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Arte degli Antichi Regni  Empty Porta del Pantheon

Lun Mar 18, 2024 9:21 pm
Arte degli Antichi Regni  43127310

CURIOSITA' da Roma:
Questa porta è una delle porte più antiche del mondo situata nel Pantheon a Roma, fu costruita nel 118-126 d.C., durante il tempo dell'imperatore Adriano. Il cancello è costituito da due ali, ciascuna ala è in bronzo massiccio e pesa 8,5 tonnellate, è alta 7,6 metri e larga 2,3 metri. Sebbene le ali siano estremamente pesanti, sono così bilanciate che possono essere facilmente aperte e chiuse da una sola persona. È anche una delle uniche due porte al mondo la cui serratura, risalente a quasi 2000 anni fa, funziona ancora. La sensazione che si prova quando ci si trova davanti a questo imponente portone antico è indescrivibile e incredibilmente commovente.
La cultura romana è straordinaria e diversa da qualsiasi altra!
Non c'è nessun altro paese al mondo che racchiuda tanta cultura, storia e bellezza quanto Roma e tutta l'Italia!

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Arte degli Antichi Regni  Empty Il Kailasha Mandir

Dom Mar 17, 2024 11:14 am
Arte degli Antichi Regni  43244110

Il Kailasha Mandir, Ellora, che non potrà mai più essere costruito sulla Terra!
L'intero Mandir è stato ritagliato da un solido substrato roccioso di basalto, dall'alto al basso.
Per creare questa meraviglia sono state scavate quasi 2,4 milioni tonnellate di pietra. Sorprendentemente non sono stati trovati detriti fino a un raggio di 100 km dal Mandir.
Questi non venivano realizzati solo con scalpelli e martelli. Ma è stata utilizzata la tecnologia avanzata dell’antica Bharatiya.
Molte conoscenze andarono perdute nell'incendio dell'Università di Nalanda.

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Arte degli Antichi Regni  Empty Insediamento preistorico di Carcaci (Centuripe)

Mar Gen 16, 2024 6:51 pm
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Su un’area agricola e adibita al pascolo degli animali, destinata a essere trasformata in discarica, viene scoperto un sito archeologico di epoca preistorica. Accade in Sicilia, per la precisione a Carcaci, frazione del comune di Centuripe in provincia di Enna, dove il sindaco e alcuni volontari delle associazioni del paese hanno fatto per puro caso la scoperta.

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Si tratta di un complesso cimiteriale che si compone di nove tombe a camera scavate nella roccia, di forma rettangolare e circolare: le prime potrebbero risalire all’età del ferro, le seconde all’età del bronzo.
Si tratta di grotte scavate nella roccia, sulle pareti sono ancora visibili quelli che sembrano i disegni di un'altra era.

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Il Comune di Centuripe ha segnalato la scoperta alla Soprintendenza di Enna; tra l’altro le origini del territorio risalgono al Neolitico, e nelle zone vicine al sito appena scoperto sono stati rinvenuti, in passato, reperti provenienti da necropoli. L’area collinare in cui sorge il sito è di proprietà privata, e si trova vicino al Comune di Randazzo, pur appartenendo dal punto di vista territoriale a Centuripe. È inoltre attraversata da ruscelli e da un’infrastruttura idrica che da Ancipa e Pozzillo porta acqua nel Simeto e a Catania. Esente da particolari vincoli, nella zona attualmente si trovano pascoli biologici, e in futuro sarà trasformata in discarica pubblica.

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Prospettiva, questa, alla quale si oppone il sindaco di Centuripe, Salvatore La Spina, dato il valore ecologico – e adesso, anche storico – dell’area: “l’eccezionale scoperta aggiunge valore al ricco patrimonio archeologico già presente nel nostro territorio. Trovo assurdo che si possa concepire e pianificare una struttura del genere, senza aver prima controllato il territorio, già importante, non solo dal punto di vista ecologico ma soprattutto agricolo e zootecnico.

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Fonti: artribune.com, artemagazine.it, meridionews.it


Fotografie: web

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Arte degli Antichi Regni  Empty I Qanat di Palermo

Sab Dic 30, 2023 5:28 pm
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Palermo come tutte le antiche città nasconde nel suo ventre altre “città” che descrivono forse ancor più di quanto è in superficie la sommatoria delle culture che si sono succedute nei millenni. Sia le particolari condizioni geologiche del substrato sia le attività antropiche condotte per almeno 28 secoli di storia hanno dato origine a moltissimi vuoti sotterranei, utilizzati per vari scopi ma sempre collegati alle attività di superficie.
Cripte, catacombe, pozzi, cisterne, silos, camminamenti, cave in galleria, camere dello scirocco, qanat e tante altre architetture sotterranee esprimono questo rapporto secolare tra l'uomo e sottosuolo che, sotto la città di superficie, ne ha costruito un'altra nascosta.
Di quest'altra Palermo poco è noto agli stessi abitanti, anche se racconti popolari come I Beati Paoli e innumerevoli leggende la colorano di folklore. Ciò si deve alla mancanza di un'efficace divulgazione, di quella che oggi chiameremmo operazione di marketing, e alla non conoscenza della Storia della nostra città che non consente di recepirne l'autentico significato culturale.
In questa lettura ci occuperemo di far conoscere la più medievale di queste opere: i Qanat.
Non sappiamo esattamente quando nacquero i Qanat, ma sappiamo che furono soprattutto le popolazioni persiane a diffonderne l’uso in molti paesi del Mediterraneo.
A causa del clima arido e della carenza di sorgenti, fin dai tempi più antichi gli abitanti della città hanno cercato un metodo alternativo per soddisfare il fabbisogno idrico della città e le peculiari caratteristiche del terreno che costituisce la piana di Palermo hanno favorito per secoli lo sfruttamento delle falde acquifere di cui, contrariamente all’apparenza, la zona è ricca.
Nell’antichità il rifornimento idrico della città era assicurato prevalentemente da pozzi freatici e dalle sorgenti situate fuori le mura dell’antica città (la paleopoli) che sorgeva su una penisola stretta tra le foci di due fiumi, il Kemonia e il Papireto.
Dai diari dello scrittore e viaggiatore Ibn Hawqal [3] apprendiamo infine che già nel X secolo, in pieno periodo fatimita “la popolazione si disseta con l’acqua di pozzi posti all’interno delle loro case”.




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Come venne risolto il problema dell’approvvigionamento idrico che non solo portava l’acqua nelle case private e negli Hammam ma rese la piana di Palermo quel rigoglioso giardino ricco di verzura e fontane di cui narrano gli antichi viaggiatori? Grazie all’applicazione di un’antica tecnica arabo-persiana, cioè la costruzione di una fitta rete di canalizzazioni sotterranee: i Qanat.
Nella piana di Palermo gli arabi cominciano a sperimentare con successo le loro conoscenze di ingegneria idraulica, mutuate e messe a punto da precedenti civiltà orientali, adattandole alle specifiche condizioni idrologiche e climatiche che offriva l’ambiente palermitano.
I Qanat o ‘ngruttati’ sono delle strette gallerie sotterranee scavate dai muqanni [6], “maestri d’acqua”, con delle semplici zappe perché il sottosuolo della piana di Palermo e costituito in massima parte da calcarenite, una roccia molto friabile e facile da lavorare; questi cunicoli intercettavano la falda acquifera e tramite la gravità e una leggera pendenza trasportavano l’acqua in superficie.
La diffusione di queste gallerie sotterranee è documentata in diverse aree geografiche a carattere climatico di forte aridità e in base alla tipologia di risorsa idrica disponibile si sviluppano prevalentemente due tipi di canali sotterranei: i qanat di tipo persiano e i foggara tipici dell’area del deserto del Sahara che sono serviti per la creazione di oasi lungo le vie carovaniere.
“I foggara si sviluppano per lunghezze notevoli a una profondità che non scende mai oltre il livello delle falde acquifere e non penetrano mai nella falda. Vengono così liberati i microflussi imprigionati nelle rocce” mentre i qanat di tipo persiano attingono l’acqua direttamente dalla falda acquifera e la trasportano fino al punto di utilizzazione coprendo anche distanze lunghissime. Il cunicolo procede lungo il sottosuolo con una pendenza minima, inferiore allo 0,5%, garantendo un flusso lento e costante dell’acqua senza causare l’erosione delle pareti del canale. L’acqua, grazie a questa tecnica mantiene la purezza e la temperatura della falda.
In entrambi i casi il sistema si differenzia nettamente dai classici acquedotti romani le cui condotte, sia aeree che sotterranee, vengono alimentate da acqua di superficie come quella di sorgenti, laghi e fiumi.




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Lungo lo sviluppo del qanat si aprivano dei pozzi verticali che comunicavano con la superficie. Tali pozzi, oltre a consentire l’approvvigionamento idrico per gli edifici, pubblici e privati, e l’irrigazione dei campi, facilitavano le operazioni di scavo consentendo l’estrazione del materiale roccioso in fase di realizzazione del qanat.
Individuata la falda, e stabilito il tracciato del qanat, si iniziava lo scavo procedendo da valle verso monte per evitare il deflusso delle acque. La corretta direzione di scavo veniva assicurata in maniera molto semplice, utilizzando tre lampade poste lungo il letto del canale che servivano sia ad illuminare l’ambiente sia a mantenere l’allineamento desiderato fino al completamento della galleria.
La caratteristica tecnica di alcuni qanat palermitani, che li distingue da quelli orientali più antichi, è la mancanza di un vero e proprio pozzo alimentatore principale che spesso viene sostituito da una estesa galleria drenante trasversale ubicata a monte. Questo elemento innovativo attesta una sensibile evoluzione dei principi e delle tecniche costruttive che il tema degli acquedotti ha raggiunto in Sicilia.
L’esistenza di queste condotte sotterranee spiega, nonostante la natura arida del territorio, il fiorire, nella Palermo araba e normanna, di fontane, peschiere, bagni pubblici, canali d’acqua e giardini lussureggianti. È interessante notare nelle canalizzazioni palermitane la presenza di due differenti tipi di pozzi che comunicano con la superficie. Un primo tipo di pozzi, circolari o quadrati numerosi nei giardini dell’agro palermitano, hanno le dimensioni di circa un metro quadrato e venivano utilizzati dai muqanni per l’estrazione del materiale di scavo durante o per le opere di manutenzione e, solo saltuariamente, per attingere l’acqua; una seconda tipologia di pozzi possiede una sezione rettangolare di circa 1x2 metri. In corrispondenza di questi pozzi il fondo dei qanat si abbassa e si allarga per dare spazio ad una sorta di vasca sotterranea. “L’ampiezza di questi pozzi e la vasca sotterranea servono per l’alloggiamento delle norie a tazze o senie azionate da animali da tiro”. La conoscenza delle caratteristiche geologiche dei diversi suoli e la padronanza della nuova gestione del patrimonio idrico, hanno favorito il diffondersi di nuove colture. Oltre alle colture già conosciute in epoca bizantina, nei giardini palermitano si coltivano nuove specie importate dagli altri paesi arabi come riso, pistacchi, vari legumi, spinaci, carciofi e melanzane . Tra le piante da frutto si trovano le palme da dattero, il banano, l’arancio dolce e amaro e il limone.




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Allo sviluppo dei Qanat si associa la costruzione di altri ambienti ipogei come camere dello scirocco, bagni ebraici “miqweh”, sotterranei di riunione, serbatoi, scammarati d’acqua, grandi canalizzazioni a volta (smaltitoi, acquedotti del maltempo), gallerie vadose e gallerie freatiche, laminatoi, cunicoli di drenaggio, cunicoli e canali di scarico, cunicoli collettori, cunicoli di bonifica (gammitte), condotte e canali piccoli grandi della vecchia fognatura. Cunicoli di fuga, cunicoli di servizio, camminamenti militari (mine e contromine), corridoi, gallerie, passaggi, cunicoli, condotti carsici, ecc.
Sicuramente tra tutti gli ambienti ipogei associati o derivati dalla costruzione dei qanat i più affascinanti sono “Le camere dello Scirocco”, singolari ipogei che destano molta curiosità e sono esempi di architettura del raffreddamento passivo. La denominazione suggestiva di camera di scirocco per indicare questi singolari ambienti freschi si ritrova per la prima volta in un atto notarile del 5 agosto 1691 dove si legge: “Scendesi più in basso a man destra vi è una grotta seu camera di scirocco con fontana in mezzo e tutto in giro con mattoni di Valenza”[12]. Le camere dello scirocco costituirono spesso e in varie forme il corredo architettonico delle ville e casene di caccia durante la cosiddetta “grande villeggiatura” che raggiunse la massima diffusione nel XVIII secolo, un periodo fiorente per l’economia di Palermo. Ma il loro uso potrebbe essere anteriore a questo periodo per la presenza della “camera” di Villa Naselli Agliata descritta dal gentiluomo Vincenzo Di Giovanni nella sua opera Palermo Restaurata (1552). Si tratta di spaziosi ambienti, decorati e piastrellati finemente, intagliati ad arte nella roccia calcarenitica e attraversati e resi freschi dai qanat medievali. Alcune come quella descritta dal Di Givanni presentano una vera e propria “torre del vento”, di forma tronco-conica che racchiude alla base una camera con sedili, simile per funzionamento termodinamico alle badgir iraniane di Yazd (la città delle torri del vento) che veicolano la circolazione dell’aria fresca all’interno dei palazzi, espellendo quella calda.




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I qanat visitabili a Palermo sono oggi solo tre: Il Gesuitico basso (o della Vignicella), il Gesuitico alto e quello dell’Uscibene con la sua magnifica Camera dello Scirocco.
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Fonti: carapalermo.com, ilportaledelsud.org, wikipedia

Fotografie: web

Filmato YouTube di: Città metropolitana di Palermo

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Arte degli Antichi Regni  Empty La porta di Angkor Thom in Cambogia

Sab Dic 30, 2023 10:53 am
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Angkor (Cambogia) - Il tempio di Angkor Wat può essere il punto di riferimento più noto della Cambogia, ma il prolifico re Jayavarman VII ha costruito centinaia di monumenti di pietra, compresi i grandi santuari del Bayon, Ta Prohm, Angkor Thom, Preah Khan e Chhmar Banteay. Il fascino delle creazioni architettoniche di questo sovrano e le sue conquiste territoriali hanno giustamente attirato l'attenzione degli studiosi. Nuove ricerche suggeriscono ora che due brillanti consiglieri hanno aiutato questo a cambiare il corso della storia. Gli abili collaboratori che hanno aiutato il re nel modellare l'impero Khmer non erano altro che le sue due mogli, le regina Indradevi e Jayarajadevi.


Insieme questo trio reale ha realizzato alcuni tra i più importanti contributi al patrimonio Khmer:
in primo luogo, hanno costruito templi unici in tutto il sud-est asiatico; monumenti buddisti e strutture pubbliche che ancora oggi arricchiscono la Cambogia di un patrimonio culturale che attrae l'interesse di milioni di turisti da tutto il mondo. In secondo luogo questo trio illuminato, nel 12° secolo, ha implementato sistemi sociali validi ancora oggi. Mentre l'Europa era nel medioevo, questi governanti hanno dato ai loro sudditi - uomini e donne - il diritto all'istruzione, alla proprietà, il potere politico e l'assistenza sanitaria pubblica. Mentre la maggior parte dei programmi sociali contemporanei sono stati ottenuti attraverso lotti o rivoluzioni popolari, questi cambiamenti, qui, sono stati decisi dai governanti. Molti dei loro programmi sociali sono ben documentati da analisi archeologiche delle infrastrutture pubbliche costruite durante il regno di Jayavarman VII, tra cui strade, ponti, tempietti, punti di ristoro e ospedali. Poco, però, era conosciuto circa gli sforzi delle due regine nel concedere e aumentare i poteri delle donne. Le immagini, che sembrano ritratti reali, delle due regine sono una prova ulteriore del potere femminile e della loro partecipazione ed importanza nel governo del regno. Ulteriori prove, illustrate da bassorilievi, frontoni, monumenti ed iscrizioni offrono spunti che documentano l'approccio attivo di queste due regine, finora poco conosciute come pioniere dei valori sociali e dei diritti delle donne.


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Indradevi e Jayarajadevi le due regine che hanno forgiato questo impero asiatico.


La civiltà Khmer portò istruzione, sanità, spiritualità ed illuminazione per le masse del 12° secolo nel Sud-Est asiatico. Due donne, due regine del re Jayavarman VII, hanno giocato un ruolo critico nell'espansione e nei successi di questo regno.

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Arte degli Antichi Regni  Empty L' Arte Cretese

Gio Nov 09, 2023 9:26 am
Nelle pitture murali, i fiori che in primavera rivestivano l'isola di Creta erano rappresentati con grande eleganza e sfoggio di colori luminosi, dando vita a un felice rapporto con tutta la natura. L'arte di Creta aveva come sfondo ambientale il paesaggio del Mediterraneo orientale.

Negli eleganti palazzi e sugli oggetti di ceramica, immagini della fauna marina, tra cui pesci, crostacei e delfini, adornavano pareti rivestite di stucco.


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Affresco parietale del palazzo di Cnosso: I delfini.

Il toro era un'immagine di grande potenza fisica che rappresentava la fertilità maschile e compariva molto spesso nell'arte cretese. Consacrato e immolato nei sacrifici rituali, si esibiva con l'uomo nel grande cortile del palazzo. Queste esibizioni includevano gare acrobatiche di carattere sia religioso che sociale. Sotto il segno del toro.


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La religione cretese aveva per sacerdote il re, ma venerava la dea Madre, il principio femminile della fecondità e protettrice della casa. Questa figura, che compare fin dalla preistoria, era raffigurata alcune volte come la dea dei serpenti, terribili animali che lei sapeva esorcizzare.


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Le rappresentazioni artistiche dell'arte cretese hanno uno stile distintivo che le differenzia dalle altre culture mediterranee. Oltre alla vivacità dei colori, ciò che colpisce è l'accentuazione della percezione della linea, con le figure definite dai contorni e dai ritmi lineari ondulati. Anche il trono del re Minosse presenta un originale profilo ondulato. Eccola rappresentata con una gonna a balze sovrapposte, un grembiule ovale e un corsetto molto stretto in vita.


Arte degli Antichi Regni  Tirreni.grifoni


Il Minotauro
Il mitico mostro con corpo umano e testa taurina, nato dall'unione di Pasifae, moglie del re Minosse, con il toro che Poseidone aveva fatto uscire dal mare su richiesta del re, rappresenta le forze istintive e incontrollate nell'inconscio dell'uomo, che spesso fuoriescono con aspetti distruttivi.

Sala con il trono. 
Stupenda arte antica. 

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Arte degli Antichi Regni  Empty L'anello di Carvilio.

Lun Ott 30, 2023 8:27 pm
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Vengono studiosi da tutto il mondo per vederlo, un anello con un volto in 3D di 2000 anni fa ... e la sua storia è molto commovente... lo realizza una madre per suo figlio...Carvilio. Morì a 18 anni e sua madre inconsolabile, si fece incastonare il suo volto in oro , in un anello.
 
Museo Archeologico di Palestrina.

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Arte degli Antichi Regni  Empty Machu Picchu

Lun Ott 23, 2023 9:01 pm


Curiosità su Machu Picchu



Sapete che il sito resiste ai terremoti, anche di alta magnitudo? Il Perù è un paese altamente sismico e il Machu Picchu è stato costruito sulla cima di due linee di faglia. Per questo motivo, le pietre sono state tagliate e incuneate così strettamente tra loro, da “rimbalzare” seguendo il movimento del terremoto.
Sono tante le leggende e le curiosità che ruotano attorno al Macchu Picchu. Per esempio, alcuni sostengono che si trattasse di un convento dedicato alle Vergini del Sole, un ordine di donne consacrate al dio Inca del Sole. Verità o solo supposizioni?

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Arte degli Antichi Regni  Empty Il 'Nilometro"

Mer Ago 16, 2023 9:54 am
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IL Nilometro sull'isola di Roda.
Isola ad ovest del Cairo, sita sul Nilo

Il nilometro era una struttura per misurare la limpidezza e il livello dell'acqua del fiume Nilo durante la stagione delle piene annuali.

Se il livello dell'acqua fosse stato troppo basso, la fertilità della pianura alluvionale ne avrebbe risentito, se al contrario troppo alto, l'allagamento sarebbe stato distruttivo. 
C'era un segno specifico che indicava quanto doveva essere alta la piena per avere i campi ben fertilizzati.

I nilometri hanno avuto origine in epoca faraonica , sono stati costruiti anche in epoca romana e sono stati utilizzati fino a quando la diga di Assuan non li ha resi obsoleti negli anni '60.

(Da FB-1000 opere più belle di sempre)

PS  il Nilometro veniva anche usato per calcolare le tasse, perché era un indicatore del raccolto che si sarebbe realizzato

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Arte degli Antichi Regni  Empty Tempio di Hathor, Dendara

Mer Ago 09, 2023 10:08 pm
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Tempio di Hathor, Dendara


Situato sulla riva occidentale del Nilo, il complesso templare attuale risale al periodo tolemaico-romano. Il tempio principale è dedicato alla dea Hathor, venerata dea della maternità, della gioia e dell’amore, affiancato da altri siti minori tra cui due Mammisi – luoghi della rinascita – un lago sacro e una chiesa cristiana. È evidente che anche i regnanti in epoche più recenti, come quelli della dinastia tolemaica, si siano adoperati per dimostrare la devozione verso le divinità dell’olimpo egizio, sempre tanto care al popolo.
Il sito presenta tracce riconducibili all’Antico Regno, il che fa supporre che il luogo fosse già da secoli significativo per gli antichi Egizi.
Il luogo è avvolto da alcuni misteri di cui si dibatte da decenni, in primis il rilievo dello Zodiaco, che rappresenta la volta celeste secondo schemi mesopotamici presumibilmente precedenti alla civiltà Egizia. Inoltre due misteriosi bassorilievi contenuti nella cripta, comunemente ritenute immagini simboliche di fiori di loto associate al serpente, vengono interpretate da alcuni esperti come rappresentazioni di “lampade a incandescenza”, ipotizzando la conoscenza dell’elettricità all’epoca egizia.
Giunto a noi quasi intatto, con cappelle, passaggi sotterranei, il tetto policromo, costruito con monoliti, e grandi colonne con capitelli che raffigurano il viso della dea dalle orecchie bovine, il tempio testimonia l’importanza del culto di Hathor, legata indissolubilmente al divino Horus.



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