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Scultura nel tempo Empty Re: Scultura nel tempo

Mar Mar 12, 2024 10:20 pm
Progetto di digitalizzazione degli Uffizi

Modelli 3D realizzati in collaborazione con Indiana University. 


Molto interessante!!!

http://www.digitalsculpture.org/florence/

Scultura nel tempo 3d-ren10

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Scultura nel tempo Empty Grotta del Buontalenti

Mar Mar 12, 2024 10:07 pm
Grotta del Buontalenti


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Grotta del Buontalenti


Giorgio Vasari (Arezzo 1511 – 1574 Firenze), Bernardo Buontalenti (Firenze 1531 – 1608), Baccio Bandinelli (Firenze 1493 – 1560), Vincenzo de’ Rossi (Fiesole 1525 – Firenze 1587), Giambologna (Douai 1529 – Firenze 1608)


Caratteristiche


Data
1557 – 1587
Museo
Giardino di Boboli


La Grotta del Buontalenti o Grotta Grande è situata nell’estremità nord del Giardino di Boboli adiacente al punto di immissione del Corridoio Vasariano. La genesi della grotta è connessa alla costruzione dell’acquedotto proveniente dalla sorgente della Ginevra già in costruzione nel 1551 e che era destinato a portare l’acqua a Palazzo Vecchio dopo aver alimentato il Giardino di Boboli. A supporto del condotto che usciva da Boboli fu creato un vivaio che garantisse la fornitura di acqua anche in momenti di scarsa adduzione. I primi lavori risalgono al febbraio 1557 sotto la direzione di Davide Fortini, genero dell’architetto e scultore Niccolò Tribolo responsabile del primo progetto del Giardino di Boboli. Nello stesso 1557 la direzione dei lavori passò a Giorgio Vasari che realizzò una facciata con colonne e lesene tuscaniche sostenenti un pronao architravato. In facciata furono realizzate due nicchie dove nel 1560 vennero collocate le sculture di Apollo e Cerere di Baccio Bandinelli. In seguito il vivaio venne a perdere la sua funzione originaria ed il Granduca Francesco I decise di trasformarlo in grotta. Tra il 1583 ed il 1587, Bernardo Buontalenti dirige la trasformazione del vivaio in Grotta Grande intervenendo sull’impostazione architettonica del Vasari, progettando e realizzando tutta la parte decorativa . Nel 1583 erano compiute le murature delle tre camere di cui è composta la grotta. Tra il 1583 ed il 1584, lo scultore Piero di Tommaso Mati era impegnato nella realizzazione delle figure della prima camera, conclusa l’anno successivo con la collocazione negli angoli dei quattro Prigioni di Michelangelo. Fra il 1586 ed il 1587 Bernardino Poccetti realizzava la decorazione pittorica delle tre stanze della grotta. Nel 1587 nella seconda camera fu collocato il gruppo scultoreo di Vincenzo de’ Rossi. Fra il 1592 ed il 1593, venne collocata nella terza camera la tazza di verde africano sostenuta da un fusto di marmo con quattro figure di satiro. Sulla tazza fu collocata nel 1593 circa la Venere del Giambologna. Alla morte di Francesco I, i lavori proseguirono sotto il fratello Ferdinando, che fece realizzare la facciata. Le tre camere interne non sono in asse tra loro, ma disassate in modo che dall’esterno si possa vedere la grotta fino in fondo e godere della completezza della scultura della Venere.




La prima camera accoglie una messinscena pastorale realizzata da Piero Mati dove si fondono stalattiti, stalagmiti, rocce spugnose, mosaico in scaglie di marmo e porfido rosso. Alla base delle due pareti laterali si trovano due vasche che riflettevano le sculture soprastanti. La volta dipinta da Poccetti raffigura la rovina di una cupola popolata di animali europei, ma anche specie esotiche africane e centroamericane. La decorazione della seconda camera riflette invece un’impostazione più classicheggiante dove i materiali spugnosi disegnano nicchie timpanate e, sul soffitto, specchiature geometriche con conchiglie e colature di pietra. La terza camera è decorata con un graticolato (treillage) su cui si arrampicano viti, rose e convolvoli mentre uccelli di vario tipo popolano la volta e, ai lati, vi sono nicchie decorate a conchiglie e madreperla.




La facciata presenta nella parte inferiore un’apertura con due colonne che sostengono una trabeazione . Al di sopra un arco decorato da stalattiti è sormontato dallo stemma mediceo. Ai lati le figure a mosaico della Pace e della Giustizia. Ai lati in basso due nicchie con le sculture di Apollo e Cerere e superiormente riquadri con decorazioni a mosaico. La sommità della facciata è chiusa da un timpano decorato da stalattiti e materiale spugnoso.




L’ambiente, per sua natura estremamente delicato, subì vari interventi di restauro tra Settecento e Ottocento; nel 1908 i quattro Prigioni furono trasferiti alla Galleria dell’Accademia e sostituiti con copie in cemento.


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Scultura nel tempo Empty Latona e i suoi figli

Sab Dic 16, 2023 3:06 pm
Latona con i suoi figli dello scultore statunitense William Henry Rinehart, realizzata nel 1874.


Rinehart, nato nel Maryland, visse a lungo a Roma e perfezionò la sua maestria nello scolpire proprio nella Città Eterna, studiando dal vero le opere dei grandi maestri del passato e dei suoi contemporanei italiani.


Lo scultore volle dar corpo a Latona dea delle tenebre, seduta accanto ad Apollo e Diana addormentati, i due gemelli che aveva concepito assieme a Giove.


Scultura nel tempo Latonn


Latona era la dea della mitologia greca legata alla maternità e assieme ai suoi figli, protettrice dei ragazzi.


Secondo quanto narrato da Esiodo, Zeus temendo la gelosia feroce della moglie Era, allontanò la donna prima che potesse dare alla luce i gemelli. Nessuno volle darle ospitalità temendo le terribili ritorsioni di Era così la giovane gravida fu inseguita dal serpente Pitone e vagò attraverso il Mar Egeo.


Finalmente trovò riparo sull’isola di Deldo sulla quale vennero alla luce i figli Artemide e Apollo. Esistono diverse versioni di questa storia mitologica ma pare Rinehart si ispirò proprio a quella raccontata da Esiodo.


Scultura nel tempo Latona-1


La dea guarda con affetto i due bambini mentre dormono beatamente, confortati dalla propria presenza. Apollo diventerà poi il dio della luce e del sole mentre Diana sarà destinata ad assumere le vesti della dea della luna e della caccia.


Il modellato di Rinehart è assai sobrio ma curato nel dettaglio. Basta osservare le ciocche dei capelli di Latona, i suoi sandali ripresi da modelli antichi e agli abiti privi di orpelli ma finemente panneggiati.


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L’opera Latona e i suoi figli di William Henry Rinehart appartiene al Metropolitan Museum di New York ed è esposta nell’ala dedicata alle opere di artisti statunitensi che comprende oltre 20mila lavori.


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Un gruppo scultoreo che ti prende il cuore...

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Mer Nov 29, 2023 5:37 pm
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Fontana delle Scimmie (Giardino di Boboli )


Descrizione:


Data Metà XVI secolo – prima metà XIX sec.
Museo Giardino di Boboli
Collezione Sculture e Fontane

Collocazione Giardino della Palazzina del Cavaliere
Tecnica Marmi (breccia medicea, bianco, bianco statuario), pietra serena, bronzo a fusione
Dimensioni:
Putto pescatore cm 50 c. (altezza); scimmie 40 cm c. ciascuna

L’assetto attuale della fontana, composta da elementi realizzati da vari scultori in epoche diverse, utilizzando varietà di materiali, risale alla prima metà del XIX secolo. Al centro della vasca si erge una fontana in pietra serena e marmo bianco, sulla cui base sono collocate tre scimmie in bronzo, opere dello scultore vicentino Camillo Mariani (Vicenza, 1567 – Roma, 1611). Queste curiose figure erano state realizzate per il duca di Urbino, Francesco Maria II della Rovere - al cui servizio il Mariani era entrato nel 1595 -  per una fontana di Villa Miralfiore a Pesaro. Da qui vennero portate a Firenze nella villa di Poggio Imperiale da Vittoria della Rovere dopo il suo matrimonio con Ferdinando II de’ Medici. La loro sistemazione attuale risale presumibilmente al 1830, quando anche altre sculture furono trasferite nel Giardino di Boboli dalla villa medicea. Una quarta scimmia con un piccolo in braccio, appartenente alla serie originaria che ne contava forse cinque, è oggi al Metropolitan Museum di New York. Nel contesto del programma decorativo del duca di Urbino per la sua villa di Pesaro, considerata un luogo di ritiro dalla vita pubblica, la presenza delle scimmie si spiega non tanto come consueto rimando alla tendenza al vizio o alla sciocca imitazione di suoni e gesti, atteggiamenti da sempre posti in relazione a questa tipologia di animali, ma piuttosto come inno alla libertà, all’armonico rapporto con la natura e a una sorta di naturalismo esotico riconducibile al gusto del bizzarro tipico del Manierismo.

Il fusto che si eleva dalla base della fontana è attraversato da un foro destinato al passaggio delle tubature e sostiene un bacile - forse un marmo di recupero - sul quale è montata una scultura raffigurante un putto pescatore, eseguita con ogni probabilità da Stoldo o Antonio Lorenzi nel Cinquecento.

Le sculture per ragioni di conservazione sono state recentemente sostituite da copie.

Nel mese di giugno 2021 si è concluso un importante intervento di restauro.

Testo di
Laura Donati

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Mer Nov 29, 2023 5:32 pm
Scultura nel tempo 1688660326-1506339218614781-torso-gaddi-principale



Torso Gaddi  (Arte greca)


Caratteristiche e Descrizione


Data I secolo a.C.
Museo Gli Uffizi
Collezione Scultura
Tecnica Marmo greco
Dimensioni 84 cm (altezza)


Il robusto torso venne acquistato nel 1778 dal Granduca Pietro Leopoldo dalla collezione Gaddi che si trovava a Firenze; nulla si sa dell’opera prima di questa data, ad eccezione della presenza nella suddetta collezione privata.


Derivata da un prototipo del II secolo a.C., la statua, di cui si conserva soltanto il torso, raffigurava in origine un Centauro con le mani legate dietro la schiena. Apparteneva a un gruppo composto da un Centauro giovane, libero ed esuberante, ed uno anziano cavalcato da un amorino che lo colpiva con la frusta. Ciò che rimane del torso ci parla di un corpo giovanile e muscoloso, la cui energia sembra essere costretta dai limiti del materiale con il quale venne realizzato; palpabile è lo sforzo nella torsione resa evidente dal modellato. Possiamo tranquillamente interpretarlo come metafora dell’invincibile forza di Eros, capace di domare anche i selvaggi Centauri; simbolo di forza e potenza fu più volte utilizzato come modello per diverse forme artistiche, tra le quali la pittura, in special modo nel periodo a cavallo tra Cinque e Seicento. Ne è vivace testimonianza il raffinato olio su tavola intitolato “Adorazione dei pastori di Amico Aspertini”, datato 1515 e conservato agli Uffizi (Inv. 1890 n. 3803). Nel dipinto il torso è raffigurato all’estremità sinistra, poggiato su una base anch’essa di marmo, molto simile ad un’ara.


Una curiosità: a differenza di altre sculture, quest’opera non fu mai completata a recuperare le iniziali sembianze. Era difatti considerata un’opera d’arte così elevata qualitativamente e così potente nel provocare emozioni che si preferì non interferire con la straordinaria forza evocativa del passato.


Di Cristiana Barandoni

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Gio Nov 16, 2023 9:02 pm
Scultura nel tempo 39937710

Eterno... Maschera di Camille Claudel e Mano sinistra di Pierre de Wissant, di Auguste Rodin, ca. 1895. L'assemblaggio deriva da una maschera che Rodin realizzata sulla base del suo pupillo insieme alla mano sinistra di uno dei Burghers di Calais per creare un'opera diversa da quelle che si erano mai viste all'epoca. Foto via Musee Rodin France. https://musetouch.org/

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Dom Set 24, 2023 8:27 pm
Reputazione del messaggio: 100% (1 voto)
Venere accovacciata
Arte romana 



Scultura nel tempo Cattur51

Data
I sec. d. C.


Museo
Gli Uffizi


Tecnica
Marmo di Carrara


Dimensioni
78 cm (altezza)


La statua rappresenta un’elegante Afrodite accovacciata nel momento del bagno, mentre si volta verso l’osservatore e cerca di coprire con le mani il petto e il pube. Il tipo iconografico, assai celebrato nell’antichità e modello per gli artisti del Rinascimento, è noto da numerose repliche ed è stato identificato nella Venere attribuita dall’enciclopedista romano Plinio il Vecchio allo scultore Doidalsas. Se ne conoscono diverse varianti e copie, ma gli studiosi concordano nel ritenere che l’archetipo - ossia il primo esemplare in assoluto - potrebbe essere stato creato intorno alla metà del III secolo a. C. probabilmente per Nicomede I, re di Bitinia.


L’Afrodite degli Uffizi ha un modellato molto delicato, che mette in risalto le forme gentili e rilassate del ventre; nonostante la sorpresa di essere stata colta nuda, c’è nel gesto di pudicizia un’eleganza quasi studiata, confermata dallo sguardo vivace e diretto verso l’osservatore. Un bracciale-gioiello cinge delicatamente il braccio sinistro mentre i capelli sono raccolti in un’articolata e raffinata acconciatura, con i riccioli che morbidamente ricadono sulla schiena nuda. La testa attuale è tuttavia opera di restauro.


La scultura viene menzionata per la prima volta nell’inventario di Villa Medici, residenza granducale a Roma, nel 1670, dove resterà fino al 1780/88 quando venne trasferita a Firenze assieme ad altre importanti opere d’arte, come l’Arrotino attualmente visibile all’interno della Tribuna degli Uffizi.

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Scultura nel tempo Empty La Vittoria

Mar Set 12, 2023 9:24 pm
Scultura nel tempo Cattur49


La Vittoria


Vincenzo Consani (Lucca, 1818 – Firenze, 1887) 

Museo Palazzo Pitti
Collezione Galleria Palatina
Collocazione Sala di Giove
Tecnica Marmo
Dimensioni h. 250 cm

Questa Vittoria è rappresentata tradizionalmente come una figura femminile seduta su una roccia, ma contrariamente alla consuetudine iconografica, è priva di ali: una soluzione che modernizza la versione antica di cui la Nike di Samotracia è il più celebre esempio. Oltre allo scudo, la dea presenta altri attributi che le sono propri: la spada riposta nel suo fodero ed intrecciata a una corona trionfale, composta di foglie di alloro, un sobrio mantello che partendo dalla vita la copre fino alle caviglie, lasciando intravedere i piedi, mentre i capelli sono raccolti in maniera elaborata.

Il gesto della Vittoria, impegnata a scrivere sullo scudo, è simbolico, ma allo stesso tempo attuale nel suo messaggio patriottico. Con quest’opera Consani, i cui esordi risalgono a circa trent’anni prima, omaggia gli sforzi profusi dal re Vittorio Emanuele II nell’unificazione d’Italia. Lo scultore, nel 1848 militante come volontario nel Battaglione Toscano e preso dall’entusiasmo per i successi conseguiti durante la seconda guerra d’indipendenza nel Lombardo Veneto (1859), lavorò quattro anni alla scultura (che sarebbe stata offerta in nome dei comuni toscani al sovrano) con l’appoggio di Paolo Sinibaldi, sindaco di Lucca. Ultimata nel 1867, l’opera fu posta fin da subito nella Sala di Giove, adibita in epoca medicea a sala del trono dove la statua tuttora dialoga con gli affreschi secenteschi eseguiti da Pietro da Cortona per Ferdinando II dei Medici.

Consani prende come modello di riferimento la statuaria greca classica, in particolare la Vittoria alata rinvenuta nel 1823 presso il tempio di Vespasiano e attualmente al Museo archeologico di Brescia. Lo scultore toscano presumibilmente ne vide l’illustrazione sulla rivista ‘Gazette des Beaux-Arts’. Nonostante l’opera di Consani fosse di fatto foriera di un messaggio pro-unificazione, l’imperatore Francesco Giuseppe d’Asburgo ne ammirò l’esecuzione quando la vide esposta a Vienna nel 1873, in occasione dell’esposizione universale, e chiese di conoscerne l’autore.

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Scultura nel tempo Empty La Nike di Samotracia

Ven Set 08, 2023 8:44 pm
Scultura nel tempo 64781610



La scultura di cui vi voglio parlare oggi è la Nike di Samotracia, nota anche come la Vittoria alata, datata fra il 200 e il 180 avanti Cristo di scuola rodia e che erroneamente viene attribuita talvolta a Pitocrito.
La Nike che si eleva dal piedistallo con i suoi 2 metri e 45, fu scolpita nel marmo pario ovvero un marmo a grana sottile molto pregiato proveniente dalle cave dell’isola di Paro, in Grecia.
La preziosa scultura, rinvenuta senza testa e senza braccia, rappresenta la dea Nike, figlia alata del titano Pallante e di Stige, una ninfa. Era adorata dai greci in qualità di personificazione delle vittorie sportive e belliche.
La divinità è abbigliata con un chitone molto leggero e ritratta in atto di posarsi dopo il volo sulla prua di una nave da guerra. La prua le fa da basamento ed è scolpita in marmo di Larthos, proveniente dall’Isola di Rodi.

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Scultura nel tempo Empty Re: Scultura nel tempo

Mer Mar 08, 2023 4:24 pm
Meravigliosa Psiche!!! 
Grazie  @Dalila per questo interessantissimo resoconto tra storia , cultura , arte .
Mi è davvero piaciuto ! 

Scultura nel tempo 1756843309

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