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Lettera di Fabrizio Masucci


Nel rispetto delle motivazioni che hanno indotto Fabrizio Masucci alle dimissioni dalla carica di presidente e dal ruolo di direttore del Museo Cappella Sansevero, così come esposte nella lettera che segue, il Consiglio di Amministrazione auspica che i temi sollecitati possano offrire spunti per un più ampio e sereno dibattito.

UN PASSO DI LATO
Le cronache degli ultimi giorni riportano che, a seguito dell’emanazione del Decreto Legge n. 105 del 23 luglio 2021, anche il tema dell’accesso ai musei – come era facilmente prevedibile – è divenuto terreno di scontro tra opposte fazioni.

Ritengo innanzitutto utile far presente quali siano, nel rispetto delle misure imposte dall’emergenza sanitaria, le regole attualmente previste in un museo. Nel nostro caso, è stata ridotta di circa due terzi la capienza massima giornaliera, prima dell’ingresso tutti i visitatori sono sottoposti al rilievo della temperatura corporea con termometro senza contatto, è obbligatorio indossare correttamente la mascherina per tutta la durata della visita ed è stata realizzata un’apposita segnaletica orizzontale e verticale volta a garantire il rispetto della distanza interpersonale. In biglietteria e negli spazi visitabili è a disposizione dei visitatori del gel igienizzante per le mani, il percorso di visita è unidirezionale e l’ingresso e l’uscita avvengono attraverso varchi distinti, le audioguide noleggiate vengono sanificate dopo ogni singolo utilizzo e possono essere ascoltate con auricolari propri o con auricolari monouso forniti gratuitamente. Infine, per evitare il rischio di eventuali assembramenti o lunghe code all’esterno, è stata disposta una pianificazione degli accessi finalizzata a garantire la sicurezza dei visitatori: i biglietti sono disponibili online e ogni giorno di apertura viene messa a disposizione solo una quantità residuale di biglietti last minute, acquistabili in biglietteria fino a esaurimento, per fasce orarie esplicitamente indicate. A queste principali misure se ne affiancano altre, che tralascio di aggiungere all’elenco.

L’Autorità ha determinato che l’adozione di tali misure di sicurezza nei musei è compatibile con l’apertura al pubblico. Devo ritenere che, oltre che per ragionamenti di buon senso inerenti alla semplicità ed efficienza con cui si possono regolare i flussi e far rispettare le norme di sicurezza in questi luoghi, tale decisione sia stata presa e venga mantenuta in vigore anche sulla base di rilevazioni statistiche e ricerche scientifiche, che giungono alla conclusione che di tutti i principali luoghi al chiuso aperti al pubblico – assodato che si osservino alcune basilari misure di sicurezza – i musei sono quelli in cui sussiste il minore rischio di contagio.

Alla luce di tali evidenze, constatate dal decisore politico che ha ritenuto e ritiene tuttora di poter tenere aperti i musei, l’obbligo di richiedere l’esibizione del green pass per l’accesso ai musei non è legato a valutazioni di carattere epidemiologico specificamente riferite ai contesti museali, ma è stato considerato esclusivamente uno strumento utile, fra tantissimi altri, allo scopo dichiarato – in sede di conferenza stampa di presentazione, lo scorso 22 luglio, del DL n. 105 – di ottenere più numerose adesioni alla campagna vaccinale. Senza assolutamente entrare nel merito dello scopo che ha inteso prefiggersi il Governo, e non avendo ovviamente pregiudizi di sorta nei confronti dei vaccini, obietto tuttavia che i musei non debbano e non possano essere strumentalizzati – nel senso letterale di “usati come strumento” – per ottenere qualsivoglia scopo estraneo alle loro naturali finalità, specie quando tale strumentalizzazione contribuisca inevitabilmente a compromettere, invece che favorire, la coesione sociale, in aperto contrasto con una delle più intrinseche missioni di un museo.

Durante la grave crisi che stiamo attraversando, abbiamo rispettato senza nulla eccepire lunghi periodi di chiusura, quando tale chiusura è stata disposta dall’Autorità sulla base di valutazioni epidemiologiche connesse anche agli ambienti museali. A fronte di ragioni analoghe avrei considerato di poter continuare a dirigere un museo che dovesse rinunciare alla parità di trattamento dei suoi visitatori. Tuttavia, se viene richiesto a un museo di rinunciare alla parità di trattamento per motivi che non possono che essere recepiti come strumentali, in quanto non connessi alla tipologia di spazio e attività, intendo pacatamente ricordare che i musei sono per loro vocazione luoghi di inclusione e che l’accesso paritario all’arte e alla cultura, diritto di tutti, dovrebbe essere sacrificato solo all’esito di ogni sforzo possibile volto a evitare una simile ferita. Mi auguro che le autorità competenti possano riconsiderare una decisione che coinvolge aspetti socioculturali di rilevante interesse collettivo, al fine di risparmiare almeno ai musei, riserva aurea di civiltà, lo scomodo ruolo di bersaglio delle intemperanze dell’arena mediatica. Ci sarebbero anzi le condizioni propizie per fare dei musei un sicuro “spazio neutro” in cui le persone, circondate dalla bellezza, possano ricominciare a conoscersi e riconoscersi, senza etichettarsi reciprocamente.

Per la radicata cultura della legalità che ha sempre contraddistinto la nostra istituzione, a partire dal 6 agosto anche il Museo Cappella Sansevero, come è ovvio che sia, si adeguerà al rispetto delle regole previste dal DL n. 105 del 23 luglio 2021. In considerazione di quanto fin qui esposto, non posso però sottrarmi al più forte richiamo della mia coscienza, che mi induce a lasciare – dopo oltre dieci anni e mezzo – la presidenza e la direzione del Museo Cappella Sansevero. Spero che questa decisione venga intesa, qual è, come un semplice gesto di coerenza del mio giudizio e del mio sentire.

Desidero ringraziare il Consiglio di Amministrazione, oltre che per il supporto offerto durante il mio mandato, anche specificamente per aver voluto pubblicare la presente lettera sui canali istituzionali del Museo Cappella Sansevero. Il mio più vivo ringraziamento va a tutto lo staff del museo e a tutte le istituzioni e le persone con cui ho avuto il piacere di collaborare in questi anni. Mi rasserena la certezza che il Museo Cappella Sansevero raggiungerà nuovi traguardi e continuerà a diffondere il valore della bellezza e della cultura.

Fabrizio Masucci



Lettera di Fabrizio Masucci - Museo Cappella Sansevero (museosansevero.it)

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Commenti

Dalila
Mar Ago 03, 2021 4:52 pmDalila
Purtroppo "Gli aspetti socioculturali di rilevante interesse collettivo" non interessano minimamente al  "decisore politico"
Posso solo con rammarico evidenziare questa esasperazione sanitaria dai risvolti poco chiari.
E' evidente la strumentalizzazione per ottenere benefici non in linea con la condivisione  e coesione sociale...valore implicito di un museo.

Al direttore del Museo Cappella Sansevero Fabrizio Masucci tutto il mio consenso e ammirazione per il suo coraggioso gesto che spero non resti una goccia nell'oceano dell'indifferenza.

A Nanni e Red Tony piace tantissimo ♥♥♥♥

Nanni
Gio Ago 12, 2021 2:32 pmNanni
Dalila grazie per questo argomento e in particolare questa lettera sfogo che ci porti a conoscenza.
Anche io condivido la lettera del Prof Masucci la quale con le sue dimissioni ha reso noto tutte le sue perplessità circa il problema che si è venuta a creare con la Pandemia del Virus.
Non c'è da parte della politica ( ora sanitaria ) un interesse vero di preservare la salute pubblica se non obbligando tutti a vaccinarsi , anche se ancora si dice sia una libera scelta.
Non è libero nessuno. 
Anche se tutte le misure richieste e di buon senso vengono attuate , si stabiliscono regole ancora più restrittive per visitare i musei, spesso,  con degli spazi ampi che ne consentirebbero dunque l'accessibilità in sicurezza.

E ok...va bene ...ma allora mi si deve spiegare perché al mega- super- mercato strapieno di gente non viene richiesto il green pass ,il distanziamento, ecc ecc ?

Li si può tutto , con commessi che non hanno paura e che ogni giorno ricevono la visita di migliaia di persone.

Vabbè meglio prendersela con i musei , magari per poi tagliare un po di posti di lavoro , forse anche aspettare che si dimetta un direttore e altri dipendenti , cosi evitano di mantenere gente chiudendo di fatto i musei. 

Tanto a chi gliene frega ?

Intanto per la cronaca qui ci bombardano di notizie di emergenza sanitaria ...e chissà se ci dicono la verità.

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