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Re: Donne coraggiose
Mer Nov 23, 2022 1:10 pm
Teresa Wilms Montt
Vi lascio la testimonianza di una donna straordinaria, vissuta cento anni fa. Lei è noi e noi siamo lei.
La notte di Natale del 1921, a Parigi, muore suicida, per overdose di Véronal, Maria Teresa Wilms Montt de las Mercedes. Le figlie, che non vedeva da 5 anni, avevano appena lasciato la città. Aveva 28 anni, era una nobildonna, intellettuale cilena, che aveva lottato per il riconoscimento dei propri diritti, dopo che il marito (sposato per amore quando aveva 17 anni) l’aveva portata di fronte ad un tribunale con l’accusa di adulterio. I giudici l’avevano fatta rinchiudere in un convento, dal quale lei riuscì a fuggire, con l’aiuto del suo amante. Dovette adottare pseudonimi maschili per pubblicare.Poetessa, femminista, anarchica, così è definita oggi. Lei, invece, scrisse questa
“Autodefinizione”:
Sono Teresa Wilms Montte anche se sono nata cento anni prima di te,
la mia vita non è stata tanto diversa dalla tua.
Anche io ho avuto il privilegio d’essere donna.
E’ difficile essere donne in questo mondo.
Tu lo sai meglio di tutti.
Ho vissuto intensamente ogni respiro e ogni istante della mia vita.
Ho distillato una donna.
Hanno cercato di reprimermi ma non ci sono riusciti con me.
Quando mi hanno voltato le spalle, io ci ho messo la faccia.
Quando mi hanno lasciato sola, ho dato compagnia
Quando hanno voluto uccidermi, ho dato vita.
Quando hanno voluto rinchiudermi, ho cercato la libertà.
Quando mi amavano senza amore, ho dato ancora più amore.
Quando hanno cercato di zittirmi, ho urlato.
Quando mi hanno picchiato, ho risposto.
Sono stata crocefissa, morta e sepolta,
dalla mia famiglia e la società.
Sono nata cento anni prima di te
comunque ti vedo uguale a me.
Sono Teresa Wilms Montt,
e non sono adatta alle signorine.
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Re: Donne coraggiose
Ven Set 16, 2022 9:03 pm
Irene Papas
La mitologia di Galatea: oggi Penelope, la donna che non attende. E combatte la feroce battaglia del quotidiano
Allora, per quanto riguarda Penelope, mettiamo bene le cose in chiaro. Perché, povera donna, sono secoli che la raccontate come volete voi.
Sì, è vero: sta a casa, una ventina d’anni, perché il marito sta in giro, gli dei sanno dove. E lei, ad attendere. E da qui l’idea che Penelope nella vita abbia fatto solo quello, attendere. Che un altro po’ e pare la versione umana del cagnotto Argo, con la sola differenza che quando torna a casa Ulisse almeno lei non crepa.
Chiariamola bene una cosa, figlioli belli. Penelope a Itaca ci sta, e aspetta pure, ma col cavolo che fa solo quello. Penelope a Itaca tira la carretta, come tutte le donne fanno sempre, cercando per altro di sanare i casini che le combinano gli uomini attorno.
Il marito se ne va, e lei resta. Si gestisce il regno. Da sola, con il solo ausilio di un porcaio intronato, un suocero che si eclissa, e un figlio come Telemaco, che proprio a volergli tanto bene un genio non è.
Le arrivano i Proci in casa, armati e tracotanti. E lei si perde d’animo? No, li intorta per bene. Con quella faccenda della tela li tiene sullo spago per anni. Il che testimonia che loro non erano per altro delle schegge, ma lei, ragazzi, è una dritta come poche.
Quando capisce che quelli tentano di ammazzarle il figlio, che fa? Si scoraggia? No, prende il fanciullo e lo spedisce via, con la scusa di mandarlo a cercare notizie, e poi va dal capo dei Proci e lo incastra, facendogli promettere che non alzerà le mani sul pargolo. Che altrimenti manco arrivava a mettere piede sulla nave intero.
Le torna a casa, poi, Ulisse. E pure lì, le pianta un casino che levati, ammazzando i Proci. Cioè una si tiene la reggia in ordine per una vita, evita violenze e tafferugli, e la prima cosa che fa il marito appena arriva, una scena splatter, sangue dappertutto, cadaveri come se piovesse, e grazie che mette a morte le ancelle traditrici dopo averle fatte pulire, altrimenti sai che disastro dover rimettere tutto a posto, poi.
Penelope, insomma, non è che aspetta. Si arrangia. Lavora con quello che ha. Un marito zuzzurellone, un figlio cretino, un suocero inutile. E lei testa bassa, buon senso pratico, lavora, zitta zitta, organizzazione ferrea e multitasking come se piovesse. Come facciamo sempre noi donne, quando ci arrivano addosso le disgrazie come treni. Gli uomini attorno fanno tragedie, e noi lavoriamo, senza aspettare nessuno. I grandi gesti eroici li lasciamo agli eroi, noi combattiamo la feroce battaglia del quotidiano.
Perché non abbiamo mica tempo da perdere in attese, dobbiamo evitare che il mondo vada in palla, noi.
#mitologia #penelope #odissea foto omaggio a #irenepapas scomparsa l’altro giorno, la più meravigliosa #penelope dello schermo.
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Re: Donne coraggiose
Mer Ago 31, 2022 2:41 pm
Sarai sempre nei nostri cuori dolce e gentile Principessa
:saffir:
:saffir:
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Lady Diana - La Principessa di tutti
Mer Ago 31, 2022 2:21 pm
The Princess Diana Spencer
Oggi 31 agosto, anniversario della morte di lady D, quest'anno si celebrano i 25 anni .
Una donna incredibile che ha lasciato un segno indelebile del suo passaggio, amata ancora oggi, rimane un mito per tutti.
Se volete saperne di più cliccate QUI
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Asia Ramazan Antar
Sab Lug 16, 2022 12:55 am
ASIA RAMAZAN ANTAR
Asia Viyan Atar nasce nel 1997 in territorio Curdo cioè nel mezzo del territori della Siria , dell' Iran , dell'Iraq e della Turchia.
Nel 2012 il Royava, la regione di nascita di Asia, diviene regione autonoma e cosi nascono diversi partiti politici tra cui il Partito dei lavoratori del Kurdistan , il PKK con a capo un leader Apo Abdullah Ocalan ora detenuto in Turchia. Il moto di Ocalan è stato sin dall inizio " Un paese non può essere libero se le donne non sono libere" , questa frase cosi forte scatena in un contesto come quello mediorientale un certo fermento tra le donne che cominciano a autodeterminarsi e rendersi autonome come poi ha fatto Asia che divorzia dal marito sposato con un matrimonio combinato dalle famiglie e decide di unirsi nel 2014 al YPJ , che sta per " Unità e protezione delle donne".
Questo piccolo esercito tutto al femminile attira l attenzione mediatica e nel 2015 viene immortalata in uno scatto la giovanissima Asia Atar impegnata in un combattimento contro le forze dell Isis.
Era bellissima ed era stata definita Angeline Jolie o la Penelope Cruz curda per la sua assomiglianza con queste attrici ...ma lei combatteva , per il suo popolo , perfettamente addestrata al combattimento, i media del mondo la fecero diventare famosa per la sua bellezza e non per la sua abnegazione nell affrontare i nemici consapevole di morire per la salvezza del suo popolo.
E così morì a Manbji nel 2016, a 19 anni uccisa dalle forze dello Stato Islamico.
I media diedero la notizia della sua morte così; "L'Angelina Jolie curda è morta", sottolineando la somiglianza fisica tra le due , invece di discutere la sua partecipazione e il suo sacrificio per aver lottato contro un nemico sanguinario come quelli dell Isis .
Ancora oggi questo popolo viene martoriato dai Turchi e dai sanguinari terroristi islamici e inoltre vengono letteralmente " venduti " come scambio nei rapporti diplomatici con buona pace del diritto dell auto determinazione.
Pensate siamo nel 2022 e la Svezia ha deciso di estradare i curdi che si erano rifugiati per non essere perseguitati politicamente dai Turchi , per poter avere da questi ultimi il voto per fare accedere la Svezia alla Nato, tutto questo per "dispetto" alla Russia .
Una vergogna allucinante... si sono venduti i Curdi e il suo popolo di combattenti donne.
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Re: Donne coraggiose
Dom Apr 03, 2022 9:27 pm
Sarah Bernhardt
Le sue origini sono rimaste oscure. Nacque nell’ottobre 1844. Diceva di essere d’origine ebraica. Sua madre era una modista e una “cortigiana”. Non si seppe mai chi fosse suo padre. Iniziò rapidamente la carriera del teatro, affiancandola a quella di accompagnatrice. Approdò alla Comedie fracaise e, successivamente fondò una propria compagnia.
A vent’anni, da una relazione con il principe Charles-Joseph Eugène Henri Georges Lamoral de Ligne (1837–1914), ebbe il suo unico figlio, Maurice Bernhardt, che sarebbe divenuto scrittore. Successivamente, ebbe diversi amanti, tra i quali gli artisti Gustave Doré e Georges Clairin. Nel 1882 si sposò a Londra con un collega di origini greche, Aristides Damala, che era morfinomane. A causa della droga, la loro relazione durò pochissimo. Si professò pubblicamente lesbica. Convisse con la pittrice Louise Abbéma. Lei stessa chiamò il pittore Alfons Mucha a ideare e disegnare i manifesti teatrali, a partire da dicembre del 1894. All’età di 70 anni, a causa della tubercolosi ossea al livello del ginocchio, subì l’amputazione di una gamba. Ma non si diede per vinta. Tornò sul palcoscenico, recitando seduta. Morì il 26 marzo 1923.
Fu anche pittrice e scultrice. Intorno al 1874, quando era un’attrice di talento riconosciuto, insegnò modellazione.
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Re: Donne coraggiose
Ven Mar 11, 2022 12:33 am
Giuseppina Bakhita
Giuseppina Bakhita nasceva nel 1869 dove viveva a Olgossa, nel Sudan. All’età di 7 anni viene rapita per essere venduta come schiava.
Fu trasferita poi a Khartoum, le viene imposto il nome di Bakhita (fortunata).
La giovane Bakhita cambierà 5 volte padrone sperimentando indicibili sofferenze morali e fisiche come : frustrate, e dove nelle ferite aperte viene strofinato il sale, e poi maltrattamenti di ogni genere.
Venne poi riscattata da un console italiano, Callisto Legnani che la offre all’amico Augusto Michieli.
Quest'ultimo la lascia libera e nel 1890 Bakhita riceve il nome di Giuseppina durante il battesimo e riceve anche la cresima.
Il 7 dicembre entrò come novizia tra le figlie di S. Maddalena di Canossa e nel 1896 fa la sua professione religiosa.
Nel 1902 entra in convento a Schio (VI) dove presta servizio prima come cuoca, poi in sacrestia e quindi come portinaia. Muore a Schio l’8 febbraio 1947.
Elevata agli onori degli altari il 1 ottobre 2000 da Giovanni Paolo II, la si ricorda e festeggia il giorno della sua nascita al cielo, l'8 febbraio.
Elevata agli onori degli altari il 1 ottobre 2000 da Giovanni Paolo II, la si ricorda e festeggia il giorno della sua nascita al cielo, l'8 febbraio.
La forza di questa donna è stato quello di perdonare i suoi rapitori e di trovare nella fede la nuova vita.
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Re: Donne coraggiose
Dom Gen 30, 2022 12:24 pm
Ninì Pietrasanta
Una delle prime donne alpiniste e scalatrice di montagne del mondo degli anni 30 , prima di lei è stata Mary Gennaro Varale .
Nata in Francia nel 1909 e scomparsa nel 2000 è stata una donna fuori dal comune , appassionata di alpinismo estremo in un tempo in cui questa disciplina era solo per uomini .
Se volete saperne di più sulla sua vita straordinaria e sul materiale che custodiva gelosamente tra foto e video girati da lei stessa in quegli anni., date un occhiata a questo link ;
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Re: Donne coraggiose
Dom Dic 26, 2021 9:17 am
«Io non sono proprietà di nessuno, l’onore lo perde chi le fa, certe cose, non chi le subisce.»
Questo disse Franca al processo.
Franca Viola era nata ad Alcamo, in Sicilia, in una famiglia di agricoltori. Eravamo coetanei, compaesani e amici d’infanzia. Direi, più che amici, fidanzatini. Franca era la ragazza più bella di Alcamo. Aveva diciassette anni e undici mesi, quel giorno.
Filippo Melodia, nipote di un boss, la voleva per sé. Dopo il suo rifiuto, aveva bruciato la vigna del padre. Ma non si era fermato lì. Infatti, il 26 dicembre 1965, alle ore 9, con l’aiuto di dodici amici, era entrato in casa della famiglia Viola.
Avevano picchiato la madre e portato via Franca e il suo fratellino di otto anni. Li avevano portati in un casolare. Due giorni dopo avevano liberato il bambino. E Franca? Violentata, malmenata e lasciata digiuna. Tenuta segregata per otto giorni.
Quando arrivò il capodanno, il papà di Franca venne contattato dai parenti di Melodia, per mettersi d’accordo sul matrimonio di Franca Viola con il suo stupratore. Un matrimonio “riparatore”. Il matrimonio avrebbe estinto il reato di sequestro di persona e violenza carnale.
Franca avrebbe dovuto sposare Melodia, punto. Ma non andò così. I genitori di Franca si misero d’accordo con la polizia e fecero finta di accettare il matrimonio riparatore solo per scoprire dove fosse la loro figlia.
Il giorno dopo, all’alba del 2 gennaio 1966, la polizia intervenne facendo irruzione nell’abitazione, liberando Franca e arrestando Melodia, insieme ai suoi complici.
E poi ci fu il processo.
Franca non voleva sposarlo, ma secondo la morale del tempo una ragazza uscita da quella vicenda avrebbe dovuto necessariamente sposare il rapitore, salvando il proprio onore e quello dei familiari. In caso contrario sarebbe stata additata come una “donna svergognata”.
Papà Bernardo le aveva chiesto: «Cosa vuoi fare, Franca?».
Lei aveva risposto che non voleva sposarlo.
«Va bene, tu metti una mano, io ne metto cento.»
E così andò. Franca fu la prima donna in Italia a dire di no al matrimonio riparatore.
Per sbarazzarci di “nozze riparatrici” e “delitto d’onore” bisognerà attendere il 1981. Perché la legge considerasse lo stupro come un reato contro la persona, si dovrà aspettare il 1996.
Serve sempre un primo passo, per cambiare le cose.
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Re: Donne coraggiose
Dom Dic 05, 2021 3:02 pm
Questo sguardo ci commuove.
Lei è #Lozen. Straordinaria capotribù Apache.
E mentre #ToroSeduto o #Geronimo sono notissimi, lei è pressoché sconosciuta.
Loro celebrati difensori eroici dei territori indigeni.
Lei boh.
Coraggio, abilità militare e dedizione al suo popolo, Lozen era una sciamana che ha combattuto contro le forze messicane e americane per 30 anni, con il soprannome di "Giovanna d'Arco Apache".
Andava a cavallo e sparava; era magica nel localizzare gli invasori. Era un'alleata fidata di Geronimo e sorella del capo Apache Victorio che di lei diceva:
“Forte come uomo, più coraggiosa della maggior parte di loro e straordinaria nella strategia. Lei è uno scudo per il suo popolo".
Vita straordinaria la sua.
Finita sotto la custodia americana, Lozen viaggiò come prigioniera di guerra verso Mount Vernon, nello stato dell'Alabama. Come molti altri guerrieri Apache tenuti prigionieri, morì in carcere di tubercolosi, il 17 giugno 1889.
Noi la celebriamo.
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