- Belibu
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Antonello da Messina - L'Annunciata
Ven Apr 26, 2024 9:59 pm
Autore
Antonello di Giovanni de Antonio, detto Antonello da Messina (Messina, 1429 o 1430 – Messina, febbraio 1479)
Datazione
1476
Collocazione
Galleria regionale di Palazzo Abatellis, Palermo
Tecnica e dimensioni
olio su tavola, cm. 46 x 34
Soggetto iconografico
Annunciata (dal tema dell’Annunciazione)
L’Annunciata è una variante iconografica dell’Annunciazione: e quest’ultima è una delle rarissime scene attestate dai vangeli ortodossi in cui compare la Vergine. Nell’arte occidentale è frequente l’immagine della Madonna che riceve l’angelo mentre legge la predica di Isaia, contenuta nella Bibbia, in cui viene annunciata la venuta di una vergine che concepirà il Messia. In alcune opere, soprattutto bizantine, Maria è intenta a filare il velo di porpora per il Tempio. L’Arcangelo Gabriele, che solitamente è il protagonista della scena e occupa la maggior parte dello spazio della rappresentazione, dal XII secolo è raffigurato in ginocchio ai piedi della Vergine. A partire dal XIV secolo Gabriele appare frequentemente con una mano intenta a reggere un giglio con tre infiorescenze, segno della purezza e verginità di Maria e con l’altra, indice rivolto al cielo, a indicare il volere divino. A partire dal XV secolo l’Annunciazione è rappresentata in interni sempre più realistici, quindi simili alle abitazioni che gli artisti conoscevano, sebbene non corrispondenti alla semplicità narrata nei Vangeli. La Annunciata di Antonello da Messina, diversamente dai modelli iconografici sopra descritti, è una variante sul tema dell’Annunciazione che prevede lo spettatore intuisca la presenza dell’Arcangelo Gabriele, senza vederla palesata. La postura di Maria in questo inarrivabile esemplare di Annunciata rivela il momento in cui la Vergine riceve l’annuncio e vi risponde con un gesto della mano destra che allude tanto ad una presa di coscienza, quanto a una sospensione prodotta dalla sorpresa.
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Leonardo da Vinci
Lun Apr 15, 2024 2:23 pm
Il 15 Aprile 1452 nasceva il grande Leonardo Da Vinci, un omaggio
al suo genio artistico
con volti femminili di alcune sue opere.
Il 15 aprile 1452, a Vinci, tra Empoli e Pistoia, Leonardo di Ser Piero d'Antonio vede la luce. Figlio di un notaio di nome Piero e di Caterina, una donna di Anchiano che in seguito si sposa con un contadino, Leonardo nasce in una famiglia non convenzionale. Nonostante la sua nascita illegittima, viene accettato nella casa di suo padre e cresce con amore e attenzione.
Sin da giovane, Leonardo mostra una straordinaria precocità artistica e un'intelligenza acuta. Su suggerimento del padre, viene mandato a lavorare nell'officina di Andrea Verrocchio, un rinomato pittore, scultore e orafo. Anche se il suo ruolo specifico presso Verrocchio non è del tutto chiaro, è qui che Leonardo inizia a sviluppare la sua identità artistica.
La sua sete di conoscenza è insaziabile; tutte le discipline artistiche lo attraggono e la sua osservazione attenta dei fenomeni naturali si integra perfettamente con le sue conoscenze scientifiche.
Nel 1480, entra nell'accademia del Giardino di S. Marco, patrocinata da Lorenzo il Magnifico, dove ha il suo primo contatto con la scultura. Nello stesso anno, riceve l'incarico di dipingere l'Adorazione dei Magi per la chiesa di S. Giovanni Scopeto a Firenze. Tuttavia, desideroso di nuove sfide, Leonardo decide di lasciare Firenze e si presenta a Milano al Duca Lodovico Sforza con una lettera che elenca le sue abilità come ingegnere civile e costruttore di macchine da guerra.
A Milano, Leonardo produce alcune delle sue opere più celebri, tra cui la Vergine delle Rocce nelle sue due versioni e un monumento equestre in bronzo per Francesco Sforza. Durante questo periodo, lavora anche come ingegnere idraulico nella bassa Lombardia.
Nel 1495, inizia il suo famoso affresco del Cenacolo nella chiesa di Santa Maria delle Grazie. L'opera diventa il fulcro dei suoi studi e viene completata nel 1498. Dopo l'invasione di Milano da parte delle truppe francesi nel 1499, Leonardo lascia la città e si rifugia a Mantova e Venezia.
Torna a Firenze nel 1503 per lavorare con Michelangelo al Salone del Consiglio grande nel Palazzo della Signoria. Qui, a lui è affidata la rappresentazione della Battaglia di Anghiari, che non riesce a portare a termine a causa del suo interesse continuo per nuove tecniche artistiche.
Nel 1513, il re di Francia Francesco I lo invita ad Amboise, dove lavora su progetti per festeggiamenti e continua i suoi progetti idrologici. Nel 1519, redige il suo testamento, lasciando tutti i suoi beni a Francesco Melzi, un giovane che ha conosciuto quando aveva 15 anni.
Leonardo muore il 2 maggio 1519 e viene sepolto nella chiesa di S. Fiorentino ad Amboise, ma i suoi resti sono andati perduti a causa delle guerre di religione del XVI secolo.
Questo riassunto della vita di Leonardo da Vinci include le sue opere più celebri, dalla sua nascita nel 1452 fino alla sua morte nel 1519.
Il battesimo di Cristo (1470)
Paesaggio d'Arno (disegno, 1473)
Madonna del Garofano (1475)
L'Annunciazione (1475)
Ritratto di Ginevra de' Benci (1474-1476)
L'adorazione dei Magi (1481)
Madonna Litta (1481)
Belle Ferronnière (1482-1500)
Vergine delle Rocce (1483-1486)
Dama con l'ermellino (1488-1490)
Ultima cena (Cenacolo) (1495-1498)
Madonna dei Fusi (1501)
San Giovanni Battista (1508-1513)
Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino (1508 circa)
La Gioconda (Monna Lisa) (1510-1515)
Bacco (1510-1515)
Paesaggio d'Arno (disegno, 1473)
Madonna del Garofano (1475)
L'Annunciazione (1475)
Ritratto di Ginevra de' Benci (1474-1476)
L'adorazione dei Magi (1481)
Madonna Litta (1481)
Belle Ferronnière (1482-1500)
Vergine delle Rocce (1483-1486)
Dama con l'ermellino (1488-1490)
Ultima cena (Cenacolo) (1495-1498)
Madonna dei Fusi (1501)
San Giovanni Battista (1508-1513)
Sant'Anna, la Vergine e il Bambino con l'agnellino (1508 circa)
La Gioconda (Monna Lisa) (1510-1515)
Bacco (1510-1515)
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la Crocifissione
Ven Mar 29, 2024 9:13 pm
La Crocifissione
Autore: Beato Angelico
1423 circa
New York, Metropolitan Museum
Questa Crocifissione è una delle opere più drammatiche del Beato Angelico, e il particolare di maggior pathos è sicuramente lo svenimento della Vergine che viene vistosamente abbandonata dalle sue forze mentre le pie donne tentano di soccorrerla e un san Giovanni straziato dal dolore si volge in un ulteriore gesto di vivissima preoccupazione per le condizioni della Madonna. Intorno, diversi personaggi assistono all'evento in toni decisamente più tranquilli. Il Beato Angelico, memore di certa sontuosità tardogotica, si concede qualche decorazione che trasuda lusso, come quella della veste del personaggio sul cavallo all'estrema destra del dipinto (non dimentichiamo che il Beato Angelico fu attratto dall'arte di Gentile da Fabriano).
Da Gentile da Fabriano deriva anche la posa della pia donna che si china sopra al gruppo delle altre due che assistono la Madonna: è infatti identica a quella del personaggio che, nell'Adorazione dei Magi di Gentile oggi conservata agli Uffizi, toglie gli speroni al più giovane dei re magi. La composizione del Beato Angelico si distingue anche per un certo grado di realismo, evidente soprattutto nei personaggi di contorno e nelle loro espressioni decisamente naturalistiche per il tempo. Anche il Cristo è già pienamente rinascimentale poiché presenta notevoli similitudini con il Crocifisso di Filippo Brunelleschi in Santa Maria Novella.
L'opera originariamente faceva parte, con ogni probabilità, di una struttura più grande, forse un trittico o un polittico. Non abbiamo certezze sulla data di esecuzione, ma date anche le analogie con l'Adorazione di Gentile da Fabriano (opera del 1423) è lecito supporre che il Beato Angelico abbia realizzato il suo dipinto in quel periodo. Il nome del Beato Angelico, peraltro, fu formulato per la prima volta nel 1988 da Luciano Bellosi (non vi era infatti certezza sul nome dell'autore e fino a quel momento furono avanzate diverse ipotesi), e venne accolto con generale favore da tutta la critica. L'opera emerse sul mercato a Milano nel 1847 e fu acquistata da un collezionista francese. Dopo diversi passaggi, nel 1943 è entrata a far parte delle raccolte del Metropolitan Museum di New York.
https://www.finestresullarte.info/operadelgiorno/2016/561-beato-angelico-crocifissione.php
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L’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
Sab Gen 06, 2024 8:27 pm
L’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano
L’Adorazione dei Magi di Gentile da Fabriano, (o Pala Strozzi) è un dipinto a
tempera su tavola realizzato nel 1423 da Gentile da Fabriano (Fabriano, 1370 circa – Roma 1427), che lo eseguì per il ricco banchiere fiorentino Palla Strozzi. Capolavoro del gotico internazionale, è oggi conservato alla Galleria degli Uffizi di Firenze.
Gentile da Fabriano era giunto a Firenze nell’aprile del 1420, artista ormai pienamente maturo e forte delle esperienze fatte a Venezia e a Brescia. Il suo linguaggio, prezioso e ricercato, si distingueva certo dalle novità introdotte dalla contemporanea arte fiorentina, quali la solida costruzione dello spazio propugnata da Brunelleschi o l’interpretazione in chiave drammatica dell’arte classica nella scultura di Donatello e nella pittura di Masaccio. Gentile risentiva, invece, degli influssi della pittura d’Oltralpe e di Boemia, di quel gusto per il racconto della raffinatezza e dell’eleganza che dava vita ad un mondo sognante e cavalleresco.
Per questo viene considerato oggi uno dei massimi interpreti del gotico internazionale o cortese, che è specchio ed interpretazione di quel mondo animato da dame e cavalieri e allietato da giochi, cacce e fasti, che era quello delle piccole corti europee. In esso non c’è spazio per una profonda indagine della natura umana e delle sue sconvolgenti passioni. L’attenzione è invece tutta rivolta alla descrizione dei costumi, alla ricercatezza dei colori e all’attenta osservazione delle piccole cose, dai fiori alle erbe, dai gioielli ai disegni dei tessuti.
Le fonti per la descrizione del viaggio
Sono due gli scritti a cui Gentile da Fabriano, senza dubbio dietro indicazioni di Palla Strozzi, potè ispirarsi per rappresentare il viaggio dei Magi: il Vangelo di Matteo e la Historia trium regum (1364), opera del teologo tedesco e monaco vallombrosano Giovanni di Hildesheim. In particolare è fondamentale questo ultimo testo, dal momento che raccoglie l’intera tradizione cristiana dei Magi e ne fissa l’aspetto e le caratteristiche: Gaspare, il più giovane e dalla pelle nera, porta in dono la mirra, Baldassarre, l’uomo maturo, reca con sè l’incenso ed infine Melchiorre, il primo ad inginocchiarsi di fronte al Bambino, ed il più anziano dei tre, offre l’oro.
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Saturno il dio del Tempo.
Lun Dic 18, 2023 5:48 pm
Illustrazione delle caratteristiche di Saturno nel trattato De Sphaera
Dal 17 al 23 dicembre, i romani solitamente celebravano la festa in onore di Saturno, conosciuta come i "Saturnali", che coincideva con il solstizio d'inverno, oggi caduto il 21 o 22 dicembre. Duemila anni fa, a causa della precessione degli equinozi, questa data coincidiva con il giorno centrale della settimana dedicata alle tradizioni romane festive.
Questo periodo festivo segnava l'inizio della rinascita primaverile, durante il quale i romani partecipavano a banchetti, scambiavano regali e assistevano a spettacoli di gladiatori e corse di quadrighe. Era un periodo di distensione, durante il quale anche gli schiavi venivano trattati in modo più umano e potevano quasi comportarsi come uomini liberi.
A causa della popolarità dei Saturnali, i fondatori del cristianesimo, desiderosi di convertire i pagani alla nuova fede, integrarono tali celebrazioni nella festa della nascita di Cristo. La data esatta della nascita di Cristo era sconosciuta, ma alcuni passaggi biblici suggeriscono la primavera.
Fu Papa Giulio I, nel 350 d.C., a scegliere il 25 dicembre, corrispondente al nostro 21 dicembre (solstizio d'inverno), per celebrare la nascita di Cristo. Questa scelta si rivelò saggia non solo per concludere i Saturnali, ma anche perché il 25 dicembre era già da secoli associato alla celebrazione della nascita di Mitra/Sol Invictus, il dio solare (il solstizio d'inverno rappresentava la morte/rinascita del sole).
Il culto di Sol Invictus, dio del sole in tutte le sue forme, era molto amato e costituiva il culto ufficiale del tardo impero romano prima di essere gradualmente sostituito dal dio cristiano.
Questo periodo festivo segnava l'inizio della rinascita primaverile, durante il quale i romani partecipavano a banchetti, scambiavano regali e assistevano a spettacoli di gladiatori e corse di quadrighe. Era un periodo di distensione, durante il quale anche gli schiavi venivano trattati in modo più umano e potevano quasi comportarsi come uomini liberi.
A causa della popolarità dei Saturnali, i fondatori del cristianesimo, desiderosi di convertire i pagani alla nuova fede, integrarono tali celebrazioni nella festa della nascita di Cristo. La data esatta della nascita di Cristo era sconosciuta, ma alcuni passaggi biblici suggeriscono la primavera.
Fu Papa Giulio I, nel 350 d.C., a scegliere il 25 dicembre, corrispondente al nostro 21 dicembre (solstizio d'inverno), per celebrare la nascita di Cristo. Questa scelta si rivelò saggia non solo per concludere i Saturnali, ma anche perché il 25 dicembre era già da secoli associato alla celebrazione della nascita di Mitra/Sol Invictus, il dio solare (il solstizio d'inverno rappresentava la morte/rinascita del sole).
Il culto di Sol Invictus, dio del sole in tutte le sue forme, era molto amato e costituiva il culto ufficiale del tardo impero romano prima di essere gradualmente sostituito dal dio cristiano.
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Re: Il genio eterno
Ven Dic 08, 2023 9:08 pm
Questa di Filippo Lippi è secondo me una delle Madonne più belle di tutta l'arte italiana.
Grazie @Nanni per averla proposta.
Grazie @Nanni per averla proposta.
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Filippo di Tommaso Lippi
Ven Dic 08, 2023 6:40 pm
La Vergine in adorazione
Filippo Lippi opera a tempera su tavola 92 x 63, 5 cm databile al 1465 circa e conservato nella Galleria degli Uffizi Firenze.
Per saperne di più su questo pittore cliccare QUI
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Arcimboldo
Ven Nov 10, 2023 6:44 pm
Nato a Milano nel 1527 nella famiglia patrizia degli Arcimboldi, Arcimboldo è un pittore dotato di un linguaggio artistico unico. Il suo stile eccentrico si distingue per la rappresentazione di figure antropomorfe, dove tratti di volti umani sono combinati in modo creativo con foglie, frutti e altri oggetti, formando insiemi fantastici. Questa peculiarità artistica ha influenzato notevolmente gli artisti del Seicento e delle epoche successive.
Autoritratto Giuseppe Arcimboldo
Chiamato alla corte imperiale di Praga da Ferdinando I, Arcimboldo si distinse come ritrattista dipingendo la prima serie delle Stagioni, includendo opere come l'Estate e l'Inverno. Successivamente, eseguì la seconda serie per il nuovo imperatore Rodolfo II. Tra i suoi capolavori spicca il ritratto intitolato "Vertumno", dedicato all'antico dio della vegetazione.
Arcimboldo è noto anche per opere come la "Testa delle quattro stagioni" e intricati dipinti minuziosi con significati allegorici multipli, spesso legati alle aspirazioni delle dinastie asburgiche. Nel 1592, un anno prima della sua morte, l'imperatore lo nominò Conte Palatino, riconoscendo così il suo contributo artistico e la sua importanza nella corte. Arcimboldo lasciò un'eredità duratura nel mondo dell'arte, continuando a ispirare generazioni di artisti successivi. La sua morte avvenne nel 1593.
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La Maddalena di Raffaello
Lun Set 18, 2023 9:36 pm
Scoperto un nuovo dipinto di Raffaello: è una Maddalena con il volto di Chiara Fancelli, moglie del Perugino.
L'opera del 1504, creata su una tavola di pioppo delle dimensioni di 46x34 centimetri, appartiene a una collezione privata all'estero ed è stata attribuita all'artista urbinate da un pool di studiosi.
L'annuncio L'annuncio della scoperta è stato dato a Pergola (Pesaro Urbino) durante la conferenza internazionale "La Bellezza Ideale-La visione della perfezione di Raffaello Sanzio", anticipando uno studio della rivista scientifica "Open Science, Art and Science" sotto il titolo "La Maddalena di Raffaello ovvero quando l'allievo supera il Maestro".
Tra gli esperti intervenuti alla conferenza madre Maria Cecilia Visentin, docente pontificia specializzata in iconografia religiosa dell'ordine dei Servi di Maria; Annalisa Di Maria, tra i massimi esperti internazionali di Leonardo da Vinci e del Rinascimento italiano, specializzata nella corrente neoplatonica, il professore emerito Jean-Charles Pomerol della Sorbona e Andrea da Montefeltro ricercatore e scultore.
Le versioni della Maddalena Di un ritratto della Maddalena esiste una versione del Perugino alla Galleria Palatina, e un'altra a Vila Borghese attribuita alla sua bottega. Secondo gli autori dello studio, la versione di Raffaello, lui stesso allievo del Perugino, sarebbe addirittura precedente.
Perché è attribuita a Raffaello L'attribuzione al "divin pittore" si basa, tra l'altro sull'uso della tecnica dello "spolvero" per trasferire il disegno preparatorio, individuata dalle analisi di laboratorio eseguite da A.R.T. & Co, spin off dell'Università di Camerino con sede ad Ascoli Piceno. Inoltre la versione di Raffello viene ritenuta superiore dal punto di vista stilistico e tecnico, per grazia e armonia della composizione e per l'uso dello sfumato che evidenza l'influenza dei Leonardo da Vinci sul giovane pittore di Urbino. Infine, lo studio analizza anche le proporzioni matematiche usate da Raffaello. Secondo Annalisa Di Maria, il quadro rappresenta "una svolta: il pittore di Urbino trovò un suo linguaggio, affrancandosi dallo stile di Perugino".
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La terra
Sab Apr 22, 2023 11:04 pm
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