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Donne coraggiose - Pagina 3 Empty Lady Diana - La Principessa di tutti

Mer Ago 31, 2022 2:21 pm
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The Princess Diana Spencer 



Donne coraggiose - Pagina 3 Lady-Diana-20220829-min


Oggi 31 agosto, anniversario della morte di lady D, quest'anno si celebrano i 25 anni .
Una donna incredibile che ha lasciato un segno indelebile del suo passaggio, amata ancora oggi, rimane un mito per tutti. 


Se volete saperne di più cliccate QUI

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Donne coraggiose - Pagina 3 Empty Asia Ramazan Antar

Sab Lug 16, 2022 12:55 am

ASIA RAMAZAN ANTAR



Donne coraggiose - Pagina 3 Method10

Asia Viyan Atar nasce nel 1997 in territorio Curdo cioè nel mezzo del territori della Siria , dell' Iran , dell'Iraq e della Turchia.
Nel 2012 il Royava, la regione di nascita di Asia,  diviene regione autonoma e cosi nascono diversi partiti politici tra cui il Partito dei lavoratori del Kurdistan , il PKK con a capo un leader Apo Abdullah Ocalan ora detenuto in Turchia. Il moto di Ocalan è stato sin dall inizio " Un paese non può essere libero se le donne non sono libere" , questa frase cosi forte scatena in un contesto come quello mediorientale un certo fermento tra le donne che cominciano a autodeterminarsi e rendersi autonome come poi ha fatto Asia che divorzia dal marito sposato con un matrimonio combinato dalle famiglie e decide di unirsi nel 2014 al YPJ , che sta per " Unità e protezione delle donne".


Questo piccolo esercito tutto al femminile attira l attenzione mediatica e nel 2015 viene immortalata in uno scatto la giovanissima Asia Atar impegnata in un combattimento contro le forze dell Isis.
Era bellissima ed era stata definita Angeline Jolie o la Penelope Cruz curda per la sua assomiglianza con queste attrici ...ma lei combatteva , per il suo popolo , perfettamente addestrata al combattimento, i media del mondo la fecero diventare famosa per la sua bellezza e non per la sua abnegazione nell affrontare i nemici consapevole di morire per la salvezza del suo popolo.
E così morì a Manbji nel 2016, a 19 anni uccisa dalle forze dello Stato Islamico.


I media diedero la notizia della sua morte così;  "L'Angelina Jolie curda è morta", sottolineando  la somiglianza fisica tra le due , invece di discutere la sua partecipazione e il suo sacrificio per aver lottato contro un nemico sanguinario come quelli dell Isis .


Ancora oggi questo popolo viene martoriato dai Turchi e dai sanguinari terroristi islamici e inoltre vengono letteralmente " venduti " come scambio nei rapporti diplomatici con buona pace del diritto dell auto determinazione.
Pensate siamo nel 2022 e la Svezia ha deciso di estradare i curdi che si erano rifugiati per non essere perseguitati politicamente dai Turchi , per poter avere da questi ultimi il voto per fare accedere la Svezia alla Nato, tutto questo per "dispetto" alla Russia .


Una vergogna allucinante... si sono venduti i Curdi e il suo popolo di combattenti donne.

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Dom Apr 03, 2022 9:27 pm
Donne coraggiose - Pagina 3 Sarah-11


Sarah Bernhardt 


Le sue origini sono rimaste oscure. Nacque nell’ottobre 1844. Diceva di essere d’origine ebraica. Sua madre era una modista e una “cortigiana”. Non si seppe mai chi fosse suo padre. Iniziò rapidamente la carriera del teatro, affiancandola a quella di accompagnatrice. Approdò alla Comedie fracaise e, successivamente fondò una propria compagnia.


A vent’anni, da una relazione con il principe Charles-Joseph Eugène Henri Georges Lamoral de Ligne (1837–1914), ebbe il suo unico figlio, Maurice Bernhardt, che sarebbe divenuto scrittore. Successivamente, ebbe diversi amanti, tra i quali gli artisti Gustave Doré e Georges Clairin. Nel 1882 si sposò a Londra con un collega di origini greche, Aristides Damala, che era morfinomane. A causa della droga, la loro relazione durò pochissimo. Si professò pubblicamente lesbica. Convisse con la pittrice Louise Abbéma. Lei stessa chiamò il pittore Alfons Mucha a ideare e disegnare  i manifesti teatrali, a partire da dicembre del 1894. All’età di 70 anni, a causa della tubercolosi ossea al livello del ginocchio, subì l’amputazione di una gamba. Ma non si diede per vinta. Tornò sul palcoscenico, recitando seduta. Morì il 26 marzo 1923.
Fu anche pittrice e scultrice. Intorno al 1874, quando era un’attrice di talento riconosciuto,  insegnò  modellazione. 

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Ven Mar 11, 2022 12:33 am
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Donne coraggiose - Pagina 3 Opera270




Giuseppina Bakhita


Giuseppina Bakhita nasceva nel 1869 dove viveva a Olgossa, nel Sudan. All’età di 7 anni viene rapita per essere venduta come schiava.


Fu trasferita poi a Khartoum, le viene imposto il nome di Bakhita (fortunata).
La giovane Bakhita cambierà 5 volte padrone sperimentando indicibili sofferenze morali e fisiche come : frustrate, e dove nelle ferite aperte viene strofinato il sale, e poi  maltrattamenti di ogni genere. 


Venne poi riscattata da un console italiano, Callisto Legnani che la offre all’amico Augusto Michieli. 
Quest'ultimo la lascia libera e nel 1890 Bakhita riceve il nome di Giuseppina durante il battesimo e riceve anche la cresima.

Il 7 dicembre entrò come novizia tra le figlie di S. Maddalena di Canossa e nel 1896 fa la sua professione religiosa.
 Nel 1902 entra in convento a Schio (VI) dove presta servizio prima come cuoca, poi in sacrestia e quindi come portinaia. Muore a Schio l’8 febbraio 1947.
Elevata agli onori degli altari il 1 ottobre 2000 da Giovanni Paolo II, la si ricorda e  festeggia il giorno della sua nascita al cielo, l'8 febbraio.


La forza di questa donna è stato quello di perdonare i suoi rapitori e di trovare nella fede la nuova vita.

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Dom Gen 30, 2022 12:24 pm
Donne coraggiose - Pagina 3 Torrone_orientale_per_cresta_est._1a_asc._2_9_32_Nin%C3%AC


Ninì Pietrasanta 



Una delle prime donne alpiniste e scalatrice di montagne del mondo degli anni 30 , prima di lei è stata Mary Gennaro Varale .
Nata in Francia nel 1909 e scomparsa nel 2000 è stata una donna fuori dal comune , appassionata di alpinismo estremo in un tempo in cui questa disciplina era solo per uomini .


Se volete saperne di più sulla sua vita straordinaria e sul materiale che custodiva gelosamente tra foto e video girati da lei stessa in quegli anni., date un occhiata a questo link ;  

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Dom Dic 26, 2021 9:17 am
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«Io non sono proprietà di nessuno, l’onore lo perde chi le fa, certe cose, non chi le subisce.»


Questo disse Franca al processo.
Franca Viola era nata ad Alcamo, in Sicilia, in una famiglia di agricoltori. Eravamo coetanei, compaesani e amici d’infanzia. Direi, più che amici, fidanzatini. Franca era la ragazza più bella di Alcamo. Aveva diciassette anni e undici mesi, quel giorno.
Filippo Melodia, nipote di un boss, la voleva per sé. Dopo il suo rifiuto, aveva bruciato la vigna del padre. Ma non si era fermato lì. Infatti, il 26 dicembre 1965, alle ore 9, con l’aiuto di dodici amici, era entrato in casa della famiglia Viola.


Avevano picchiato la madre e portato via Franca e il suo fratellino di otto anni. Li avevano portati in un casolare. Due giorni dopo avevano liberato il bambino. E Franca? Violentata, malmenata e lasciata digiuna. Tenuta segregata per otto giorni.
Quando arrivò il capodanno, il papà di Franca venne contattato dai parenti di Melodia, per mettersi d’accordo sul matrimonio di Franca Viola con il suo stupratore. Un matrimonio “riparatore”. Il matrimonio avrebbe estinto il reato di sequestro di persona e violenza carnale.
Franca avrebbe dovuto sposare Melodia, punto. Ma non andò così. I genitori di Franca si misero d’accordo con la polizia e fecero finta di accettare il matrimonio riparatore solo per scoprire dove fosse la loro figlia.
Il giorno dopo, all’alba del 2 gennaio 1966, la polizia intervenne facendo irruzione nell’abitazione, liberando Franca e arrestando Melodia, insieme ai suoi complici.
E poi ci fu il processo.
Franca non voleva sposarlo, ma secondo la morale del tempo una ragazza uscita da quella vicenda avrebbe dovuto necessariamente sposare il rapitore, salvando il proprio onore e quello dei familiari. In caso contrario sarebbe stata additata come una “donna svergognata”.
Papà Bernardo le aveva chiesto: «Cosa vuoi fare, Franca?».
Lei aveva risposto che non voleva sposarlo.
«Va bene, tu metti una mano, io ne metto cento.»
E così andò. Franca fu la prima donna in Italia a dire di no al matrimonio riparatore.
Per sbarazzarci di “nozze riparatrici” e “delitto d’onore” bisognerà attendere il 1981. Perché la legge considerasse lo stupro come un reato contro la persona, si dovrà aspettare il 1996.
Serve sempre un primo passo, per cambiare le cose.


Donne coraggiose - Pagina 3 Img_jf10

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Dom Dic 05, 2021 3:02 pm
Donne coraggiose - Pagina 3 26183110

Questo sguardo ci commuove.
Lei è #Lozen. Straordinaria capotribù Apache.
E mentre #ToroSeduto o #Geronimo sono notissimi, lei è pressoché sconosciuta.
Loro celebrati difensori eroici dei territori indigeni.
Lei boh.
Coraggio, abilità militare e dedizione al suo popolo, Lozen era una sciamana che ha combattuto contro le forze messicane e americane per 30 anni, con il soprannome di "Giovanna d'Arco Apache".
Andava a cavallo e sparava; era magica nel localizzare gli invasori. Era un'alleata fidata di Geronimo e sorella del capo Apache Victorio che di lei diceva:
“Forte come uomo, più coraggiosa della maggior parte di loro e straordinaria nella strategia. Lei è uno scudo per il suo popolo".
Vita straordinaria la sua.
Finita sotto la custodia americana, Lozen viaggiò come prigioniera di guerra verso Mount Vernon, nello stato dell'Alabama. Come molti altri guerrieri Apache tenuti prigionieri, morì in carcere di tubercolosi, il 17 giugno 1889.
Noi la celebriamo.

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Mer Dic 01, 2021 3:55 pm
Donne coraggiose - Pagina 3 26264410

"La principessa dagli occhi tristi", la seconda  delle tre mogli di Mohammad Reza Pahlavi, Scià di Persia


Nata in Iran nel 1932, Soraya Esfandiary si è sempre definita una bakhtiara, una donna guerriera. Al desiderio di studiare a Hollywood per diventare un’attrice famosa si sostituì a soli 16 anni il fidanzamento combinato e subito dopo le nozze con l’allora trentenne Scià di Persia Mohammed Reza. Tra i due nacque un amore profondo, nonostante le divergenze caratteriali, ma come in tutte le favole anche l’esistenza di questa coppia, che faceva sognare il mondo intero, fu costellata da drammi.


Una violentissima febbre tifoide colpì la giovane poco prima delle nozze. Debole, consunta, Soraya nel giorno delle nozze – era il 12 febbraio 1951 – riuscì a malapena a tenersi in piedi. Nascondeva sotto l’opulento abito un cardiotonico e dei sali. Si trascinò tra la folla festosa, sorrise ai fotografi finché poté, ma svenne, una due, tre volte. La colpa fu anche dell’immenso abito firmato Christian Dior pesante circa 20 kg (?), uno spreco di trine, tessuti adoperati in grandissima quantità e adornati da circa 6000 – finti – diamanti. Impietosito lo Scià intervenne in suo aiuto facendo tagliare con le forbici dalla principessa Ashraf, sua sorella  gemella,  parte dello strascico per rendere l’abito più leggero.


I gioielli indossati quel giorno da Soraya  un tempo erano della prima moglie di Reza, la bellissima Fawzia,  gioielli che  in seguito sarebbero stati indossati da Farah Diba, sposa che sostituì la ripudiata Soraya. Nozze di fiaba, nozze da “mille e una notte”, titolarono i rotocalchi. Una tonnellata e mezzo di fiori, mandati a prendere in Olanda su un aereo speciale, adornarono la reggia fino a rendere l'aria irrespirabile.


La bellissima imperatrice non riuscì, però, in nessun modo a dare un erede allo sposo. La famiglia imperiale asfissiò la coppia pretendendo un successore. Soraya si sottopose a cure lunghe e inconcludenti, mentre annotava sul suo diario: "Lo scià non è mai stato così appassionato e i suoi abbracci più focosi". Nel palazzo imperiale di Etchessassi - da lei, che lo definirà "trappola per topi", riarredato all' occidentale - l'imperatrice riceveva dai sudditi centinaia di talismani per il suo grembo inadempiente: amuleti, miniature con versetti del Corano, flaconi di unguento magico.


Tutto inutile. Secondo quanto detto e scritto da Soraya, lei non aveva alcuna imperfezione fisica, semplicemente i figli non arrivavano, e consiglieri, parenti e ministri diventavano impazienti. Per non ripudiarla lo scià tentò due strade. La prima era quella di designare erede al trono il fratello minore, Alì, ma questi morì in un incidente aereo. L' altra strada era quello che il diritto sciita chiama "sighè": un matrimonio a tempo con una donna che lo scià avrebbe ripudiato nell'istante stesso in cui lo avesse reso padre di un figlio maschio.  


Soraya, nata persiana ma cresciuta europea, rifiutò questo compromesso umiliante. Fu lei che prese l'iniziativa e nel febbraio del '58, a sette anni esatti dalle nozze, tornò in Europa dai genitori, lasciando lo scià libero di prendere la sua decisione.


Il ripudio dello Scià fu proclamato in radio, erano trascorsi solo 7 anni dal giorno delle nozze. Lo Scià pianse mentre pronunciava il suo discorso, ascoltato da milioni di commossi cittadini. I rotocalchi iraniani raccolsero la disperazione del popolo e coniarono per la povera imperatrice ripudiata l’etichetta “la principessa dagli occhi tristi”.


Soraya voleva fare del cinema? Ecco che il produttore Dino De Laurentiis le fece cucire su misura una pellicola e nel 1964 uscì I Tre Volti, film in tre episodi interpretati tutti da lei.


Fu un fiasco colossale, Soraya ha l’espressività di un ghiacciolo: i tre volti sono uno solo, immobile, non c’è comunicativa nella sua recitazione.


Un giallo accompagna questo film: tutte le copie stampate del film spariscono in breve dalla circolazione e, secondo Soraya, fu lo Scià a commissionare il furto, poiché non gradiva che l’ex moglie seguisse la carriera d’attrice.


Era il 1965, uno dei tre registi in quell' impresa sbagliata, Franco Indovina, per un capriccio del destino, rappresentò per Soraya la rinascita dell'amore.


Ma durò fino a quando, nel '72, nel disastro aereo di Punta Raisi, il destino le portò via anche quel compagno: al momento dell'incidente lei si trovava in Germania.


Più sola che mai la “principessa dagli occhi tristi” si ritirò a vita privata nel lussuoso appartamento parigino di Avenue Montaigne, finché una mattina venne trovata morta dall’amica e dama di compagnia. Aveva 69 anni. Nonostante il referto parlasse di morte naturale, fu evidente per tutti che si trattò di farmaci e alcool assunti volontariamente. Venne seppellita a Monaco. I suoi beni furono venduti ad un'asta a Parigi. Tra questi anche il suo abito da sposa, creato da Christian Dior, valutato 1,2 milioni di dollari.


Tratto da:
https://theluxon.com/soraya-a-life-between-glitz-and.../ http://ilblogdichiaraoscura.blogspot.com/.../cronaca-le...
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Dom Nov 28, 2021 2:38 pm
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Lina Cavalieri : la donna più bella del mondo...


Fu la  donna che D’Annunzio definì


“La massima testimonianza di Venere in Terra” e la sua fu una favola che durante la propria epoca incantò il mondo...


Lina Cavalieri nacque il giorno di Natale del 1874 a Roma, Rione Trastevere, da una modesta famiglia e per questo fu chiamata Natalina ma, da tutti, sarà conosciuta come Lina. Ancora giovanissima dimostrò di avere una notevole voce e la mamma le fece prendere lezioni di canto da un maestro di musica, vicino di casa, che si offrì di farlo a titolo gratuito. Quel maestro però ne approfittò anche per sedurla per cui Lina rimase incinta del suo unico figlio Alessandro che allevo' da sola e che reputo' sempre solo suo.


A soli 15 anni debuttò a teatro, a Roma,  diventando   popolare sia per la bella voce sia per la grazia delle sue fattezze, che incanteranno, negli anni, gli uomini di tutto il mondo.


La sua carriera all'inizio si svolse  fra Roma e Napoli giunse, poi, a Parigi dove si esibì alle Folies Bérgères,  diventando subito uno dei simboli della Belle époque francese.


Raggiunta una popolarità di livello mondiale dal 1900 in poi si dedicò alla lirica e affiancò leggende dell'epoca  come Enrico Caruso e Francesco Tamagno.


La Cavalieri arrivò fino  al Metropolitan di New York e lì divenne la diva internazionale di maggior fama del suo  periodo, un sogno per gli uomini e un mito per le donne dell'epoca.


Nel 1914 abbandonò il teatro per dedicarsi al  cinema divenendo una diva molto acclamata ma, nel1921, abbandonò definitivamente le scene affermando " mi ritiro dall'arte senza chiasso dopo una carriera, forse, troppo rumorosa".


Ma non femo' le sue dinamiche attività : si  recò, infatti, a Parigi per aprire un salone di bellezza e diventare la  testimonial della Palmolive e di altri prodotti.


La leggenda di Lina Cavalieri deve molto anche alla sua vita sentimentale, che fu tutto tranne che monotona.


Venne definita "La donna più bella del mondo” e ricevette  un numero incalcolabile di offerte di matrimonio che la portarono  alle nozze svariate volte.


La prima volta, a 25 anni, Lina sposò un principe russo che lasciò perché geloso del suo apparire sulle scene, il quale per il dispiacere  si diede al bere e morì alcolizzato ancora giovane.


Dopo sette anni accettò un’altra proposta, da  un americano dalle ricchezze incalcolabili , con  cui il matrimonio durò pochissimo ma che andò ad aumentare il già cospicuo patrimonio della Cavalieri grazie alle diverse proprietà immobiliari che ricevette dopo il  divorzio .


Dopo aver affascinato Re e principi, Lina si sposò nel 1914 con il collega francese Lucien Muratore da cui divorziò, nel 1927, per  sposare Giovanni Campari ereditiere dell’omonima azienda di bevande.


Lina Cavalieri, alla fine,  si ritirò definitivamente a vita privata e,  il 9 Marzo del 1944, morì a Firenze sotto i bombardamenti degli alleati americani.


Solo un anonimo trafiletto parlò della sua tragica morte mentre per la sua vita si erano  spesi oceani di inchiostro per osannarla e decantarla...


Nel suo testamento, memore della  povertà della sua giovinezza, volle lasciare un segno della sua generosità che la facesse ricordare  non solo per la sua bellezza esteriore.


Provvide, infatti, a devolvere la somma di 100.000 lire, che era una cifra considerevole per quei tempi, all'accademia di S. Cecilia per una borsa di studio a favore di ragazze senza mezzi che desideravano dedicarsi alla musica.

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Gio Nov 18, 2021 11:28 pm

La donna più bella del mondo ė quella grazie alla quale abbiamo il Wi-Fi.



Donne coraggiose - Pagina 3 Img_425

Si chiamava Hedi, Hedi Lamarr. Era una ebrea viennese con una passione per la tecnologia e una vocazione per il teatro e il cinema. A Hollywood, e prima in Germania dove aveva iniziato la sua carriera fuggendo poi per evitare i Nazisti, l’avevano definita la donna più bella del mondo, e in effetti le sue foto e i suoi film confermano che fosse di una bellezza fenomenale.

Quello che pochi però sospettavano ad Hollywood è che quella bruna che recitava al fianco di Spencer Tracy o Clark Gable fosse anche una straordinaria ingegnera delle comunicazioni, in grado di inventare e brevettare un sistema di teleguida per i missili. Il governo americano durante la seconda guerra mondiale snobbò l’invenzione, salvo poi ripescarla ai tempi della crisi di Cuba. L’invenzione di Hedi Lamarr è diventata poi fondamentale per sviluppare la tecnologia Wi-Fi.


 Insomma se oggi possiamo collegarci senza fili con cellulari, PC e tablet alle reti, lo dobbiamo a lei, la donna più bella del mondo, che in Austria e Germania viene festeggiata il 9 novembre, perché il suo compleanno è diventato la Giornata dell’inventore.
Ah, a tutti quelli che dicono che le donne non sono portate per la scienza o che le donne belle sono oche, dite solo questo nome: Hedi Lamarr.
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