ecco la donna che vinse il concorso per “la donna più brutta del mondo”.
Ma se ci fosse stato una gara per designare la miglior madre del mondo… probabilmente avrebbe vinto anche quella.
Mary Ann Webster, nacque nel 1874.
Da giovane era davvero una bellissima donna, lavorava come infermiera, si è sposata e ha avuto quattro bambini.
All’età di 31 anni però, iniziò a sviluppare i sintomi dell’Acromegalia, una condizione che causa una sovrapproduzione di ormoni la quale comporta la deformazione della faccia e la crescita anomala e abnorme dei muscoli.
Eccola prima e dopo la trasformazione. Fonte foto: Kenzly.news
Nel 1914 suo marito morì lasciandola sola a crescere i loro 4 figli e proprio a causa della sua malattia, poco dopo perse anche il lavoro, che rappresentava la loro unica entrata.
Da quel momento, come è facile immaginare, iniziò ad accumulare dei pesanti debiti cosa che la portò a rinunciare alla sua dignità partecipando al concorso “La donna più brutta del mondo”.
May Ann vinse il concorso e nel 1920 fu invitata ad unirsi al “Coney Island’s Dreamland Show”, uno spettacolo di fenomeni da baraccone durante il quale le facevano indossare vestiti e accessori che mettessero ancor più in risalto la sua mancanza di grazia e mascolinità.
Il suo strano aspetto la rendeva vittima di sbeffeggiamenti, insulti e bullismo.
Spesso era costretta a camminare avanti e indietro per molto tempo al solo scopo di intrattenere il pubblico.
Questi spettatori la chiamavano con nomi offensivi, le sputavano addosso, le lanciavano sassi… ma lei sopportava tutto, sapendo che quello era il solo modo per poter mantenere i suoi bambini.
La sua “carriera” continuò fino al 1933, quando morì, per gli effetti della sua malattia, all’età di 59 anni.
La vita di Mary Ann non è stata affatto facile, soprattutto a causa della profonda ignoranza della società e delle persone che la circondavano, ma alla fine è riuscita nell’unica cosa che le importava: garantire un futuro ai propri figli, ai quali grazie ai sacrifici della loro mamma non è mai mancato nulla e hanno potuto avere una vita lunga e dignitosa.
Curiosità: agli inizi del 2000, dopo 70 anni dalla morte di Mary, la sua immagine è apparsa su una serie di cartoline prodotte da Hallmark Cards, che rappresentavano in maniera satirica degli appuntamenti al buio
Un medico danese però, che aveva avuto a che fare con l’acromegalia, ha chiesto a tutti di smettere di prendersi gioco della sfortunata donna.
A distanza di 70 anni, finalmente la dignità di Mary Ann è stata finalmente difesa!
Ma se ci fosse stato una gara per designare la miglior madre del mondo… probabilmente avrebbe vinto anche quella.
Mary Ann Webster, nacque nel 1874.
Da giovane era davvero una bellissima donna, lavorava come infermiera, si è sposata e ha avuto quattro bambini.
All’età di 31 anni però, iniziò a sviluppare i sintomi dell’Acromegalia, una condizione che causa una sovrapproduzione di ormoni la quale comporta la deformazione della faccia e la crescita anomala e abnorme dei muscoli.
Eccola prima e dopo la trasformazione. Fonte foto: Kenzly.news
Nel 1914 suo marito morì lasciandola sola a crescere i loro 4 figli e proprio a causa della sua malattia, poco dopo perse anche il lavoro, che rappresentava la loro unica entrata.
Da quel momento, come è facile immaginare, iniziò ad accumulare dei pesanti debiti cosa che la portò a rinunciare alla sua dignità partecipando al concorso “La donna più brutta del mondo”.
May Ann vinse il concorso e nel 1920 fu invitata ad unirsi al “Coney Island’s Dreamland Show”, uno spettacolo di fenomeni da baraccone durante il quale le facevano indossare vestiti e accessori che mettessero ancor più in risalto la sua mancanza di grazia e mascolinità.
Il suo strano aspetto la rendeva vittima di sbeffeggiamenti, insulti e bullismo.
Spesso era costretta a camminare avanti e indietro per molto tempo al solo scopo di intrattenere il pubblico.
Questi spettatori la chiamavano con nomi offensivi, le sputavano addosso, le lanciavano sassi… ma lei sopportava tutto, sapendo che quello era il solo modo per poter mantenere i suoi bambini.
La sua “carriera” continuò fino al 1933, quando morì, per gli effetti della sua malattia, all’età di 59 anni.
La vita di Mary Ann non è stata affatto facile, soprattutto a causa della profonda ignoranza della società e delle persone che la circondavano, ma alla fine è riuscita nell’unica cosa che le importava: garantire un futuro ai propri figli, ai quali grazie ai sacrifici della loro mamma non è mai mancato nulla e hanno potuto avere una vita lunga e dignitosa.
Curiosità: agli inizi del 2000, dopo 70 anni dalla morte di Mary, la sua immagine è apparsa su una serie di cartoline prodotte da Hallmark Cards, che rappresentavano in maniera satirica degli appuntamenti al buio
Un medico danese però, che aveva avuto a che fare con l’acromegalia, ha chiesto a tutti di smettere di prendersi gioco della sfortunata donna.
A distanza di 70 anni, finalmente la dignità di Mary Ann è stata finalmente difesa!
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Re: Donne coraggiose
Lun Ago 23, 2021 9:08 pm
Guardatela bene questa donna.
È Susie KingTaylor, nata schiava nel 1848.
Lei che imparò a leggere e scrivere giovanissima quando era proibito alle persone nere.
Come? Grazie alla sua infinita voglia di imparare, all'incontro con la nonna della famiglia per cui era schiava e ad una scuola segreta.
Riesce a fuggire. E durante la guerra civile degli Stati Uniti, il suo incredibile talento la porta all'attenzione degli ufficiali dell'unione che le chiedono, lei ancora ragazzina, di organizzare una scuola.
Loro le avrebbero fornito libri quaderni e penne.
Il resto era nelle sue mani.
Lei risponde di sì.
E, a soli 14 anni, diventa la prima insegnante per afro-americani/e in una scuola liberamente operativa in Georgia. Insegna a 40 tra bambini e bambine di giorno e, come scrive nelle sue memorie, "a un numero imprecisato di persone adulte che vengono da me la sera, incredibilmente desiderose di imparare a leggere, a scrivere, a esprimersi."
Più di dieci anni dopo, e più di trent'anni dopo la fine della guerra civile, scrive una delle memorie più dettagliate e straordinarie sulla vita in un campo durante la guerra civile.
Perché unisce la capacità di raccontare la Storia e la sua Storia.
“Reminiscences of my life in camp" è il titolo.
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Re: Donne coraggiose
Sab Ago 07, 2021 8:46 pm
Lei è Maria. Nasce in Polonia nel 1867. È una bambina diligente, passa i pomeriggi sui libri. Ha 8 anni, torna da scuola, non trova la mamma. È morta di tifo. Maria ingoia le lacrime, si rifugia nella lettura. È una studentessa brillante, sogna l’università. I professori le parlano con franchezza. Alle donne non è concesso. Maria confida la sua frustrazione alla sorella maggiore, che le propone un patto. In Francia le ragazze sono ben accette. Tu lavora, paga i mei studi, io mi laureo e finanzio i tuoi. Maria trova un impiego come domestica, si tappa il naso per anni, finché riceve un biglietto per Parigi. Ora è il tuo turno, sorellina. Si iscrive alla Sorbona e si fa chiamare Marie, alla francese. Vive di pane, frutta e tanto studio. In tre anni si laurea in Chimica e Fisica. Entra in laboratorio, dietro le provette scorge un uomo. È Pierre Curie, il famoso scienziato. Le mostra i suoi esperimenti, chiede la sua opinione. Marie ha il batticuore. Lo sposa. Si amano, si rispettano, uniscono le forze e insieme vincono il premio Nobel per la Fisica. Prima della cerimonia i giudici pregano Marie di stare zitta. Lasci parlare gli uomini. È il 1903. Sta lavorando, bussano alla porta. Tuo marito è finito sotto una carrozza! Marie gli dice addio tra le lacrime. È a pezzi. Si rintana in laboratorio, non pensa ad altro. Dopo quattro anni rivede un vecchio amico, sente di nuovo le farfalle nello stomaco. Lui è sposato, ma dopo anni di solitudine non riesce a frenare le emozioni. Segue il cuore. Una mattina apre il giornale. La descrivono come una ruba mariti, screditano il suo lavoro. Marie sopporta le umiliazioni in silenzio, intanto riceve un telegramma. Ha vinto il secondo Nobel, ma i colleghi le sconsigliano di farsi vedere alla cerimonia. Marie Curie sente il sangue ribollire. Entra nella sala a testa alta, guarda tutti negli occhi. Ho lavorato sodo per questo premio, me lo merito. È mio e di tutte le donne che verranno. Non abbiate paura, nella vita non c’è nulla da temere, solo da capire.
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