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Re: Liguria tra mare e monti
Mer Ott 04, 2023 9:16 pm
Questa volta parliamo di un percorso nell'estremo est della regione
Da Lerici a Porto Venere
Lungo le zone del Golfo dei Poeti da Lerici a Portovenere, passando per la piccola isola di Palmaria, il trekking consigliato si esplica attraverso un luogo che da sempre è meta incantevole, per un turismo di classe ma non solo. Al confine con la Toscana, questo prodotto sembra avere in sé qualcosa di magico che riesce a stregare chiunque vi si rechi per la prima volta, tanto da attrarlo a sé come una calamita.Il Golfo della Spezia è tutto da scoprire ed ammirare: un fascino ruvido e travolgente che ha stregato anche i grandi della letteratura dell’800 e del ‘900. Poeti e scrittori come Dante, Shelley, Byron, Petrarca e Montale hanno legato, in modo indissolubile, il loro nome con questo lembo di terra che, da loro, ha preso il nome di Golfo dei Poeti.Da Lerici fino a Porto Venere, l’ultimo tratto della riviera ligure abbraccia centri caratteristici e davvero piacevoli come San Terenzo, Tellaro, Fezzano, Le Grazie tutti da conoscere tra passeggiate ed escursioni, attraversando peculiarità e tipicità che si raccolgono a schiera a Levante. Un luogo davvero consigliato per gli amanti del trekking: un paradiso tutto italiano che offre veramente tanti itinerari per trascorrere una giornata all’insegna della scoperta.
Lunghezza 9 km
Durata 2,5 ore
Principali punti attraversati Grotta di Lord Byron, Castello Doria, Spiaggia di Porto Venere
Livello di difficoltà Facile
Dislivello 100 metri
Tipologia di itinerario Trekking ed escursione
Partenza e arrivo Porto Venere
Sicuramente il centro più importante e conosciuto del Golfo dei Poeti, Lerici è un borgo incantevole che dalla riva del mare si eleva rapidamente per giungere, quasi a schiera, sulla sua sommità dalla quale si gode di una vista panoramica pazzesca. Sarà davvero piacevole addentrarsi tra gli stretti vicoli di Lerici alla scoperta di una cittadina dalla antiche origini. La salita potrà sembrare faticosa ma ne varrà la pena: non solo per il castello a picco sul mare e la vista bella e rinfrescante che si avrà, a fine percorso, su tutta la baia ma anche per le meraviglie che incontrerete durante il percorso.
Golfo dei Poeti, tra natura e storia
I vicoli pieni di tipici edifici, un tempo nucleo del ghetto ebraico lericino, vi guideranno nella salita verso il castello, sede del Museo Geopaleontologico e del Museo del Giocattolo. Le piazze del Poggio e di San Giorgio, la torre di San Rocco, palazzo Doria, la chiesa di San Francesco d’Assisi e l’oratorio di San Bernardino vi accompagneranno via via verso la “vetta” del borgo dove ad accogliervi ci sarà l’imponente castello che nell’insieme disegnano un grandangolo naturale su tutta la baia dei poeti e sul promontorio che chiude l’insenatura.La discesa, come sempre, sarà più veloce. Ad attendervi, ai piedi del castello, la rilassante passeggiata sul lungomare Vassallo.
Se l’escursione, e quasi certamente non abbiamo dubbi, vi ha creato un certo languorino, Lerici è sicuramente il posto ideale per poter degustare buoni piatti a base di pesce. In generale però c’è da dire che la cucina lericina offre una varietà di piatti tipici, in un perfetto matrimonio tra mare e terra!
Fonte: goodtrekking.it
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Sestri Levante e le sue baie incantate
Gio Set 28, 2023 4:50 pm
Andiamo alla scoperta di Sestri Levante, un affascinante borgo marinaro che sembra essere uscito direttamente da una cartolina d'epoca. Con le sue case color pastello, le strette stradine lastricate e le panoramiche baie sul mare.
Immersa nel fascino della Riviera di Levante, Sestri Levante è un piccolo gioiello dove la tradizione marinaresca si mescola alla bellezza paesaggistica e artistica. Un'escursione tra le sue viuzze, i suoi scorci pittoreschi e le sue spiagge sabbiose ti farà innamorare di questo borgo unic o.
Sestri Levante, con le sue case in stile ligure dai colori vivaci e le strade strette e tortuose, è un borgo che sembra uscito da un dipinto. Il centro storico, con la sua atmosfera vibrante e le botteghe artigianali, è il cuore pulsante di Sestri Levante.
Passeggiata nel centro storico: percorri le stradine lastricate e scopri le piccole botteghe artigianali, i ristoranti tipici e le affascinanti piazze di Sestri Levante. Non perdere la visita alla Chiesa di San Nicolò, un vero gioiello architettonico.
Tour in barca: per godere di una vista unica del borgo, salpa per un tour in barca. Potrai ammirare il panorama di Sestri Levante dal mare e scoprire angoli nascosti della costa.
Degustazione di prodotti locali: Sestri Levante è anche un luogo perfetto per assaporare la cucina ligure. Prova il pesto, la farinata e il pesce fresco nei ristoranti locali.
Sestri Levante è famosa per le sue due baie: la Baia del Silenzio e la Baia delle Favole. Queste due meraviglie naturali, separate dal promontorio di Portobello, offrono panorami favolosi.
Baia del Silenzio: questa baia, circondata da antiche case di pescatori, è un vero paradiso di tranquillità. Qui puoi nuotare nelle acque calme, fare snorkeling o semplicemente goderti il panorama.
Baia delle Favole: chiamata così in onore dello scrittore danese Hans Christian Andersen, che visse a Sestri Levante, la Baia delle Favole è il luogo perfetto per una giornata di relax al mare.
E inoltre...
Escursioni nel promontorio: il promontorio di Portobello, che divide le due baie, offre sentieri escursionistici con panorami da sogno sul mare.
Fonte: paesionline.it
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San Fruttuoso di Camogli
Lun Set 18, 2023 7:23 pm
Sei mai stato in un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, e la bellezza della natura si fonde armoniosamente con le tracce della storia? Benvenuto sulla Spiaggia di San Fruttuoso, una piccola baia incastonata tra le rugose scogliere liguri, un luogo dove il mare si tinge di un azzurro intenso e i promontori a picco offrono un panorama mozzafiato. Questa spiaggia, raggiungibile solo via mare o attraverso sentieri inerpicati tra la macchia mediterranea, è una gemma nascosta che aspetta solo di essere scoperta.
Immagina di nuotare in acque cristalline, mentre l'ombra del millenario abbazia di San Fruttuoso gioca con i raggi del sole. Immagina di passeggiare lungo la riva, circondato da una natura incontaminata, scoprendo storie e leggende che sembrano sussurrare tra gli alberi e le rocce.
La Spiaggia di San Fruttuoso non è solo un luogo di rara bellezza; è una meta dove trovare se stessi, allontanarsi dal trambusto della vita quotidiana e immergersi in un'avventura unica e irripetibile. Che tu sia un amante del mare, un escursionista o un appassionato di storia, San Fruttuoso ha qualcosa da offrire a ciascuno.
Se sei pronto a scoprire cosa fare e vedere in questo angolo di paradiso, continua a leggere. Tra gite in barca, trekking, snorkeling e visite guidate, San Fruttuoso ti promette un'esperienza di viaggio indimenticabile.
Nel mare di San Fruttuoso c'è una particolarità. Il Cristo degli abissi è una statua bronzea posta nel 1954 sul fondale della baia di San Fruttuoso, tra Camogli e Portofino all'interno dell'Area naturale marina protetta Portofino, a 17 metri di profondità. Vi racconterò la sua storia in seguito.
L'Abbazia di San Fruttuoso è uno dei gioielli più straordinari di questa baia. Costruita tra il X e XI secolo, si tratta di un luogo carico di storia e misticismo. Con le sue arcate a sesto acuto e le pareti di pietra che sembrano fondersi con le scogliere circostanti, l'abbazia si fonde con la natura in un'armonia perfetta. Da qui, si può godere di una vista impareggiabile sul mare e scoprire le leggende che avvolgono questo affascinante luogo.
La Spiaggia di San Fruttuoso offre opportunità uniche per gli amanti del trekking. I sentieri si snodano tra i profumi della macchia mediterranea, offrendo viste panoramiche sul mare e sulla costa frastagliata. Percorri il famoso sentiero che collega Camogli a Portofino e scopri la bellezza selvaggia di questo tratto di costa ligure.Per chi ama l'acqua, l'esplorazione subacquea della baia è un'esperienza da non perdere. Le acque trasparenti sono la dimora di un ecosistema marino vibrante, dove è possibile osservare una varietà di pesci, alghe e coralli. Immergiti in questo mondo sottomarino e scopri la bellezza nascosta sotto le onde.
La Spiaggia di San Fruttuoso è anche un luogo dove assaporare le delizie della cucina ligure. Dai tradizionali piatti a base di pesce alle specialità come la focaccia genovese, i sapori di questa regione sono un abbraccio caloroso per il palato.
Non perdere l'opportunità di gustare un pranzo in uno dei caratteristici ristoranti sulla spiaggia, con vista sul mare e su quel meraviglioso connubio tra storia e natura che caratterizza San Fruttuoso.
Fonte: paesionline.it, Wikipedia
Fotografie: web
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Camogli, una perla del Golfo Paradiso
Gio Set 07, 2023 6:53 pm
Un tipico borgo marinaro, essenza della tradizione ligure, con le sue case colorate, le scale e i caruggi.
Ogni edificio, chiesa e dettaglio racchiude un intreccio di storia, mare e colori pastello.
Le facciate variopinte delle case vi accompagnano lungo tutta la passeggiata a mare sino alla Basilica di Santa Maria Assunta, che sorge proprio sulla punta più estrema del paese, su quella che viene definita l’antica isola medioevale, simbolo di Camogli sino dall'antichità
L'ingresso si raggiunge dalla piazzetta del vicino porticciolo salendo una grande scalinata
che porta anche all' antico Castel Dragone, costruito sulle rocce a picco sul mare
nel periodo delle invasioni saracene a difesa del territorio.
Cuore del paese è il suo caratteristico porticciolo con i gozzi, i pescherecci, le reti al sole e i battelli turistici. Luogo vivace con i suoi bar all'aperto tra turisti, pescatori, abbracci sulla riva del mare e voli dei gabbiani.
Le dimensioni ridotte del borgo ne rendono particolarmente comoda l' esplorazione a piedi così da respirarne tutta l'atmosfera: la passeggiata lungo mare, il porticciolo e le piccole vie interne non solo offrono scorci particolari, facciate che sembrano quadri, piazzette nascoste dove il tempo sembra essersi fermato, ma anche tanti piccoli negozi caratteristici dove scoprire gioielli, ceramiche ed oggettistica artigianale tipica ligure.
Fonti: welcomecamogli.it, italia.it
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Trekking al fresco alle spettacolari cascate dell’Arroscia
Mar Set 05, 2023 9:18 pm
Il fascino dell’Alta Valle Arroscia è racchiuso nella bellezza di paesaggi dal sapore alpino, nella semplicità della gente e della sua “cucina bianca” fatta di ingredienti poveri ma nutrienti.
La conservazione e la promozione delle attività tradizionali, insieme ad un utilizzo eco-compatibile del territorio e delle sue risorse, hanno permesso all’Alta Valle Arroscia di conservare caratteristiche che la rendono unica e, in un certo senso, fuori dal tempo.
L’Alta Valle Arroscia conserva un ambiente tra i meglio preservati di tutta la Liguria, qui è possibile ammirare una natura sorprendente.
Le colline verdi e rigogliose della valle sono punteggiate da pittoreschi villaggi medievali.
Qui gli escursionisti possono immergersi nella cultura locale e godere dell’autenticità del luogo.
I sentieri ben segnalati conducono attraverso profondi boschi, placidi corsi d’acqua e panorami spettacolari sui monti circostanti.
La Valle Arroscia offre anche una ricca esperienza culinaria, con cibi tradizionali locali e ristoranti accoglienti lungo i percorsi di trekking.
Gli escursionisti possono ristorarsi con piatti tipici e vini pregiati.
La Valle Arroscia, nell’entroterra imperiese, eccelle infatti per la sua produttività nel campo agroalimentare.
Accanto alle bontà della tavola il nostro spirito viene allietato dal forte fragore provocato dalle splendide Cascate dell’Arroscia, visibili nei pressi di Mendatica.
Ammirato lo spettacolare salto d’acqua dell’Arroscia, l’escursionista sale verso l’agglomerato rurale di Poilarocca, un tempo abitato stagionalmente dalle famiglie contadine di Mendatica che vi salivano per la raccolta del fieno e per accudire ai prodotti della stalla.
L’itinerario: trekking alle Cascate dell’Arroscia
Poco prima della piazza di Mendatica (800 m), a sinistra della SP 4 una strada campestre conduce allo storico tabernacolo romanico di Santa Margherita – ad unica navata, custodisce un bel portale e un ciclo di affreschi del ‘400 e del ‘500 – da dove un sentiero (segnavia due trattini rossi paralleli) guadagna quota costeggiando il rio Groppin.
Oltrepassato il corso d’acqua grazie ad un ponte medioevale a campata unica, si sale verso le pendici di Cima Olmo dell’Alpetta, fino ad udire il suono assordante delle cascate (1100 m).
Ammirato lo spettacolare salto d’acqua si prosegue oltre il Passo Serena, trascurando la diramazione per le Rocce Bianche (1146 m / via del ritorno).
A quota 1400 la mulattiera esce dalla faggeta e, tra terrazzamenti incolti, raggiunge il paese abbandonato di Poilarocca (1420 m) e i pascoli che si estendono ai piedi del Monte Frontè.
L’itinerario di rientro segue parzialmente quello di salita, fino al bivio delle Rocce Bianche: qui un sentiero apparentemente scosceso (segnavia cerchio giallo) attraversa a mezza costa – sul versante opposto a quello dell’andata – boschi di pino silvestre, castagneti ormai inselvatichiti, vecchie abitazioni rurali, fino alla chiesetta di Santa Margherita.
Fonte: trekking. it
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Il “Sentiero blu”, la passeggiata marina di Bergeggi
Sab Set 02, 2023 6:52 pm
E visto che Nanni ci mostra spiagge da sogno dove crogiolarsi al sole, io ritorno sui percorsi, ma questa volta in mare .
Il “Sentiero blu”, la passeggiata marina di Bergeggi
A Bergeggi è stato realizzato un percorso protetto per le attività acquatiche. Una vera “pista nuotabile” per chi ama il mare.
Poco lontana dalla costa e dalla frequentatissima Aurelia, la piccola Isola di Bergeggi, è un cono di calcare in mezzo al mare che raggiunge i 53 metri di altitudine. Anni fa era collegata a terra, ma poi l’erosione e l’azione del mare l’hanno condannata (o salvata) ad uno splendido isolamento.
L’uomo la abbandonò molti anni fa, ma se ne trova ancora qualche traccia: i resti del monastero fatto costruire dal vescovo di Savona nel 992 d.C. per venerare S. Eugenio, vescovo di Cartagine, che sull’isola si confinò per salvarsi dai Vandali. Ci sono poi le rovine della colonia di deportazione che i genovesi vi insediarono nel 1385. Ma da allora, l’isola è rimasta praticamente tale. E sopra e tutto attorno ci è cresciuto il tesoro: una natura incredibile, una zona ricca di biodiversità unica nel Mediterraneo.
Nel mare tra Noli e Bergeggi c’è una importante prateria di Posidonia oceanica, estesa per circa 83 ettari fino all’isola, ma in quei fondali si trovano anche alghe come la Cymodocea nodosa e la Cystoseira, spie di un ambiente in salute, per non parlare delle grandi colonie di corallo, (dei 117 tipi censiti in Italia, ben 54 sono di Bergeggi) delle gorgonie, degli anemoni e di una fauna ittica incredibile, (come dimenticare il famoso “gambero meccanico di Bergeggi?) che regala dei attimi indimenticabili a subacquei, nuotatori in acque libere e snorkeler. L’incredibile trasparenza delle acque attira anche i kayak e SUP (Stand Up Padle) da tutta Europa.
È proprio questa la bellezza dell’isola di Bergeggi: il suo tesoro alla portata di tutti. Non bisogna attraversare foreste inaccessibili o superare astuti trabocchetti: tutto si trova qui, in Liguria, a due passi dall’Aurelia, così vicino che tanti lo raggiungono a nuoto, come durante Swim the Island, uno degli eventi sportivi di nuoto in acque libere più entusiasmanti a livello europeo.
Ma Bergeggi consente davvero a tutti di tuffarsi nel suo tesoro.
“La particolarità di Bergeggi sono le sue ridotte dimensioni: con il 50 % di balneazione libera le sue spiagge consentono un turismo familiare senza grande impatto” – ci ha detto Simone Bava, biologo Responsabile Settore Area Marina Protetta (AMP) “Isola di Bergeggi.
Stiamo per realizzare un progetto importante per delimitare i percorsi di navigazione con boe balneari numerate e georeferenziate. Verrà creato il “Sentiero Blu di Bergeggi”, un percorso per lo snorkeling e le attività natatorie, facilmente riconoscibile e praticabile, proprio di fronte al litorale del Comune di Bergeggi, destinato proprio a favorire il turismo naturalista, subacqueo e sportivo, dallo snorkelling, all’apnea e al nuoto in acque libere.”
Come sarà questo percorso?
“Il percorso verrà realizzato nelle acque in cui è vietata la navigazione a motore e a vela nei sei mesi estivi. Sarà a 200 metri dalle spiagge e 100 m dalle scogliere, segnalato da ben 27 boe ancorate sul fondale. Sarà praticamente una vera e propria “Pista nuotabile” dedicata a chi vuole nuotare tranquillamente in queste acque in tutta tranquillità, lontano dai natanti. Fa parte delle attività relative al Progetto NEPTUNE, un programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Francia destinato a favorire lo sviluppo sostenibile delle attività ricreative e professionali subacquee, per garantire e sviluppare la tutela degli habitat marini e costieri ad elevato valore naturalistico e culturale. Oggi, oltre all’Alta Via per chi ama i monti liguri, c’è anche un Sentiero Blu per chi ama nuotare e continuare a scoprire i tesori della Liguria
Fonte: La mia Liguria
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Le grotte di Toirano
Lun Ago 28, 2023 5:47 pm
Ogni scoperta ha una sua storia unica ed affascinante. Oggi ci mettiamo le scarpe di quei ragazzi di Toirano che nel 1.950, aprirono un varco in quella grotta da sempre conosciuta, ma mai completamente esplorata. Quell’apertura nella cosiddetta Grotta della Bàsura diede la possibilità al pubblico, a partire dall’1 gennaio 1.953, di avere una visione completa di queste spettacolari grotte. Ecco che, dal fondo di quella parte sino ad allora inesplorata, i resti dell’Orso delle Caverne riemergono sotto gli occhi curiosi di appassionati ed esperti. Dall’apertura di quel primo varco, le esplorazioni non si fermarono. L’antro di Cibele fece la sua comparsa nel 1.960, inevitabilmente seguito dalla Grotta Inferiore di Santa Lucia. Dal 1.967 l’immensità di queste grotte è esplorabile nella sua interezza grazie al traforo del tunnel. Da quel momento in poi, tutti gli ambienti interni sono collegati e si possono ammirare completamente, in un percorso a senso unico.
Chi era l’orso delle caverne?
Molto tempo fa, il famoso Ursus spelaeus era re delle grotte di quasi tutta Europa, e le Grotte di Toirano non fanno eccezione. Questo esemplare di plantigrado è ormai estinto. Tuttavia, sappiamo che queste caverne erano i luoghi da lui prediletti per ritirarsi in un rilassante e lungo letargo. Nella Sala dei Misteri troviamo un vero e proprio cimitero di orsi, ove vediamo ancora ciò che rimane delle loro ossa. La maggior parte dei resti appartengono ai cuccioli, e solo una minoranza agli adulti. Questo cimitero si compone di almeno 57 cuccioli, 63 individui al di sotto dei quattro anni e, infine, solo 19 orsi in età adulta. Riusciamo a stimare, tramite delle datazioni radiometriche, che il re delle caverne sia vissuto in un periodo che va dai 50.000 ai 24.000 anni fa. La Sala dei Misteri rappresenta una delle tante stanze che ci affascina, spingendoci a porre sempre domande diverse ed espandere le nostre conoscenze.
Le tracce lasciate dai nostri antenati
Circa 14.400 anni fa, i nostri predecessori passarono in queste grotte, lasciandoci delle orme (letteralmente) a testimoniare per sempre la loro esistenza. Questo segno tuttavia non è indelebile, e purtroppo la grande scoperta del 1.950 cancellò irrevocabilmente molte di queste tracce…ma ci rimangono ancora decine di prove. Nel cosiddetto Corridoio delle Impronte, ci troviamo davanti a piedini di varie dimensioni, ginocchia, mani…ecco che camminiamo accanto ai nostri antenati. Le tracce di tre adulti e due bambini si manifestano davanti ai nostri occhi a ricordarci quanto è antica la specie umana. Addentrandoci in questi angoli, le Grotte di Toirano ci raccontano che un bambino aveva un piedino di 13.50 cm (87 cm di altezza, con meno di quattro anni), mentre l’altro era più grande, con una misura del piede di 17.73 cm (115 cm di altezza, di sette anni circa). L’ultimo era decisamente il più cresciuto con dei piedi di 21.5 cm (135 cm di altezza, probabilmente sugli undici anni). Gli adulti avevano invece un’altezza di 148 cm e 167 cm, con dei piedi di 22.8 e 25.7 cm.
La straordinaria conformazione delle Grotte di Toirano
Tra stalattiti e stalagmiti, non riusciamo a staccare i nostri occhi dalle forme particolarissime che ammiriamo tutto intorno a noi. L’acqua porta a termine la sua magia, erodendo la roccia e andando a creare tutte le delicatissime conformazioni che ammiriamo al giorno d’oggi. In realtà, questo tipo di grotte sono sempre in evoluzione, poiché cambiano continuamente a causa del costante lavoro che svolge l’acqua. Quest’ultima, ricca di calcare, esce dal soffitto depositandosi sul soffitto stesso a formare le stalattiti, e depositandosi sul pavimento a formare le stalagmiti. Ecco che quando i due fenomeni si incontrano, viene formata una colonna. Quando l’acqua scorre sul soffitto, invece, forma delle caratteristiche e sottili lamelle andando a creare le concrezioni a drappo. Un’altra meraviglia è caratterizzata dalle coralloidi, meravigliose formazioni che assomigliano a coralli, create dall’acqua che, in maniera capillare, si deposita ed evapora. Infine ammiriamo una sorta di struttura a nuvola, ossia le concrezioni mammellari, dette anche “nuvole di grotta”, formate dalle stalattiti coniche che restano a contatto con l’acqua calcarea per un periodo di tempo troppo lungo.
Fonte: goodtrekking.it
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Sentiero Einstein, parco dell'Antola
Dom Ago 13, 2023 8:39 pm
Un giorno, un giovane inquieto e dalle gambe allenate arrivò al mare ligure, attraversando il Parco dell’Antola. Era il 1895, aveva sedici anni e proveniva da Monaco di Baviera. Il suo nome era Albert Einstein. Di questa storia che vi racconteremo si venne a conoscenza quando era ormai famoso, grazie ai suoi stessi racconti.
Prima di diventare il premio Nobel alla fisica che tutti noi conosciamo, Einstein ha vissuto per un po’ di tempo a Pavia, insieme al padre Herman. In quel periodo decide di andare a trovare lo zio materno, Jacob Koch, che ai tempi abitava a Genova. Insieme all’amico Otto Neustatter si mise in cammino verso il mare di Genova, imboccando l’antica via del sale medievale. Attraversò a piedi l’Appennino e proseguì passando per il Parco dell’Antola.
Fascia, Rondanina, Montebruno e Propata. Oggi, dopo varie ricerche, si è scoperto che il percorso fatto dal giovane Albert Einstein attraverso il parco era lungo poco più di 48 chilometri. L’itinerario si sarebbe snodato anche per Bobbio e la Val Trebbia, seguendo strade provinciali o nazionali, verso Ottone e da qui verso Genova, raggiunta dopo qualche giorno di marcia. Nel corso del passaggio in Antola, Einstein avrebbe pernottato in qualche paesino, rimasto però ignoto.
Oggi il Parco regionale dell’Antola ha ripristinato quel sentiero, ricco di punti panoramici e indicato con una segnaletica a lui dedicata: il “Sentiero di Einstein".
Fonte: genovatoday.it
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Re: Liguria tra mare e monti
Dom Ago 06, 2023 7:36 pm
La Grotta dei Falsari si trova lungo il litorale ligure tra Noli e Varigotti, in provincia di Savona. Da questa cavità si può ammirare uno dei panorami più belli della Liguria. Ecco la sua storia
Tra le zone della Liguria più visitate dai turisti e dagli appassionati di trekking c’è sicuramente il tratto costiero che va da Noli a Varigotti. Quest’area, che si estende lungo il Ponente Ligure, in provincia di Savona, conserva alcune spiagge e insenature non sempre facili da raggiungere, ma dal fascino inestimabile. E’ il caso della famosa Grotta dei Falsari, nota anche come Grotta dei Briganti o Antro dei Falsari, situata sul monte di Capo Noli.
Si tratta di un anfratto naturale formatosi a causa dell’erosione quando la grotta si trovava ancora al di sotto del livello del mare. La strana conformazione “a finestra” che ha preso nel corso del tempo offre un incantevole spaccato sul Mar Ligure e rende la grotta unica nel suo genere.
L’ORIGINE DEL NOME
Il nome della grotta deriva dal fatto che secoli fa questo fosse il perfetto rifugio dei contrabbandieri che producevano monete false per truffare la gente. All’interno di questa cavità non c’era pericolo infatti di venire scoperti, né tanto meno derubati.
Nel medioevo il tratto costiero di Noli e Varigotti era dominato dai bizantini poi in seguito passò nelle mani dei Longobardi. Erano frequenti però anche le incursioni dei pirati saraceni, che provarono più volte ad insediarsi in alcune zone del litorale ligure. E’ forse intorno a questo periodo che risalgono le prime attività criminali all’interno della grotta.
Divenuta in seguito un’importante città marinara, con una cospicua flotta navale, Noli partecipò nel 1099 alla prima crociata ricevendo privilegi politici e conquistò ben presto il titolo di repubblica indipendente. Durante questi anni la grotta fu usata come rifugio per le truppe nolensi, che cercavano di resistere agli attacchi da parte dei genovesi e dei savonesi. Durante il XVIII secolo, la cavità fu utilizzata anche come magazzino per le merci che arrivavano e partivano dal porto di Noli.
Oltre a questi fatti storici, non mancano poi racconti e leggende piuttosto suggestive. Si narra infatti che la grotta nasconda tra le rocce un tesoro inestimabile. Per altri invece questo era un luogo di culto pagano, una sorta di tempio, e si narra che ancora oggi sia possibile vedere delle incisioni sulla roccia che stanno ad indicare un’antica pratica religiosa.
COME RAGGIUNGERE LA GROTTA DEI FALSARI
Per raggiungere la grotta si può decidere intanto se partire da Noli o da Varigotti. Quale che sia la scelta, l’escursione risulta piacevole ed il tempo di percorrenza è pressoché lo stesso. Nel primo caso, cioè partendo da Noli, il tragitto è di 1,9 km e si impiega circa 22 minuti. Nel secondo, il tempo è di circa 31 minuti e la distanza è di 2,6 km.
Partendo da Noli, per la precisione da via XXV Aprile, si troveranno subito le indicazioni per la “Passeggiata Dantesca” che porta proprio alla Grotta dei Falsari. Sebbene il sentiero inizi dolcemente senza salite molto ripide, il consiglio è quello di indossare scarpe da trekking adatte alle rocce più lisce che si incontrano più avanti.
Da Varigotti invece, si prende il Sentiero del Pellegrino che si ricollegherà poi ad un pezzo della Passeggiata Dantesca. Lungo il tragitto verso Noli, prima di arrivare alla Grotta dei Falsari, vale la pena anche soffermarsi sulla Torre delle Streghe, situata sopra la spiaggia del Malpasso
LA PASSEGGIATA DANTESCA
Il nome di questo sentiero deriva probabilmente dal fatto che proprio Dante Alighieri nel 1306, durante un suo viaggio verso la Francia, percorse questo sentiero e rimase incantato dal suo panorama tanto da citarla nel IV canto del Purgatorio “Vassi in Sanleo e discendesi in Noli”. In effetti, il percorso regala diversi punti panoramici.
A poca distanza dalla Grotta, infatti sorge l’Eremo del Capitano. Si tratta di un’antica casa coloniale circondata da una rigogliosa vegetazione. Oltre al panorama mozzafiato, queste zone sono perfette anche per il birdwatching.
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Bussana vecchia
Sab Lug 22, 2023 4:52 pm
Alcuni magari non avranno mai visto o sentito parlare di questo borgo. Ha una storia particolare, affascinante quasi quanto il suo lato estetico.
Una gemma appoggiata su una collina nelle vicinanze di Sanremo, di origine probabilmente romana, è ricordata prevalentemente per un evento che ha segnato in toto la sua esistenza. Un paesino di poco più di 200 anime, il 23 Febbraio 1887 si trovava quasi tutto nella chiesa centrale durante la celebrazione. Un violento terremoto scuoteva la terra così da far crollare l’intera volta. Il bilancio fu tragico. Quei pochi che non si trovavano al suo interno, subirono la stessa fine nelle loro case siccome molti tetti cedettero inesorabilmente.
Il suo percorso storico, però, evolse in qualcosa di… particolare! Dopo una sessantina d’anni di abbandono, alcuni artisti decisero di “invaderla” e darle nuovamente vita… a loro modo.
È infatti affascinante riscoprire le origini di questa “città degli artisti”, così come qualcuno la ribattezzò. L’artista torinese Clizia, dopo aver scoperto il luogo, negli anni sessanta del Novecento tentò di formare una colonia di artisti. Non vi riescì e abbandonò il villaggio spostandosi a Sanremo, aprendo un bar nella parte chiamata Vecchia Pigna. Ci riuscì, invece, il pittore siciliano Vanni Giuffre. Decise di venire ad abitare nel villaggio e molti altri lo seguirono nei anni successivi. Inizialmente vivevano a lume di candela e acqua di fonte. Questa scelta di vita minimal fu parte fondante di tutta l’anima della “nuova” Bussana.
Pensate che sul finire degli anni Ottanta divenne talmente in “voga” questo luogo da contare oltre 100 artisti.
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